18 luglio 2012

UNO SGUARDO DAL KAZAKISTAN


Freddo polare ed elezioni parlamentari hanno caratterizzato il mio
soggiorno nell'immenso paese dell'Asia centrale

di Carlo Alberto Tabacchi

"Ocin xolodni" è un'espressione russa ripetuta spesso nel rigido inverno di Astana, capitale del Kazakistan dal 1997 (prima era Alma Ata al confine con il Kirghizstan): vuol dire "molto freddo". La temperatura con tempo limpido, era intorno ai -20° (meno venti), con una puntata a -27° il giorno della partenza per l'Italia a gennaio. Oltre quindi al freddo sferzante, il pericolo è il ghiaccio, quando si attraversa la strada o si cammina sui marciapiedi. Nella capitale bagnata da un vasto fiume gelato, che sembra un lago bianchissimo, si notano centinaia di piccoli alberi, alcuni, anche finti, addobbati con striscioni natalizi alquanto pacchiani, ghiacciati che danno un effetto surreale e fiabesco.
Astana è una città piatta, poco affollata, con larghi viali ed avveniristiche costruzioni, aggiungo di dubbio gusto. Una vistosa piramide a specchio troneggia nel centro davanti ad una moderna moschea, un alto palazzo di stile coreano costeggia un lungo serpente di edifici ministeriali tutti collegati, la "White House" del Presidente Nursultan Nazarbayev si staglia isolata e maestosa.
Curioso il moderno museo dedicato al Presidente: si presenta deserto e pulitissimo, si entra gratis (per fare vedere la sua magnanimità) e divieto di scattare fotografie. Il piano terra è interamente destinato ai regali, omaggi che ha ricevuto da altri capi di stato o primi ministri, racchiusi in ampie bacheche trasparenti: ricordo alcuni plastici di moschee, animali e volatili, sfarzosi vasi cinesi .... Al primo piano una gigantesca riproduzione di una colorata yurta (o ger) mi affascina: forse l'unico oggetto davvero interessante! Negli altri piani materiale agiografico, tipo pitture riguardanti il Presidente, fotografie di inaugurazioni, "bagni di folla", speeches .... Forse un eccesso di megalomania
Il Kazakistan è grande nove volte l'Italia, con un popolazione di solo 16,6 milioni di abitanti. Steppe e deserti lo caratterizzano, al sud invece vicino la città di Alma Ata svettano imponenti montagne fino a 7000 metri di altezza. Poco conosciuta la composizione etnica: 63,1% kazaki, 23,7% russi, 2,8% uzbeki, 2,1% ucraini, 1,4% uiguri ( cinesi musulmani): discreta e genuina l'integrazione delle minoranze, come rappresentanza e partecipazione.
Tra le risorse strategiche, il paese è il maggiore produttore mondiale di uranio, ingenti le capacità produttive di greggio e gas, soprattutto nella zona occidentale. Scopo del mio breve ed intenso soggiorno sono state le elezioni parlamentari anticipate. L'O.S.C.E. (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) ha inviato 220 osservatori elettorali di breve periodo, più erano presenti centinaia e centinaia di osservatori di altre organizzazioni (come Shanghai cooperation, Commonwealth of indipendent states, Organization of islamic cooperation…
Dopo un collettivo briefing ad Astana, sono stato inviato con un partner italo-statunitense ed altri 10 osservatori nella città di Kyzylorda a sud del paese, circa un'ora e un quarto d'aereo (altrimenti 8 ore di automobile); la regione, confinante con l'Uzbekistan, è famosa per il cosmodromo di Baikonur ed il lago d'Aral.
Il mio compito principale era osservare una decina di polling stations nella città di Kyzylorda, sempre con il partner, insieme ad un'efficiente interprete kazaka ed un autista di origine coreana. I seggi erano prevalentemente scuole secondarie, con ampie palestre adibite alla votazione. I membri della commissione erano generalmente donne, già rodate da precedenti pratiche elettorali: presenti anche numerosi osservatori locali di organizzazioni non governative, pochi invece gli osservatori dei partiti. Ho apprezzato professionalità ed esperienza da parte dei membri delle commissioni.
Il conteggio, la fase senz'altro più delicata, è durato circa 3 ore: il partito Nur Otan (Luce della patria) del Presidente Nazarbayev ha ottenuto, come da previsioni, la maggioranza, seguito da Ak Jol (partito democratico) così come a livello nazionale. Ho notato regolarità e trasparenza nelle operazioni.
Nel debriefing ad Astana sono state presentate alcune conclusioni:
sebbene le votazioni siano state tecnicamente bene amministrate permangono
debolezze/criticità come scarsa rilevanza data all'opposizione, non registrazione di taluni partiti, restrizione del flusso di informazioni e libertà di associazione. Sono stati menzionati gli scontri di dicembre 2011 a Zhanaozen vicino al Mar Caspio dove hanno perso la vita 15 operai e ferite circa 100 persone; le elezioni hanno avuto luogo lo stesso;
la campagna elettorale si è basata soprattutto su sviluppo economico e sociale,
espansione del sistema politico, lotta all'inquinamento ed integrazione economica;
il partito Nur Otan ha conseguito 83 seggi, seguito da Ak Jol con solo 8 seggi.

A livello internazionale il Kazakistan resta ancora stretto ideologicamente ed economicamente tra Russia (la grande madre) e Cina (superpotenza economica e commerciale); mantiene un ruolo di pivot con gli altri stati vicini dell'Asia centrale. Secondo me, due limiti frenano il futuro del paese asiatico: lo scarso peso demografico (16,6 milioni) e l'avvenire senza il Presidente Nazarbayev (dal 1989 al potere), 71 enne, affetto da un tumore alla prostata, che governa dispoticamente con un alto tasso di corruzione.

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