20 marzo 2013

Quando il debito pubblico è una violazione dei Diritti Umani



La maggior parte dei governi sono colpevoli di schiavitù

di Giorgio Gasperoni
Tra le tante analisi che sono state fatte sull'origine e le cause della grande crisi finanziaria che ha coinvolto l'intera economia mondiale in questi ultimi anni, partita dagli Stati Uniti d'America, mi ha colpito quella del Dr. Gordon Anderson, Presidente de La Paragon House e Direttore dell’International Journal on World Peace, per la sua lucida, approfondita ma allo stesso tempo semplice disamina degli avvenimenti susseguitesi anche alla luce di un quadro storico di riferimento.
In sostanza cosa sostiene il Dr. Anderson sul debito pubblico? La maggior parte di questo debito è legalmente dovuto da parte di persone che mai hanno accettato di prendere su di se quest'obbligo, ma è stato loro imposto dai rispettivi governi. Tale debito pubblico dovrebbe essere visto come una violazione dei diritti umani fondamentale. La maggior parte dei paesi che sono membri delle Nazioni Unite s’impegnano in questa forma di schiavitù che è più sottile, ma non meno perniciosa e ripugnante rispetto alla schiavitù tradizionale così pubblicamente denunciata.
L'articolo 4, Dichiarazione Internazionale delle Nazioni Unite sui diritti dell'uomo afferma: Nessun individuo potrà essere tenuto in schiavitù o in servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi sono vietate in tutte le forme. Il dizionario Merriam-Webster definisce la schiavitù come: lavoro ingrato, fatica, sottomissione a un’influenza dominante, stato di una persona che è un bene mobile di un altro.
Questa definizione di schiavitù non è semplicemente la proprietà o il possesso fisico di un'altra persona, ma qualsiasi tipo di dominazione che controlla una persona, o la usa per gli scopi di un altro. Questa pratica viola l'imperativo categorico di Immanuel Kant che gli esseri umani dovrebbero essere trattati come fine in se stessi e non come un mezzo per lo scopo di qualcun altro.
Prendere a prestito denaro obbliga il mutuatario verso il creditore che si guadagna una percentuale di lavoro del mutuatario in cambio del prestito. Tuttavia, quando un individuo prende in prestito denaro da un altro individuo e firma un contratto, il prestito è volontario. In altre parole, il mutuatario s’impegna a mettersi al servizio di un altro in cambio di capitale che potrebbe permettergli di vivere subito in una casa o iniziare un'attività economica. In questo caso, il mutuatario considera il prestito, un aiuto per la sua ricerca della felicità, e il mutuatario non assoggetta un'altra persona agli scopi di qualcun altro.
Se i termini del prestito non sono rispettati dal mutuatario, egli sopporta le conseguenze delle proprie azioni, ma non danneggia nessun altro. Tuttavia, quando una persona o istituzione sociale come un governo, prende in prestito soldi che un'altra persona è costretta a rimborsare, l'indebitamento, sostenuto da terze parti, è involontario. Questa è una forma di schiavitù. Purtroppo, la maggior parte degli stati moderni s'impegna in questa pratica senza scrupoli che viola i diritti umani fondamentali e la libertà. Quando gli Stati Uniti prendono a prestito denaro che obbliga al pagamento da parte dei contribuenti odierni e futuri, non coinvolti nel prestito, si viola il principio fondamentale della dichiarazione d'indipendenza, il diritto alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità.
Gli Stati Uniti hanno liquidato la schiavitù con il XVI emendamento
Molte persone tenteranno di spiegare razionalmente la moralità del debito degli Stati Uniti (e di molte nazioni europee, aggiungiamo noi) dicendo che i cittadini americani hanno votato per questo debito attraverso i loro rappresentanti democraticamente eletti. Questa è retorica. Quando si analizza il salvataggio delle banche dell'ottobre 2008 di $700 milioni, la maggior parte dei cittadini degli Stati Uniti ha chiesto ai loro rappresentanti di votare contro il provvedimento. Esaminando brevemente questo processo, gli sponsor di quel progetto di legge hanno comprato i voti dei rappresentanti originariamente opposti al disegno di legge con le più disparate motivazioni, dall'assicurazione obbligatoria per la salute mentale a molto altro. Questo stesso processo ha violato il concetto di legislazione di un unico soggetto che era stato scritto dai formulatori della Costituzione degli Stati Uniti.
