20 marzo 2013

L'Avidità del Denaro e Dio


di Charles de Watteville,

Recentemente ho letto il libro "Money Greed and God: perché il capitalismo è la soluzione e non il problema", di Jay Richards. Ho trovato ottimi spunti su cui riflettere. Il libro fa notare alcuni pregiudizi molto comuni. Un sistema orientato verso principi socialisti è migliore di un sistema capitalista? E' più giusto ed etico? Il capitalismo rende le persone egoiste? Queste ed altre sono le domande a cui il libro cerca di dare risposta.
L'autore cerca di aprire gli occhi dei cristiani su otto errori che comunemente compiono quando affrontano i temi economici. Fa un elenco degli otto pregiudizi o miti più comuni:
Il mito del Nirvana (contrastare il capitalismo con un ideale non realizzabile piuttosto che con scelte credibili).
Il mito della pietà (Incentrarsi sulle nostre buone intenzioni piuttosto che sulle conseguenze non volute delle nostre azioni)
Il mito del gioco a somma zero (credere che il mercato preveda un vincitore e uno sconfitto)
Il mito materialista (credere che la ricchezza non sia creata ma semplicemente trasferita)
Il mito dell'avarizia (credere che l'essenza del capitalismo sia l'avarizia)
Il mito dell'usura (credere che gli interessi sui soldi sia sempre una forma di sfruttamento)
Il mito estetico (confondere il giudizio estetico con argomenti economici)
Il mito dello Status Quo (credere che le cose rimangano sempre le stesse, ad esempio, supponendo che il trend della popolazione continui eternamente o trattando una "risorsa naturale", come se fosse sempre necessaria)
L'autore nella sua riflessione afferma che non sempre aveva percepito i benefici dell'economia di mercato. Ripercorre il percorso che l’ha portato da una forte opposizione al capitalismo, sino a vedere le virtù cristiane nel libero mercato.
A pagina 35 del libro l'autore scrive che "spiritualmente è meglio avere una situazione mista dell'economia piuttosto che essere indifferenti alla sofferenza umana. Economicamente, però, solo quello che fai, è importante, qualunque sia il tuo motivo". Questo sembra essere un punto molto importante del suo libro. Che cosa sta cercando di dire?
L'autore sostiene che un aspetto fondamentale è la motivazione. E' importante che noi consideriamo il nostro stato spirituale di fronte a Dio. La nostra motivazione per un certo tipo di politica non ha niente a che fare con gli effetti reali che certe scelte hanno sulla società. Egli pensa che i cristiani troppo spesso valutino le proprie (e quelle degli altri) motivazioni su questioni economiche troppo severamente: pensare che sia più importante sentirsi in obbligo verso la povertà piuttosto che fare qualcosa per aiutare i poveri. Spesso chi si occupa del secondo aspetto è percepito come insensibile verso i poveri.

Nel suo libro appena finito, "Ten ways to alleviate Poverty; or, creating Wealth in Ten Tough Steps" Jay Richards sostiene tra le altre cose il ruolo fondamentale della legge e del principio di equità per quanto riguarda la proprietà privata come elementi fondamentali per alleggerire la povertà.
Il ruolo della legge per l'economia di mercato è un prerequisito per la sua stessa esistenza. Un mercato libero non è anarchia, come alcuni critici fanno credere quando parlano di "capitalismo sfrenato". Perché il mercato possa essere libero, lo scambio deve essere volontario, il che significa che deve essere percepito come un beneficio per tutti i partecipanti. Questo è ciò che rende l'economia di mercato, per definizione, un elemento a somma positiva. Se il più forte può rubare al più debole con impunità, egli non avrà nessuna motivazione per cercare soluzioni win-win. Il ruolo della legge incoraggia i partecipanti a cercare scambi di mercato che siano mutualmente benefici, aldilà dei motivi degli stessi. Questo è un buon elemento.

In conclusione l'autore sostiene che se una società ha una visione o un credo generale sull'esistenza ciò influenzi notevolmente anche l'economia di tale società. Ad esempio, se crediamo che il mondo abbia un ordine preciso e uno scopo chiaro, saremo più portati a ricercare e scoprire questo ordine e questo scopo. Per di più, questa visione incoraggia l'ottimismo, rallenta la gratificazione e motiva l’uomo a far sì che il mondo sia un posto migliore dove abitare. Cosa più importante, previene il rischio di ridurre l'economia a puro materialismo. La verità più importante dell'economia emerge dalla realtà della persona umana. Questa realtà richiede un quadro di riferimento teologico/filosofico che può giustificarlo.
Naturalmente, per controbilanciare tendenze utopiche, queste convinzioni devono essere bilanciate da una consapevolezza salutare dei nostri difetti. Nella visione cristiana, il peccato originale realizza questo scopo.

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