27 febbraio 2013

UN'INSOLITA VISITA IN UCRAINA


Visita al carcere di Cherkasy, Ucraina centrale, adibito a seggio elettorale nelle recenti elezioni parlamentari.

di Carlo Alberto Tabacchi

Generalmente, i seggi elettorali sono scuole primarie e secondarie e talvolta università.
Qualche sorpresa non manca mai: a Sri Lanka, nell'area di Negombo, sono andato a controllare una polling station in un colorito tempio induista; in Azerbaijan, vicino la città di Sumqait, il seggio era un'austera base militare.
Durante le recenti elezioni parlamentari in Ucraina, destinazione del mio deployment con l'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) è stata la tranquilla cittadina di Cherkasy, a circa 3 ore di bus a sud di Kiev.
Lunghi e piacevoli filari di alberi, tipo betulle, con foglie gialle intense circondavano questa graziosa cittadina, bagnata dal placido fiume Dniepr. Cherkasy, con i suoi 290.000 abitanti, vive soprattutto di agricoltura. La regione ha dato i natali allo scrittore e poeta Taras Shevchenko, rilevante figura nella storia culturale ucraina (1814- 1861). Nella regione abitano prevalentemente ucraini, 94% e russi, 5%.

Con la partner russa Yulia, diplomatica, decido, il giorno prima delle elezioni, di selezionare una decina di polling stations da controllare: scegliamo una prigione alla periferia della città. I 2 osservatori (finlandese e canadese) di lungo periodo, da cui formalmente dipendiamo, restano un po' dubbiosi, né contrari, né favorevoli. Il dado è tratto: il giorno delle elezioni con l'indispensabile interprete, Svetlana, e la professionale autista, Nadia, ci rechiamo incuriositi nel carcere.
La trafila per accedere è, ovviamente come target sensibile, abbastanza lenta e lunga. Consegniamo ad un militare badge Osce, passaporto, telefonino e macchina fotografica. Dopo un'incerta attesa in un angusto ingresso, il via libera!
Scortati da 3 algide guardie, dopo una serie di rumorose porte blindate, entriamo in uno spoglio cortile. Con la coda dell'occhio massimizzo quanto c'è , da vedere: grigio muro di 3 metri con filo spinato, alcuni cartelli in cirillico, qualche torretta di avvistamento. In un edificio basso, una vasta e spartana sala di ricreazione funge per l'occasione da seggio, con numerose panche e tavoli. Parliamo brevemente con la presidente del seggio, che sovrintende con una dozzina di membri (quasi tutte donne) all'espletamento del lavoro. Tre ordinate file di giovani detenuti, con tute grigie e blu, sono vicine ai tavoli dove ricevono le schede elettorali: compostezza, silenzio ed organizzazione regnano nella sala. Eleganti tende con i colori della bandiera ucraina, gialle e celesti, coprono le cabine per votare. Riempiamo, come da prassi, il modulo di osservazione in inglese: votanti, registrati, osservatori di partiti, episodi significativi ... Sorpresa: una guardia si avvicina all'interprete: il direttore vuole conoscerci. Spendiamo una mezz'oretta con il colonnello Nikolayevich, sui 50 anni, massiccia corporatura, che si presenta in alta uniforme verde sormontata nel petto da medaglie nel suo ufficio: risulta sguarnito con la scrivania semivuota; l'unica curiosità, un piccolo acquario alla parete. Ci offre un succo d'uva. Con l'interprete, otteniamo delle generiche informazioni sulla vita del carcere: i detenuti, 1.500 tutti uomini, sono ucraini, tranne una trentina tra russi, bielorussi e moldavi; la droga è il motivo principale della loro detenzione; alcuni svolgono piccoli lavori di manutenzione, tipo falegnameria, lavanderia. Il direttore si informa sulla situazione penitenziaria in Italia: me la cavo parlando del grave sovraffollamento esistente. Il colonnello ci congeda con una vigorosa ed amichevole stretta di mano.
Ripercorriamo pensierosi il tragitto guadagnando l'uscita con gli immancabili "angeli custodi". Qualche inevitabile riflessione: ho visto per un paio d'ore uno spaccato di vita che è positivo vedere, ma assolutamente da evitare; malinconia, tristezza, abitudini uguali, gesti ripetitivi pervadono la vita quotidiana e cupa della prigione. L'ho intuito anche dalla sorpresa del direttore che immagino non ha eccessivi contatti ... internazionali!
Dalle elezioni nell'intero paese, è emerso che il Partito delle Regioni, guidato dall'attuale Presidente Yanukovych ha ottenuto oltre il 33% dei voti, seguito dal blocco dell'opposizione (Batkivshyna), che comprende l'ex premier Tymoshenko (ricoverata in ospedale, in stato di arresto) con il 22,5%; al terzo posto, la formazione politica Udar con il 15% dei voti.
In sintesi, la distribuzione del voto ha evidenziato una spaccatura del paese: le regioni occidentali e centrali hanno sostenuto l'opposizione e i nazionalisti mentre le regioni orientali e meridionali, con la presenza cospicua delle minoranza russa, hanno accordato la loro preferenza a Yanukovych e ai comunisti. Inoltre, la frammentazione non favorisce lo sviluppo di un'opposizione coesa alternativa alla attuale compagine di potere incline all'autoritarismo.
In conclusione, l'Ucraina può diventare un importante partner strategico dell'Europa e un ponte geopolitico tra Mosca e Bruxelles per la posizione geografica, i giacimenti di gas di scisto, le infrastrutture di trasporti dell'energia nonché per le ingenti risorse agricole.

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