Il sistema fiscale originale del governo degli Stati Uniti era stato basato sulle tariffe doganali e le accise. Questo potrebbe applicarsi anche alle tasse sulla vendita, perché l'IVA non va a incidere direttamente sul lavoro di una persona o una proprietà che già possiede. Il concetto dietro la protezione della proprietà e il diritto per i frutti del lavoro di un individuo che hanno tenuto in considerazione i fondatori, sono che il governo non dovrebbe essere in grado di utilizzare schemi che possano privare una persona della vita, della libertà e della proprietà che egli già possiede. Tasse sulla vendita possono essere considerate volontarie perché ogni persona ha facoltà di scelta se acquistare un prodotto e consentire che una porzione di tale prezzo di acquisto possa andare al governo come tassa. Tale acquisto non va a pesare su una terza parte e non viola l'imperativo categorico.
Molti tipi di governi, dai regimi monarchici, dittatoriali, alle democrazie impongono tasse involontarie. Gli Stati Uniti hanno fatto diventare le tasse involontarie sugli individui legali con l'approvazione del XVI emendamento nel 1913. Questo emendamento ha minato fondamentalmente lo scopo originale della Costituzione degli Stati Uniti. Il disegno di legge era stato progettato da banchieri che volevano fare prestiti ai governi, perché essi avevano il potere di usare la forza per emettere le tasse e farsi rimborsare i prestiti. Dopo tre anni dall'approvazione di questo emendamento, il bilancio degli Stati Uniti di un anno è diventato maggiore di tutti gli anni precedenti messi insieme, dal 1789 in poi — incluso il costo della guerra civile.
Diventare dipendenti
Non ci volle molto per il governo degli Stati Uniti per diventare dipendente a questo nuova fonte di dollari/schiavi. Durante la guerra mondiale, Woodrow Wilson, lo stesso Presidente che firmò il XVI emendamento e che ha venduto i propri cittadini a una nuova forma di schiavitù, decise di entrare in guerra per volere di J.P. Morgan e altre banche che avevano dato oltre 1 miliardo di dollari di prestiti ai paesi europei coinvolti nella guerra. J.P. Morgan era garantita dal rimborso del debito dai contribuenti degli Stati Uniti, a prescindere dal fatto che i paesi europei fossero inadempienti oppure no. Il piano di salvataggio bancario nel 2008 è stato un altro esempio di queste stesse forze al lavoro.
Dopo la prima guerra mondiale, i singoli Stati e le società fecero pressioni affinché il denaro che proveniva da questa enorme cascata di dollari provenienti dalle tasse, che sembrava essere lì pronto, potesse essere preso. I singoli Stati hanno iniziato ha prelevare i soldi federali per le autostrade dopo che l'automobile per ogni famiglia era diventata conveniente. Calvin Coolidge ha finanziato un sacco di società ed è famoso per la sua dichiarazione "l'attività di governo è business." Poi la F.D.R. cominciò a distribuire il denaro a organizzazioni come la WPA (Work Projects Administration - 1939) agenzia governativa statunitense creata durante il New Deal che avrebbe assunto persone che erano disoccupate per la costruzione d’infrastrutture e parchi nazionali. Dopo pochi decenni, questa frenesia si era estesa a tutti gli angoli della società fino al punto che oggi tutto questo è rimasto scolpito nella coscienza nazionale come una dipendenza. Ma questa dipendenza si basa sul principio della schiavitù.
La Grecia come schiava dell'Unione europea
