6 novembre 2013

I pilastri di una società civile equilibrata e il Service Learning

La domanda più urgente e persistente sulla vita è: cosa stai facendo per gli altri?
Martin Luther King Junior

di Giorgio Gasperoni
Per alcuni di noi, le prime esperienze di volontariato sono iniziate nelle elementari o alle medie, magari cose piccole, soprattutto nel periodo di Natale.
Ogni volta che abbiamo lavorato a un progetto, abbiamo provato emozioni indescrivibili che sono durate giorni interi anche dopo l’esperienza fatta. Più avanti negli anni, soprattutto delle scuole medie superiori, ciò che dava veramente gioia non era soltanto il progetto in sé, ma quando la conclusione dello stesso e il conseguente momento di discussione, analisi o riflessione su ciò che avevamo fatto.

Anche se a un primo impatto, la riflessione finale poteva essere vista come un impegno scomodo, si scopriva che questa dava a tutta l’esperienza, un significato più profondo.
Ciò che si scopre sul volontariato vissuto seriamente, è qualcosa di davvero profondo. Il servizio sociale è uno strumento molto potente per il suo effetto sullo sviluppo del carattere e della personalità dei giovani. Questa esperienza di servizio sociale ha trasformato moltissimi ragazzi. Infatti, molti hanno sviluppato un cuore compassionevole dove prima c’era solo un orientamento egocentrico. Il servizio sociale fatto in modo appropriato cattura le emozioni e l’immaginazione di molti giovani. In questi momenti i ragazzi vivono valori e insegnamenti ricevuti in famiglia e a scuola.

Un modello di servizio sociale di successo sviluppatosi in questi ultimi due decenni sopratutto nelle scuole media superiori e college degli Stati Uniti è il Service Learning* (si potrebbe tradurre "Apprendimento tramite il Servizio"). Il Service Learning è qualcosa che tutti possono fare: genitori, insegnanti, studenti e giovani lavoratori. Tali programmi affrontano le aree del servizio intergenerazionale, il servizio verso le minoranze etniche e il servizio verso l’ambiente. All’interno di queste vaste categorie i giovani pianificano la maggior parte dei loro progetti. Nell’area del servizio intergenerazionale i giovani lavorano nelle case per anziani come lettori, tutori, ascoltano gli anziani, coordinano dei progetti e sono staff di supporto per i pazienti.

Incontrando le varie famiglie del quartiere, i giovani conoscono la realtà e i problemi che gli immigrati devono affrontare. Il risultato più immediato del programma, per i giovani e le loro famiglie, è cominciare a vedere il quartiere con occhi nuovi. Piuttosto che sentirsi separati e distinti dagli immigrati, dagli anziani e gli altri del loro vicinato, i partecipanti al programma si sentono parte vitale del quartiere e pensano di poter fare la differenza anche con l’azione più piccola.

Ma che cos’è esattamente il Service Learning? Generalmente si potrebbe definire uno strumento attraverso il quale i giovani partecipano a servizi organizzati che spingono al di là della propria vita individuale o familiare o del gruppo. Il Service Learning è un’iniziativa tra le associazioni, le scuole e il territorio, dove sia i partecipanti sia il territorio ne traggono beneficio. E’ un luogo dove le varie parti della società civile imparano a cooperare. Grazie all’impegno dedicato a questa iniziativa, i partecipanti acquisiscono un senso di valore per aver dato un chiaro contributo alle loro comunità. Utilizzando nuovi strumenti e sviluppando nuove abilità, sviluppano un senso crescente d’empatia e di cuore. Nello stesso tempo, il territorio beneficia dall’aver ricevuto delle risposte concrete a bisogni reali e dall’aver stabilito una relazione con i partecipanti al progetto. In questo modo si sviluppa un territorio vitale e dinamico.

Nel Service Learning viene fatto uno sforzo decisivo per collegare il territorio con i gruppi sociali presenti sullo stesso. Il volontario potrebbe fare lo stesso tipo di progetto anche nel volontariato tradizionale. Tuttavia nel Service Learning, dall’inizio alla fine, il partecipante si troverà a dover riflettere su ogni singola azione. Gli sarà chiesto di capire ogni stadio dell’esperienza e di considerare la ragione del suo operato, la sua identità, il livello dei suoi sentimenti e la sua conoscenza morale, e come può dare un contributo al territorio basato sul proprio talento, abilità e capacità intellettuali.

