2 novembre 2012

Cultura di Pace: dove iniziare?

“Since wars begin in the minds of men, it is in the minds of men that the defenses of peace must be constructed.”  - Costituzione UNESCO

‘Poiché le guerre hanno origine nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che la difesa della pace deve essere costruita.’

di Giorgio Gasperoni

È nostra convinzione che gli ostacoli fondamentali alla pace sono interiori, o spirituali. Questi ostacoli includono pregiudizi, odio, egoismo e indifferenza, spesso derivati da secoli di tali pratiche. Gli ostacoli più visibili sono la guerra, lo sfruttamento, le disparità economiche e così via.

Comunque essi sono il risultato della nostra attitudine e modi di pensare degli uni verso gli altri. La strada della liberazione dall’egoismo e dall’odio può essere trovata nei loro opposti: l’altruismo e l’amore. Quando ci focalizziamo sul servire il prossimo, anche nemici storici possono cooperare per una causa comune. Gli ultimi anni del secondo millennio avevano acceso molte speranze per un futuro caratterizzato dalla cooperazione piuttosto che dal confronto.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato l’anno 2000 come Anno Internazionale per una Cultura di Pace e ha pubblicato un documento intitolato “Manifesto 2000”. Tale documento mette in evidenza sei aree principali, alle quali anche noi abbiamo aderito. Esse sono:

1. Rispettare la vita

rispettare la vita e la dignità di ogni essere umano senza discriminazione ne pregiudizi

2. Rifiutare la violenza

praticare la non-violenza attiva, rifiutando la violenza in ogni sua forma: fisica, sessuale, psicologica, particolarmente verso i più deboli e vulnerabili, come i bambini e gli adolescenti.

3. Liberare la generosità

condividere il mio tempo e le mie risorse materiali coltivando la generosità per porre fine all’esclusione, all’ingiustizia e all’oppressione politica ed economica.

4. Ascoltare per comprendere

difendere la libertà d’espressione e le diversità culturali, privilegiando sempre l’ascolto e il dialogo senza cedere al fanatismo, alla maldicenza e al rifiuto degli altri.

5.  Preservare il pianeta

Promuovere un consumo responsabile e un modello di sviluppo che tenga conto dell’importanza di ogni forma di vita e preservi l’equilibrio delle risorse del pianeta.

6. Rinnovare la Solidarietà

Contribuire allo sviluppo della mia comunità, con la piena partecipazione delle donne e del rispetto dei principi democratici, per creare insieme delle nuove forme di solidarietà.

Espandendo il periodo di tempo di questa iniziativa, l’Assemblea Generale ha dichiarato il periodo che va dal 2001 al 2010 il Decennio per una Cultura di Pace e non Violenza per i Bambini del Mondo.

Nel 2001 il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato congiuntamente alle Nazioni Unite ed al suo Segretario, Kofi Annan.
Queste iniziative delle Nazioni Unite riflettono il desiderio di Pace e armonia fra le persone del mondo. Tuttavia, anche quando la Dichiarazione del “Manifesto 2000” fu resa pubblica, 68 nazioni nel mondo erano coinvolte in conflitti armati.
Come sapete fin troppo bene, un nuovo ciclo di guerre sono iniziate dopo l’11 settembre 2001: proliferazione di conflitti locali, regionali, etnici e religiosi nel mondo, mostrano l’urgente bisogno per una transizione da una cultura di lotta ad una Cultura di Pace.
Una cultura di pace è diversa da una politica di pace. Una cultura di pace si incentra su fattori interiori che contribuiscono ad una strada di pace.
La cultura suggerisce un’attitudine, un’identità, un modo di essere. È un insieme di valori condivisi da un gruppo di persone sui quali organizzano la loro vita in comune. La cultura è collegata in modo profondo all’Etnia, alla Religione, all’Arte e alle Tradizioni. Perciò, concentrandoci su una cultura di pace ci dobbiamo confrontare più profondamente sulla nostra condizione umana.
È di grande aiuto avere dei principi che possono unirci e darci forza per il nostro sforzo per la pace. Il punto centrale di una Cultura di Pace è di vivere nel rispettare il nostro prossimo.
Una Cultura di Pace non può essere imposta dall’esterno, viene coltivata nel cuore degli operatori di pace e si espande in onde concentriche come quando un sasso viene lanciato in un lago. Inizia con la vita quotidiana di ogni individuo di buon carattere, la cultura di pace si estende in modo naturale a famiglie armoniche fino a comunità e nazioni guidate da valori e principi universali.
Il manifesto 2000 enfatizza il modello di espansione della pace che parte dall’individuo, passa alla famiglia, poi alla comunità, fino al livello Internazionale. Una Cultura di Pace necessita di tempo per crescere. Ad esempio le parole di azione nel manifesto 2000 si riferiscono al passato (difendere, preservare) al presente (rispettare, praticare, condividere, dialogare, ascoltare, contribuire, partecipare) e al futuro (sviluppare, creare).

Tuttavia, una cultura di pace trova le sue radici in valori universali fondamentali, si sviluppa tramite l’interazione e la collaborazione e si propone degli obiettivi condivisibili.
La pace è qualche volta definita da ciò che non è. La pace spesso viene considerata l’opposto della guerra, la fine di un conflitto e assenza di lotta.
Più fondamentalmente è un principio bilanciato di armonia, di cooperazione a tutti i livelli. In aggiunta, una Cultura di Pace include una relazione fra umanità e ambiente.
Inoltre, in aggiunta al progresso naturale, una cultura di pace porta gruppi separati ad avere relazioni ed aiuto reciproco, persone e popoli diversi a scoprire cosa hanno in comune come essere umani.
Esperienze Inter-culturali arricchiscono enormemente quando le persone provenienti da esperienze diverse di vita collaborano per incontrare le necessità degli altri. Lavorando insieme per degli scopi meritevoli, iniziamo a vedere al di là dell’aspetto esteriore e a renderci conto di quanto abbiamo in comune come esseri umani.
Vivere per il bene del prossimo e la promozione di un più alto bene comune aiuta a dissolvere barriere e a costruire ponti di pace. In definitiva, altruismo e pace sono strettamente collegati.

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