17 luglio 2012

LA MEDICINA NELL’INGANNO DELLA CULTURA


Chi non cavalca il proprio destino, lo subisce comunque. Non c’è vera salute del corpo senza salute interiore.

Di Silvano Mantovani

Mai come in quest’epoca la medicina ebbe una così opulente disponibilità di mezzi “culturali” e di prodotti della ragione umana e, ciononostante, l’OMS ha recentemente previsto per i prossimi anni un’apocalittica epidemia psichiatrica. Si diffonderanno forme psicotiche gravi, cronicizzazioni ansio-depressive, suicidi, e un dilagare di compulsioni vessatorie. Precisiamo che le previsioni di tale Istituto sono in difetto per distonia “mentale” dello stesso.
Ma da cosa nasce un simile naufragio della salute psichica nonostante i prodigi conseguiti dalla medicina dal punto di vista corporeo?
Da secoli l’erudizione confonde le modalità costitutive dell’essere umano e le rispettive funzioni. Confonde la psiche con l’“intestino” di questa, ossia la scambia esclusivamente con la parte generalmente nota come anima vegetativa o animale, che l’uomo condivide, per l’appunto, con gli animali, e la cui funzione è di “animare”, “vegetare”, e “appetire”, cioè collegare in ogni istante e coscientemente i sensi alle facoltà superiori (intelletto o nous). In tal modo tutte le modalità esauriscono le proprie possibilità nell’esperienza dello stato umano: uno, tra gli stati indefiniti di un essere.[1] Infatti, essendo la costituzione umana ontologicamente diversa da quella animale, questo “intestino psichico” (Platone) non va confuso con la ragione, e ancor meno con l’intelletto.
Soma-psiche-nous: tre modalità, di cui la prima deriva dalla seconda che a sua volta è prodotta dalla prima. Confondere la psiche animale o subcosciente con la ragione o l’intelletto è peggio che confondere due ben distinte parti anatomiche e provoca somaticamente e psichicamente un ammasso di detriti disuniti e incapaci di qualsiasi ri-unione. Mai come in questi tempi l’individuo si è rivolto ai suoi bassifondi esaltandoli e idolatrandoli e mai come oggi l’individuo è inaffidabile. Mai come oggi la medicina, ignorante della psiche, scimmiotta la veterinaria, in un coacervo di dati insulsi perché empirici, oggi sostenuti e domani smentiti dalle reazioni beffarde di un organismo che si trastulla col nostro oscurantismo.

Ognuno pensa come vuole e insegue ciò che vuole e ciononostante dilagano l’insoddisfazione e un’insaziabilità plenaria che depravano la nostra esistenza. E’ proprio la conseguenza logica di una coscienza dominata dall’anima degli appetiti sensibili:  un’avidità in tutti i sensi, che s’inalvea in un’inesorabile e frustrante e totale insoddisfazione. Non a caso la voce soddisfazione (satis), significa abbastanza, sufficiente, appropriato, completo, che soddisfa; in altre parole: la pienezza della propria misura e non tutto e sempre, spropositatamente.
Le scienze “Tradizionali”, [2] tra cui l’agopuntura, non hanno nulla di empirico, e fanno sfoggio di una certezza spesso imbarazzante perché sbocciate da “principi sovra-individuali”, il “germe imperituro” di ogni vera scienza, il deposito eterno della Conoscenza Perenne o Philosophia Perennis.
Prima di questo sottosviluppo contemporaneo, tale Conoscenza fu dissimulata, da chi la possedeva, nella mitologia, nelle favole, in talune forme architettoniche e nel teatro shakespeariano, per occultarla ai nuovi barbari e permetterle di raggiungere nel tempo quanti avessero avuto il dono dell’intelletto sano. In “Romeo e Giulietta” troviamo che «Nell’uomo, come nelle erbe, vivono due opposti sovrani: la Grazia e la brutale Volontà», in Platone ne rinveniamo il ri-medio: «L’Amore risana la natura dell’uomo», ovvero la tendenza al possesso perpetuo del bene e del bello. “Biancaneve e i sette nani” dissimula le basi fondamentali della vera psicologia, mentre il segreto dell’alchimia interiore che procura l’autentica e duratura felicità lo rinveniamo in “La bella e la bestia”. E’ sempre la medesima Ars Regia, qui come nell’agopuntura. “Favole reali” sostituite oggi da suggestioni tragicomiche come l’evoluzionismo e la credenza nel progresso indefinito.

Possiamo risollevarci ora che il materialismo è superato e la medicina si giova di un nuovo spiritualismo?
Il neospiritualismo postmaterialistico non è che il “larvaio” psichico di scienze appartenenti a tradizioni estinte. Esattamente come accade per i cadaveri umani, i residui della psiche inferiore appestano i viventi indifesi, dischiudendo tutto il loro potere squilibrante.
Questo imponente movimento neospiritualistico non è che un effluvio ipnotizzante per inebetire i contemporanei!

Dobbiamo aggiungere all’infausta “predizione” dell’OMS l’avvento deflagrante delle patologie autoimmuni, dove gli intimi diventano carnefici. L’immunità sta al corpo come la coscienza sta alla mente. Gli antigeni estranei smuovono i sistemi immunitari, come i pensieri che attraversano la nostra anima attivano la coscienza. Così la coscienza ha la facoltà di ordinare e neutralizzare i pensieri autoreattivi quando è “competente”, quando è conformata al “dharma”. Proprio come l’ipofisi ben funzionante è in grado di neutralizzare il 90% di linfociti autoreattivi che ogni giorno l’organismo si trova a fronteggiare.
Cosa possiamo fare? L’uomo ha il compito di cercare, fuori e dentro di sé, questa Scienza Perenne e Immutabile, questa norma universale che riconcilia microcosmo e macrocosmo, l’Io e il Sé, la ragione e l’intelletto, questo ritmo che domina ogni funzione organica. Quando il prodigio si manifesta, allora anche la malattia esprime il suo valore proprio, quale strumento per la salute esteriore e interiore. Uscire dal ciclo delle recidive mentalmente sgretolanti è possibile quando l’individuo esce dall’idolatria narcisistica tramite la consapevolezza della sua finalità extratemporale. Allora convertirà in propizio ogni suo malanno o in oro ogni suo piombo. Chi non cavalca il proprio destino, lo subisce comunque, trascinato per i capelli fino in fondo, fino al fondo, perdendo rovinosamente l’immensa opportunità offerta dalla sua stessa umanità.
Non c’è vera salute del corpo senza salute interiore, ma per comprenderlo dobbiamo prima distruggere i “proci” che invadono il nostro cuore come l’impostura della cultura corrente e si comprenda che la “Medicina è un Arte al servizio di un’Opera d’Arte”.


[1] In Platone (Repubblica) l’anima è paragonata ad animali compositi quali la Chimera, Scilla o Cerbero.
[2] Il termine “Tradizione” non va confuso con consuetudine; dal latino tradere, significa trasmissione trascendente.

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