9 ottobre 2012

L'Arcivescovo John Myers, capo dell'Arcidiocesi di Newark, ha pubblicato una lettera pastorale sul matrimonio

Ripresi alcuni brani della lettera dall’agenzia di stampa vaticana Zenith.org

ROMA, mercoledì, 26 settembre 2012 - Negli ultimi anni l’argomento matrimonio è stato un’area di costante dibattito. Man mano che si avvicina la stagione elettorale negli Stati Uniti i sostenitori del matrimonio dello stesso sesso hanno gradualmente sempre più influenza in politica e nel mondo dello spettacolo. Le persone contrarie sono andate incontro a critiche, al punto di essere accusati di bigottismo per aver dato il loro sostegno al matrimonio tradizionale.
La Chiesa cattolica, negli Stati Uniti, non è rimasta in silenzio nonostante i tentativi dei sostenitori del matrimonio omosessuale di screditarli. L’arcivescovo John J. Myers di Newark, New Jersey, ha pubblicato infatti, ieri, una lettera pastorale sulla definizione, sul fine e sulla santità del sacramento del matrimonio, utilizzando gli scritti di filosofi, sia religiosi che laici. Come capo di una delle più grandi diocesi degli Stati Uniti - con più di 1 milione di cattolici - ha deciso di aiutare i fedeli a “formare le proprie coscienze” sul sacramento del matrimonio.


Qual è la situazione del matrimonio negli Stati Uniti adesso?
Mons.Myers: Non c'è bisogno di percezioni extra-sensoriali per capire che il matrimonio è minacciato e svalutato in tutti i modi negli Stati Uniti. Nonostante vi siano molti matrimoni felici, ve ne sono tanti altri dove le persone non si preoccupano affatto di sposarsi, e anche molti divorzi o altre visioni del matrimonio che lo riducono semplicemente alla relazione sentimentale tra partner. Questo non corrisponde alla visione della Chiesa sul matrimonio, ovvero dell’impegno di un uomo e una donna in una relazione stabile aperta ai figli e in cui i figli possono essere educati in maniera appropriata e avere il sostegno emotivo e l’aiuto, che solo una solida unione può offrire. Io so che ciò è vero per me e per quanti hanno riconosciuto una “buona vita” di famiglia come una delle cose più importanti della loro vita.


In quest’ottica dell’influenza della società, molte persone sostengono che i “matrimoni” omosessuali siano comparabili al movimento per i diritti civili degli anni ’60. Qual è il suo pensiero a riguardo?
Mons. Myers: Credo sia assurdo. Nessuno ha un diritto assoluto a pretendere che uno stato o chiunque altro, violi la legge di Dio e della natura. Sono molto dispiaciuto di questo e mi permetto di dissentire profondamente con chiunque dica una cosa del genere. Si è parlato di figure pubbliche, persone che hanno a che fare con i media, le varie celebrità ecc, e senza voler essere troppo duro con il mio giudizio, penso che gli si dia troppa attenzione, che siano oggetto di troppi reportage. Le vite di queste persone sono così pubbliche che arrivano a pensare di essere il centro di un universo che possono definire come gli pare, senza riferirsi al trascendente o a Dio. Questo è uno sbaglio molto serio. È assurdo pensare che l’unione omosessuale possa chiamarsi matrimonio in un qualunque senso del termine. Il matrimonio è l’unione tra uomo e donna da secoli in tutte le culture, ed è un impegno costante aperto alla vita. Le unioni omosessuali non potranno mai essere chiamate matrimoni o essere trattati come tali, non importa quale stato legale gli si dia.

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