24 novembre 2012

BANGLADESH: EMERGENZE CONTINUE

Anche i muri hanno una porta (A. Camus)

Una lunghissima barriera di filo spinato di 3300 km corre tra India e Bangladesh, in un territorio dove quotidianamente masse di poveri bangladesi cercano di fuggire con ogni mezzo.

di Carlo Alberto Tabacchi

Regione orientale del Pakistan fino a dicembre 1971, il Bangladesh ha raggiunto la piena indipendenza in seguito alla guerra di secessione combattuta con il sostegno dell'India. E' il terzo paese a maggioranza musulmana più popoloso del mondo (162 milioni di abitanti), con capitale Dacca (12 milioni di persone) ed un territorio di 130
mila kmq.
Condivide la quasi totalità dei suoi confini terrestri con il gigante indiano, il restante confine è con Myanmar per circa 100 km. La frontiera terrestre ed in parte acquifera con il vicino indiano si snoda per oltre 4000 km e Nuova Delhi dal 2000 ha cominciato a costruire una protezione di filo spinato (chiamata "zero line") di 3300 km. Per giustificarla, gli indiani rispolverano vecchie paure nazionaliste: le grandi folle di immigrati rubano loro il lavoro, i profughi destabilizzano l'equilibrio etnico e religioso alquanto fragile, il terrorismo internazionale si serve di Dacca come retroguardia per consentire agli estremisti islamici di compiere attentati e missioni suicide per aiutare gli indipendentisti dell'Assam.

Il filo spinato divide centinaia e centinaia di villaggi in parte isolati; moltitudine di persone aspira a fuggire da una gravissima miseria e contestualmente traffici di armi, droga, prostituzione e bestiame restano incontrollati. La forza di sicurezza transfrontaliera indiana (Border security force, Bsf) fa quel che può, contando su circa 250 mila effettivi. La difesa - questo il dato più significativo - viene sorvegliata da militari che provengono per la maggior parte dagli altri 27 stati dell'Unione Indiana: le guardie frontaliere non parlano bengalese, provocando spesso rilevanti conseguenze di incomprensione. Il loro incarico dura da 3 a 12 mesi, un periodo troppo breve perché abbiano la possibilità di familiarizzare con la comunità locale; oltre a non capire la lingua, non conoscono né storia né cultura delle aree presidiate. La prostituzione prospera florida nei dintorni della frontiera e le prostitute sia indiane che bengalesi orientali annoverano le guardie della Bsf tra i loro maggiori clienti.
Nel libro "Impronte di una guerra non dichiarata" del 2005, il professore bengalese Abu Sayeed, ministro per l'informazione dell'allora governo Hasina, parlava di oltre 50 mila fanatici appartenenti a 40 gruppi islamisti che ricevevano addestramento militare in una cinquantina di campi sparsi in tutto il paese. Tali gruppi dispongono di
rappresentanti nei settori della vita pubblica, comprese le moschee, madrasse, istituzioni educative, organizzazioni della società civile, magistratura, media e forze armate. Centinaia e centinaia di volontari bangladesi dalla fine degli anni 90 sono in Afghanistan all'interno di network globali collegati ad Al-Qaeda; molti altri sono stati reclutati per combattere nel Kashmir, vasta ed impervia area aspramente contesa tra India e Pakistan.
Riguardo la religione, il 90% della popolazione si professa musulmana, il restante si suddivide tra un 9% di induisti e un 1% di buddisti e cristiani.
Come si sa, la povertà resta endemica: il 50% sopravvive con un dollaro al giorno. I 2/3 del territorio sono adibiti a coltivazione: iuta, tè e riso tra i principali prodotti bengalesi. Il settore agricolo sconta due criticità: una marcata frammentazione della proprietà fondiaria ed un regime delle acque particolarmente irregolare, caratterizzato da una forte siccità durante la stagione più calda e da precipitazioni rovinose che, associate alla frequenza con cui si abbattono tornado e cicloni, producono spesso devastanti inondazioni. Il paese è attraversato da 54 grossi corsi d' acqua (tra i quali il Gange e il Bramaputra), con alluvioni dovute anche al riscaldamento globale del pianeta, alla presenza di dighe indiane a monte e all'aumento del livello del disgelo dei ghiacciai himalayani.
Nelle relazioni internazionali, il Bangladesh recentemente è il primo stato al mondo in termini di truppe impiegate in missioni di peace-keeping delle Nazioni Unite, con un contributo di circa 10 mila soldati dispiegati: un coinvolgimento che ha conferito al paese un importante ruolo nella sicurezza multilaterale e che rappresenta un'ingente forma di entrata, pari a 200 milioni di dollari l’anno per il settore della difesa. Attualmente, gran parte dei militari impegnati in missioni onusiane si trova in Liberia, Sudan, Ciad, Costa d' Avorio e Repubblica Centroafricana.
Non va dimenticato che, nonostante sia un paese tra i più poveri e sventurati del mondo, Dacca attira attenzione ed interessi di Nuova Delhi e Pechino per le rotte marittime che attraversano il Golfo del Bengala. Da un punto di vista militare, la Cina possiede una netta superiorità sull'India ed è in grado di accrescere ulteriormente il proprio vantaggio possedendo un'industria degli armamenti molto più efficiente di quella indiana. La competizione tra Cina ed India si sviluppa in Asia, nel Golfo arabico e in Africa, specialmente con strumenti economici e diplomatici. Nell'Oceano Indiano la competizione navale assume rilevanza: in essa, Pechino è favorita dal fatto che Nuova Delhi deve destinare gran parte delle sue risorse all'Esercito, dati i continui e forti attriti con Islamabad. Invece, la Cina può dedicarle alla Marina, pur dovendo mantenere un forte Esercito da utilizzare contro rivolte sociali e tentativi di secessione per il Tibet e lo Xinjiang.

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