Una delle finalità del progetto è, infatti, il cambiamento dei partecipanti stessi. Nel programma del Service Learning, i partecipanti si vengono a trovare a faccia a faccia con i propri limiti: limiti nel proprio modo di considerare la compassione e l’attenzione per gli altri. Limiti nel modo di vedere il mondo, come i propri pregiudizi e stereotipi, limiti nel sapere collegare le proprie capacità accademiche e il mondo reale e le innumerevoli sfide e problemi da risolvere. 

Questi programmi hanno le loro radici in due filosofie. Queste sono: a) l’idea di contribuire al bene comune e al servizio della comunità (o territorio), b) L’Apprendimento Sperimentale. L’Apprendimento Sperimentale (AS) ha cominciato a essere promosso all’inizio del 20° secolo, quando gli educatori hanno cominciato a vedere come gli studenti imparassero velocemente, se dati la possibilità di sperimentare e riflettere sulle esperienze in modo significativo. Si potrebbe approfondire, ma per riassumere è sufficiente dire che la componente sperimentale è una dinamica critica del Service Learning.
Uno degli elementi principali è il mutuo interscambio che avviene fra il partecipante al servizio e l’individuo o agenzia sociale che riceve il servizio. E’ questa nozione di reciprocità che distingue il Service Learning da altre forme di Apprendimento Sperimentale (AS).

Storicamente, questo senso di reciprocità non era presente nelle attività caritatevoli, anzi, spesso questo tipo di aiuto aveva una relazione a senso unico, nella quale chi dava qualcosa a qualcuno a cui si presupponeva mancasse. Nel Service Learning, questo concetto è rivoluzionato. Infatti, è radicata l’idea che entrambe le parti stiano costantemente apprendendo, dando e ricevendo allo stesso tempo, l’una dall’altra. Alcune caratteristiche che i partecipanti sviluppano, quando realizzano questi progetti, sono la compassione, l’abilità a entrare in empatia con altri, il rispetto verso gli altri così come per se stessi e un forte senso di altruismo.
In passato gli ostacoli principali al Service Learning erano i programmi che integravano la famiglia, le associazioni, la scuola e il territorio. In molti casi erano ancora basati sullo spirito volontaristico tradizionale. In altre parole non c’era un vero senso di Partnership e reciprocità fra i partecipanti e i membri della comunità che veniva servita.

In altre parole, il programma non offriva un’opportunità intenzionale per i partecipanti a riflettere sulle attività, ma esclusivamente un progetto. In pratica, il programma rimaneva un’attività di volontariato. Ma senza la componente della riflessione non c’è garanzia che tali programmi raggiungano il cuore dei partecipanti.

In conclusione, ciò che avviene nel Service Learning è l’apprendimento basato su un’esperienza concreta. Infatti, il mezzo più potente d’apprendimento è l’esperienza personale diretta. L’apprendimento tramite le lezioni ha meno coinvolgimento e di conseguenza è meno efficace. Le Associazioni sociali e le associazioni religiose hanno per lungo tempo incoraggiato gli individui e le famiglie di fare del servizio un’aspettativa comune e un punto vitale della propria vita. Questo nuovo approccio è un eccellente complemento per i programmi scolastici e pure un’attività eccellente per le famiglie e le associazioni. Il servizio è reale. Il servizio è un’esperienza concreta. I risultati di tali programmi possono essere sorprendenti.

Perché oggi si comincia a parlare tanto di Service Learning? C'e bisogno di educare il carattere! Dal punto di vista educazionale, il Service Learning è un programma innovativo per la sua abilità a educare il carattere. Potremmo descrivere l’educazione tradizionale come basata su tre pilastri fondamentali: la casa, il territorio e la scuola. La casa serviva come la fonte primaria, per l’apprendimento del figlio, e prepararlo verso l’età adulta. Il territorio era un’estensione della casa e un altro sostegno per l’educazione del ragazzo, mentre la scuola sosteneva gli studenti nelle abilità e conoscenze con le quali avrebbero navigato il futuro. La scuola era inoltre considerata come la prima depositaria sociale della saggezza culturale, accumulata nelle varie epoche, che veniva passata alle generazioni successive.

