14 maggio 2013

Intervista al Venerabile Tamtog Rimpoce, stretto collaboratore del Dalai Lama

di Elena Bellocco, portavoce del Centro Studi Tibetano di Bordighera e
Giorgio Gasperoni, Direttore Responsabile di Voci di Pace

L’intervista è stata fatta il 22 Aprile 2009 al Centro Ghe-Pel-Ling di Milano, sua residenza.
Dal 7 Agosto 2009 il Venerabile Tamtong Rimpoce è stato nominato abbate da Sua Santità il Dalai Lama il quale ha voluto che restasse con lui nel Monastero Namgjala, del più antico lignaggio Tibetano, a Dharamsala, India, sul versante meridionale dell’Himalaya, da dove vive in esilio dal 1959, insieme a più di cento quarantamila Tibetani che vivono lontani dalla loro patria, e tremila tra monache e monaci: molti in Nepal, Bhutan, Svizzera e Canada. Resterà nel monastero per 5 anni, e sarà indubbiamente un ritorno prezioso stare cinque anni accanto al XIV Dalai Lama, Premio Nobel per la Pace. Nessun torto può durare per sempre, ha affermato il Dalai Lama il quale non smetterà mai di chiedere e di infondere la Pace.

Elena Bellocco: Venerabile, vorrei iniziare ringraziandola tantissimo per quello che ha dato in saggezza sia a me personalmente che a tutto il centro buddista di Bordighera. I suoi insegnamenti sono stati molto preziosi. Vorrei farle alcune domande; innanzitutto, cosa si dovrebbe fare in concreto per il popolo tibetano che ancora non si è fatto.
Venerabile Tamtog Rimpoce: In generale, esiste nel mondo quel tipo di lotta che porta ad avere la vittoria per se e la sconfitta dell’avversario. Questo tipo di lotta potrà avere un effetto vincente nell’immediato però nel lungo periodo il problema non lo risolve. Come sua Santità ha ricordato, se noi andiamo a vedere la storia antica del Tibet, il Tibet era uno Stato indipendente.
Però, guardando la situazione attuale Sua Santità, il Dalai Lama ha sottoposto al Parlamento Europeo 5
proposte. Successivamente Sua Santità, il Dalai Lama ha proposto al Parlamento Europeo una soluzione o per meglio dire una strada che possa risolvere i problemi andando incontro alle esigenze delle parti in gioco, la Cina e il Tibet, per un reciproco beneficio.
Questa linea è stata chiamata “Via di Mezzo”. Il problema si complica in quanto uno dei contendenti, la Cina, è una grande nazione e la situazione si complica tantissimo. Finora Sua Santità, il Dalai Lama e il governo in esilio e tanti tibetani hanno cercato di fare del loro meglio per migliorare la situazione ma in pratica non abbiamo ottenuto risultati concreti. Per arrivare a rispondere alla domanda su cosa si può fare concretamente posso dire che se la comunità internazionale appoggiasse la verità dei fatti si potrebbe arrivare a dei risultati concreti.
Elena Bellocco: Venerabile, c’è ancora tanta ignoranza sul buddismo tibetano, cosa potrebbe essere fatto in proposito?
Venerabile Tamtog Rimpoce: Noi non facciamo alcunché a proposito. Non cerchiamo di diffondere la religione o filosofia buddista tibetana. Il Dalai Lama stesso non è mai stato favorevole a farlo in quanto ogni popolo ha la propria religione degli antenati ad eccezioni di alcuni che possono avere per ragioni ed esigenze personali il desiderio di imparare e di conseguenza venire nei nostri centri.
Altrimenti, i buddisti non fanno nulla per diffondere o fare proselitismo con i non buddisti. Ad esempio, negli anni passati i centri buddisti dove venivano impartiti gli insegnamenti buddisti erano un numero limitato, poi negli ultimi anni si sono incrementati di molto. Ad esempio, al nostro Centro di Milano non pubblicizziamo niente.
Non facciamo annunci sui giornali; chi viene ai nostri incontri, se rimane interessato, poi può continuare a frequentare.
Elena Bellocco: Mancanza di tempo e aumento dello stress. Si parla di prevenzione e non di meditazione: perché non si insegna nelle scuole la meditazione ai bambini che potrebbe essere una terapia contro l’ansia, lo stress e le varie patologie?
Venerabile Tamtog Rimpoce: ogni Stato ha una sua propria Politica Educativa. Sono i governi dei vari stati che decidono queste cose. Il nostro Centro Gebelin, ad esempio, da un po’ di anni è stato visitato da tantissimi studenti: arrivano classi di scuole elementari, medie e superiori accompagnate dai loro insegnanti. Vengono a gruppi anche di 50 studenti per volta. A volte chiedono informazioni sul Tibet, a volte sulla cultura in generale, sugli insegnamenti o sulla meditazione. Se gli studenti o gli insegnanti sono interessati, il Centro è sempre a disposizione. Anche per i pazienti degli ospedali c’è la possibilità di essere visitati dai Lama o dai Monaci Buddisti se lo desiderano, per ricevere consigli.
Elena Bellocco: Lei che è a stretto contatto con il Dalai Lama, di che cosa ha parlato ultimamente?
Venerabile Tamtog Rimpoce: innanzitutto il Dalai Lama non tanto tempo fa è stato in ospedale per una semplice operazione alla cistifellea. Successivamente sua Santità è venuto in Belgio ed io in quella occasione l’ho incontrato. In quell’occasione mi ha raccontato che al di là dell’operazione alla Cistifellea i dottori gli hanno confermato che il suo organismo è come quello di una persona giovane. Poi di seguito, mi ha chiesto di continuare nelle attività per sostenere il Tibet, ma non solo. È importante portare l’attività spirituale per il beneficio degli esseri umani.
Elena Bellocco: Il Dalai Lama è soddisfatto di ciò che è stato fatto finora?
Venerabile Tamtog Rimpoce: Lui è soddisfatto perché tutto quello che lui è riuscito a realizzare lo ha fatto con sincera motivazione altruistica.
Elena Bellocco: Cosa lo preoccupa e cosa gli da gioia?
Venerabile Tamtog Rimpoce: Sua Santità è gioioso di tutto quello che lui è riuscito a fare; cosa lo preoccupa? Se intendiamo questo concetto preoccupa o preoccupazione come concetto negativo
allora è una sofferenza mentale secondo l’insegnamento ed io credo che Sua Santità non ha questa preoccupazione. Se intendiamo, invece, preoccupazione per una mancanza di interessamento altruistico Sua Santità ha come obiettivo principale di dedicare tutte le sue energie affinché gli esseri possono essere aiutati a liberarsi di tutte le loro sofferenze. Questo è il senso della sua preoccupazione.
Elena Bellocco: C’è in programma un incontro con il Papa Benedetto XVI?
Venerabile Tamtog Rimpoce: C’è stato un incontro non tanto tempo dopo che Benedetto XVI era stato eletto, in forma privata. Ci sarebbe dovuto essere un secondo incontro ma a causa della pressione Cinese sul Vaticano questo incontro non è avvenuto. E’ facile capire che se l’incontro fosse avvenuto, i cattolici in Cina avrebbero avuto difficoltà.
Elena Bellocco: L’incontro è stato solo rinviato?
Venerabile Tamtog Rimpoce: No! È stato cancellato e non è stato previsto per il prossimo futuro.