Ci sono davvero pochi governi nel mondo moderno che non abbiamo ceduto alla tentazione di prendere in prestito denaro dalle banche e bere questa bevanda rinfrescante come hanno fatto gli Stati Uniti. L'intera Unione monetaria europea è stata basata su una moneta comune che ha permesso ai banchieri d'invogliare i governi degli Stati membri con prestiti che non avrebbero potuto rimborsare. In paesi come la Grecia, i singoli cittadini non hanno obiettato, finché gli stipendi hanno continuato ad arrivare a livelli sempre più alti rispetto al valore di mercato del lavoro effettivamente eseguito.
L'immoralità del debito pubblico involontario
La lezione degli ultimi 100 anni è che i governi sono stati irresponsabili e immorali. Inoltre, alcuni dei più convinti membri delle Nazioni Unite continuano a violare palesemente l'articolo IV della dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite, compresi gli Stati Uniti. Violando il principio fondamentale di non trattare gli esseri umani come esseri di valore unico, ma come un mezzo per i governi di raggiungere i loro obiettivi, i cittadini sono sfruttati piuttosto che protetti, e molte persone soffrono sotto il peso dello sbilanciamento del debito nazionale.
Questo significa che tutti i prestiti che i governi accendono sono immorali?
Non necessariamente. La vendita di titoli di stato è un'operazione volontaria tra i singoli acquirenti di bond e i governi. In genere, le obbligazioni sono acquistate per infrastrutture come strade, costruzioni o fogne che saranno rimborsate attraverso la raccolta di tasse per il loro uso. Non è necessario che gli individui utilizzano questi servizi, ma il loro uso è generalmente su base volontaria ed è considerata una convenienza. Sta di fatto che le città spesso attirano la gente a vivere nelle loro giurisdizioni perché forniscono servizi di alta qualità a un prezzo ragionevole. Inoltre, questi servizi sono di solito soggetti alle pressioni del mercato che richiedono, essere efficienti e competitivi perché le persone sono libere di muoversi in altre città se non trovano la convenienza necessaria dove si trovano.
In sintesi
Quando l'indebitamento governativo è basato su l'imposizione forzata, è immorale, una forma di schiavitù e una violazione dell'articolo 4 della Dichiarazione Internazionale dell'ONU sui Diritti Umani. Viola il concetto base che gli individui sono esseri liberi di perseguire la vita, la libertà e la felicità. È una politica che tratta le persone innocenti come un mezzo per gli scopi di qualcun altro e utilizza la forza coercitiva per realizzarla. Dovrebbe essere bandita e vista con ripugnanza simile alla schiavitù, perché è una forma di schiavitù.
Molte nazioni sono oggi in bilico con il debito che opprime i suoi cittadini, in alcuni casi con maggiore oppressione rispetto agli schiavi tradizionali quando appartenevano a proprietari benevoli. Gran parte di questo debito è causato da scaltri banchieri che vedono i governi come dei bersagli facili. Questo è causato anche da cittadini che hanno vissuto con un'attitudine di dipendenza dal lavoro degli altri e non hanno mai imparato i principi dell'autodeterminazione economica ne dai genitori né a scuola.
Tuttavia, questo principio del debito involontario, come il principio di gravità ha delle conseguenze. Sporgersi troppo da una scogliera può portare alla morte, e camminando su una rupe fiscale può portare alla morte fiscale. Un principio è un principio, fin dai tempi di Aristotele abbiamo imparato che buone leggi e Costituzioni segnano i confini delle scogliere. Una tale legge, o requisito costituzionale, che può mantenere la società umana libera e prospera è il divieto d’imposizione forzata del debito pubblico, che eliminerebbe la possibilità di tali scogliere fiscali (fiscal cliffs).

GORDON L. ANDERSON è il Presidente de la Paragon House, Direttore capo dell’International Journal on World Peace, e Professore al California Institute of Integral Studies. Ha studiato Etica Cristiana all’Union Theological Seminary a New York e ha un dottorato in Filosofia della Religione,  Claremont Graduate University. E’ autore di diversi articoli e libri, incluso “Philosophy of the United States: Life, Liberty, and the Pursuit of Happiness and Life, Liberty, and the Pursuit of Happiness”.

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