Ognuno di questi pilastri ha formato un sistema di sostegno che non solo ha insegnato abilità e conoscenze, ma ha trasmesso tratti caratteriali come il rispetto, le buone maniere, la compassione e la cura. Ma con il tempo questo sistema di sostegno esteso ha sperimentato un collasso. Molti elementi che prima funzionavano ora non funzionano più. La crisi familiare ha raggiunto livelli molto alti. Questo ha limitato la capacità della famiglia a sostenere il sistema educativo. Si è assistito a un aumento della violenza e intolleranza sul territorio e questo ha impedito alla società di insegnare valori e tratti caratteriali sani. In questo tempo di grandi cambiamenti, ci si è focalizzati sulle istituzioni formative. Un gran numero di scuole si sono focalizzate sulle capacità accademiche e le capacità tecnologiche. Il punteggio massimo nei test e negli esami è un obbligo, se si vuole essere persone di successo.

Abilità e professionalità hanno messo gli studenti in grado di diventare abili nel risolvere problemi tecnici; le doti accademiche hanno permesso agli studenti di affrontare le sfide intellettuali del 21° secolo. Ma abilità e professionalità non hanno fornito agli studenti un insieme di valori morali nei quali possono mostrare la compassione e la cura l’uno per l’altro. Potremmo affermare che si è verificato l'esatto contrario. I ragazzi d’oggi, gli adolescenti e giovani adulti, appaiono essere meno capaci di mostrare rispetto, compassione e buone maniere verso gli altri o verso il mondo dove vivono. Se diamo una lettura veloce dei titoli dei giornali, sarà confermata quest’ affermazione. Un sempre maggior numero di giovani sembra incapace di provare empatia per chi soffre. Compassione, integrità e sacrificio, non sono parte del loro linguaggio quotidiano.
La società si concentrata su ciò che piace piuttosto che su ciò che si deve fare.

Cosa manca? Il problema, sembra, sia legato alla questione del carattere.
L’acquisizione di conoscenza e abilità sono certamente necessarie per i nostri studenti. L’abilità di disegnare le città del futuro, risolvere i problemi della salute o guidare con successo le attività economiche saranno sempre le priorità che la prossima generazione dovrà affrontare. Uno studente odierno deve tenersi aggiornato con lo sviluppo tecnologico di domani. Ma queste conoscenze non saranno usate in un ambiente asettico. Le città del futuro saranno popolate da uomini, donne e bambini con bisogni diversi. L’Etica Medica continuerà a essere al centro delle preoccupazioni del sistema sanitario, e sarà pure lo stesso per l’economia mondiale e l’etica negli affari. Per questo c’è bisogno di un bilanciamento tra la conoscenza acquisita e l’uso morale di questa conoscenza.

Questi aspetti coinvolge necessariamente la dimensione dello sviluppo del carattere. In ultima analisi, la mobilità della popolazione mondiale garantirà che vivremo, lavoreremo, ci divertiremo in una società che sarà estremamente diversa e multiculturale. Come, allora, tratteremo l’altro in questo contesto? Come risolveremo i conflitti? Ognuno di questi quesiti è legato alla maturità del carattere di ognuno. La nostra crescita, dall’infanzia alla maturità, è acquisita tramite un’educazione convenzionale. Ad ogni modo, c’è una notevole limitazione nell’Educazione Convenzionale. Il limite viene dal fatto che l’approccio tradizionale s’incentra sulle capacità accademiche e molto meno sulle altre abilità dello studente. In altre parole, l’approccio tradizionale non ha valorizzato l’educazione dell’intera persona. Questo non è male, ma ha un limite che va riconosciuto.

