14 luglio 2014

Birmania, 10 anni di carcere ai reporter che svelarono la presenza di armi chimiche

Corriere della Sera | 10 luglio 2014
di Monica Ricci Sargentini
 
Sono stati condannati a 10 anni di carcere e lavori forzati  i  cinque giornalisti birmani che avevano accusato le forze armate del Paese asiatico di aver creato un impianto per la produzione di armi chimiche. I reporter sono stati accusati di aver violato una legge  ”una legge sul segreto di Stato che risale al 1923, il periodo della colonizzazione britannica”, ha riferito Wah Win Maung, l’avvocato che assiste quattro di loro.
I quattro giovani, tutti tra i 22 e i 28 anni, lavorano per il giornale Unity Weekly News con loro è stato condannato anche il direttore della testata. Lo scorso febbraio sul settimanale era comparso un articolo investigativo su un impianto chimico di Pauk, nella regione centrale di Magway. Gli autori (oltre al loro capo) erano stati immediatamente arrestati.
 Per le organizzazioni dei diritti umani il caso segna un panno indietro rispetto alle aperture del governo civile subentrato alla giunta militare. Le misure riformiste comprendevano anche l’abolizione della censura preventiva e l’apertura della stampa quotidiana ai privati.
 Lo scorso dicembre un’altra reporter, Khine Khine Aye Cho conosciuta come Ma Khin Hundreds, era stata condannata a 3 mesi di prigione per diffamazione dopo un alterco con un avvocato. ll suo caso aveva fatto gridare alla censura, molti giornali erano usciti listati a lutto e centinaia di giornalisti erano scesi in piazza.

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