Giorgio Gasperoni, Direttore Voci di Pace: Vorrei passare ad un argomento più generale. L’impegno di “Voci di Pace” è rivolto in maniera notevole al dialogo interreligioso e come poter trovare la strada per un maggior rispetto e collaborazione per risolvere i conflitti in modo pacifico: Qual è il suo punto di vista?
Venerabile Tamtog Rimpoce: In linea generale al dialogo interreligioso ed interculturale sono molto favorevole.
Parlando in generale, ogni religione e ogni cultura, in accordo alla sua popolazione hanno una propria caratteristica specifica, sia dal punto di vista della visione che dal punto di vista pratico, concreto. Però, sia nelle religioni che nelle culture ci sono degli aspetti comuni a tutti: i cosiddetti valori universali. Quindi, quando parliamo di valori interreligiosi ed interculturali dobbiamo esaminare questi valori universali, comuni a tu
tti, e fare un sforzo comune per realizzarli.

Questo è perfettamente possibile. In essenza, potrei riassumere questi punti in comune in due concetti: se è possibile, aiutare! Se non è possibile aiutare, non danneggiare!

Giorgio Gasperoni: Avendo studiato Gandhi, mi sono rimaste impresse alcune sue affermazioni. Vorrei citarne due e chiedere a lei di elaborarle: “Quando uno raggiunge l’essenza della sua religione capisce anche coloro delle altre religioni” e “Ho imparato ad amare il cristianesimo e l’Islam tramite la mia religione, l’Induismo.
Venerabile Tamtog Rimpoce: La visione di Gandhi è perfettamente ragionevole, perché è valida? Spiego la ragione: qual è l’essenza di tutte le religioni? L’obiettivo di ogni religione è quella di beneficiare gli altri e non quella di danneggiarli. Quindi, praticando bene la propria religione si cerca di beneficiare l’altro e di non danneggiarlo. Facendo così, naturalmente tu avrai rispetto verso le altre religioni e altre popolazioni. Sono perfettamente d’accordo. Aggiungo un’altra cosa: perché l’essenza della religione è quella di aiutare gli altri e non danneggiarli? C’è una ragione molto valida.
Noi tutti per poter sopravvivere abbiamo bisogno degli altri. Senza la disponibilità degli altri non potremmo vivere. Non è, quindi, solo un ragionamento filosofico ma è un dato di fatto.

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