Perché è un limite? Lo è, perché la conoscenza intellettuale e l’abilità fisica sono una dimensione della saggezza. La vera saggezza è l’abilità di sapere come applicare la conoscenza così che si possa contribuire al bene più grande della società. La saggezza richiede che la conoscenza intellettuale sia bilanciata con la coscienza, il senso di moralità e il comportamento etico. Queste possono essere delle abilità di vita in senso lato. Il successo dello sviluppo economico deve incontrarsi con i bisogni dell’ambiente, con la qualità della vita e della società. Ma la conoscenza tradizionale non è equipaggiata per aiutarci a fare la scelta giusta.  Abbiamo bisogno dell’abilità di bilanciare le necessità della società nel suo insieme con quello degli affari. Quest’aspetto richiede una diversa conoscenza applicativa.
Come genitori e insegnanti desideriamo che i nostri figli sviluppino l’abilità di applicare quello che imparano a casa e a scuola, nella vita reale. Tuttavia, gli studenti non sempre stabiliscono il collegamento fra ciò che imparano e la loro vita quotidiana. Un educatore prominente, Kevin Ryan definisce un buon carattere: “Conoscere il bene, amare il bene, e fare il bene” (Ryan, Bohlin 1999).

Tutti e tre gli elementi sono enfatizzati alla stessa maniera e ognuno funziona nel sostenere gli altri due. Per Ryan, la maturità morale e del carattere significa agire in conformità a quella conoscenza ed emozioni. Inoltre, egli sostiene che “gli studenti devono diventare attori morali, non solamente relatori morali”. Thomas Lickoma, è d’accordo: “Semplicemente apprendere il valore di prendersi cura dell’altro, può aumentare la conoscenza morale ma non necessariamente sviluppare l’impegno a quel valore, la propria fiducia nel sapere aiutare o l’abilità necessaria di contribuire efficacemente”. Per coltivare la cura degli altri, come qualsiasi altra qualità, richiede l’approccio dell’Imparare-facendo che sviluppa tutti e tre gli aspetti del carattere: Conoscenza, Emozioni e Azioni”. (Lickoma, 1991)

Se consideriamo i tre pilastri del sostegno educativo, possiamo trovare molte risorse per il nutrimento del carattere. La casa è il pilastro centrale o primario per l’apprendimento. Perciò è comprensibile che sia anche il pilastro primario per lo sviluppo del carattere. Tuttavia, le famiglie individuali abbisognano del sostegno della comunità (o quartiere) attorno a loro, il secondo pilastro nello sviluppo di un forte carattere. Una cosa è praticare le lezioni imparate a casa nel proprio ambiente ~~e, un’altra è essere un individuo virtuoso ovunque. Il vero test, poi, è estendere queste lezioni alla comunità più vasta. Sia la casa che la comunità, hanno bisogno di sostegno e di strumenti innovativi per insegnare queste virtù. Questo è dove il Service Learning dà il suo contributo. Che cosa dire del terzo pilastro di sostegno – la scuola? Le discussioni, i meeting di classe e le lezioni mirate possono focalizzarsi sul significato d’essere persone oneste, affidabili, integre o sul bisogno di compassione ed empatia nella società. Creare un ambiente che è di sostegno alla lezione nello sviluppo del carattere, rafforzerà il concetto stesso. Ad ogni modo, com’è stato fatto notare da Ryan e Lickoma, i limiti di queste attività sono che mentre gli studenti possono apprendere intellettualmente i concetti centrali per sviluppare un buon carattere e personalità, potrebbero non integrare tale concetto nella loro vita quotidiana.

Ma come possiamo definire la maturità? Possiamo affermare che un individuo è maturo, quando ha un sano senso di ciò che è in relazione agli altri ed è capace di un senso genuino d’altruismo con l’abilità di mettere i bisogni degli altri prima dei suoi. Un individuo maturo ha ben sviluppata la sua coscienza che guida le proprie azioni.

Concludendo, si può affermare con certezza che il Service Learning si adatta benissimo a nutrire e sviluppare il carattere. Gli studenti si confrontano sul come agire altruisticamente e diventare responsabili, capaci d’amare e diventare degli uomini e donne di cuore, e portare un contributo significativo alla società. Esso è l’unico strumento per lo sviluppo del carattere? Ovviamente, no! Ma è uno strumento fra i più efficaci a disposizione dei genitori, degli educatori sociali e insegnanti.

* Kathy Winings “Building Character through SERVICE LEARNING”, Ed.D.

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