18 luglio 2012

Caterina da Siena: Una Grande Mistica e Una Donna Senza Tempo


“Se sarete ciò che dovete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero”

Di Maria Gabriella Mieli

Ci sono personaggi nella storia che vanno oltre le dimensioni di tempo e spazio e che rendono memorabile, oltre al loro nome, anche il secolo nel quale sono vissuti. Tra questi personaggi  merita un posto d’onore Caterina Benincasa. Nata il 25 marzo 1347 a Siena e morta il 29 aprile 1380 a Roma, ha vissuto una vita di fede incrollabile, di determinazione assoluta, di instancabile impegno per la risoluzione dei conflitti: il tutto accompagnato da una umiltà inimmaginabile.
Lei, ventiquattresima figlia, nata in una famiglia di origini umili, illetterata, ha saputo con le sue doti e virtù raggiungere obiettivi impensabili nel XIV secolo, ma oserei dire anche per i tempi attuali: uno fra tutti, riportare il Papa a Roma, dopo 70 anni di “cattività avignonese”. La sua lotta costante per il rinnovamento morale della chiesa accompagnerà la sua breve ed intensa vita: con tutti i mezzi possibili ha cercato di allontanarla dagli interessi politici e mondani per richiamarla alla sua funzione spirituale originale. Obiettivi  impensabili ed incredibili se si considera che Caterina era prima di tutto una donna; e se ancora ci sono resistenze notevoli oggi, nel XXI secolo anche nei cosiddetti paesi sviluppati, pensiamo a come dovesse essere l’attitudine verso il genere femminile al tempo di Caterina.
Tutt’altro che facile la sua vita. All’inizio totalmente osteggiata in famiglia per la sua scelta di vita, forte della sua profonda e totale fede in Dio e in Gesù, ha saputo rimanere ferma nelle sue scelte malgrado gli scherni e le calunnie continui, e per questo è stata rispettata, ascoltata ed elogiata. Ma il suo percorso di vita è stato accompagnato da molte rinunce e sacrifici, da lei scelti e dunque fatti in totale consapevolezza.
Ha la sua prima visione di Gesù all’età di 6 anni e da quel momento decide di fare la volontà di Dio con cuore, corpo e mente completamente uniti. Il suo amore per Gesù e per Dio sono talmente radicati ed elevati che a soli 7 anni fa voto di verginità consacrandosi al Padre Celeste, al Suo amore e all’amore per il prossimo. E’ talmente determinata nella sua volontà di perseguire il suo obiettivo che per essere sicura di raggiungerlo, si rivolge nelle sue preghiere anche alla Vergine Maria affinché possa fare da intermediatrice e le chiede anche di darle in sposo suo figlio Gesù.
Una vocazione che le fa trascorre molto tempo in meditazione e preghiera e rimanere sempre molto appartata. Voleva fare una vita di penitenza ed imitare i santi eremiti di cui aveva sentito parlare, ma il piano divino prevedeva per lei ben altro.
Il desiderio della sua famiglia è quello di accasarla, e lei, all’età di 12 anni si ribella, perché il suo unico desiderio è quello di servire Gesù e diventare suora; e per rimanere fedele a questa sua scelta, a 14 anni decide di tagliarsi i capelli; a 16 anni riesce ad entrare a far parte delle “mantellate”, le suore terziarie di San Domenico (lo stesso santo, in una visione, glielo aveva preannunciato). E da quel momento Caterina si immerge in una vita di preghiera, di penitenza e di carità, facendo continuamente del bene, visitando i poveri e portando loro cibo ed indumenti. Visita gli ammalati negli ospedali, assiste i moribondi e conforta chiunque soffra e abbia bisogno di un gesto d’amore, incluse le sue consorelle le quali, mosse da invidia e gelosia, non mancheranno di calunniarla continuamente.
La sua è stata una vita di apostolato attivo, fondato sulle virtù di verità, pace, giustizia e solidarietà sociale, messe in pratica con le parole, con la sua eredità di scritti quali le Orazioni, l’Epistolario e Il Dialogo, e con le sue azioni, esempio per tutti anche oggi.
Molte persone la seguono e diventano suoi discepoli, la sua famiglia spirituale: i Caterinati. Per loro lei è  una mamma; per lei, loro, e non solo loro, sono i suoi figli.
Essere illetterati non significa mancare di intelligenza o di saggezza e Caterina ne è il più fulgido esempio. Lo dimostra il contenuto delle sue lettere. All’inizio sono i suoi discepoli a scrivere per lei sotto sua dettatura, lei non sa scrivere. All’età di 20 anni impara a leggere e dopo 3 anni impara anche a scrivere e questo avviene in risposta alle sue preghiere e alla sua determinazione e volontà. Lei riesce a raggiungere i suoi obiettivi non solo per la sua volontà ferrea, ma anche e soprattutto per le sue preghiere: ed è nelle richieste che Caterina fa nelle sue preghiere che Dio, Gesù e Maria esaudiscono i suoi desideri. Lei non chiede gloria e onori; lei chiede la salvezza delle anime a costo di sofferenza anche estrema. Ed in questo è talmente umile che quando chiede le stimmate, il suo desiderio è che restino invisibili ad occhio umano. La condivisione della sofferenza di Gesù la rende grande, perché riconosce il valore del sacrificio di Gesù con il suo sangue versato per la nostra redenzione. Nei suoi scritti, ricorderà sempre  questo valore a tutti.
E’ talmente persa nell’amore per Gesù che verrà esaudita un’altra preghiera: quella dello scambio del suo cuore con quello di Gesù, non per vanto, ma per vivere gli stessi sentimenti di Gesù di amore incondizionato verso il mondo.
E’ nel rispondere alla volontà di Dio che Caterina va verso il mondo ad affrontare i potenti:   sia  il potere temporale (sovrani, principi e principesse, signori e podestà, in Italia e in Europa)  che quello spirituale (dai semplici preti e pastori fino al Santo Padre al quale si rivolge sempre come Cristo in terra). E  lotterà con tutte le sue forze per rappacificare le anime, per risolvere le discordie, per portare pace.  Soffrirà molto per questo, soprattutto per lo scisma della Chiesa e per le rivolte verso il Papa per e nel ruolo che rappresenta.
Lavorerà instancabilmente e sempre sui due fronti del contendere, non risparmierà critiche verso le situazioni e le persone coinvolte, ma darà sempre i consigli migliori per il bene comune e seguirà sempre le indicazioni che le vengono dal cielo: è Dio che parla per bocca sua e nei suoi scritti il suo parere sarà sempre concorde con il Cielo.
Tra i vari doni ricevuti dall’Alto, anche quello delle Nozze Mistiche suggellate da un preziosissimo anello che vedrà solo lei. E lei non dimenticherà mai di ricordare che tutti i figli di Dio costituiscono la Chiesa nel pieno  e concreto senso di Sposa di Cristo.
Fin da bambina, con l’aiuto del Signore, lei ha compreso quale fosse il nostro valore ed il nostro obiettivo contemporaneamente: essere perfetti come il Padre nostro nei cieli; una perfezione vista nella piena incarnazione dell’amore altruistico. Solo così noi potremo impersonare la Divinità.
Caterina è stata riconosciuta come grande Mistica, Compatrona delle infermiere, Compatrona di Roma, Compatrona d’Italia, Compatrona d’Europa (grazie al suo operato) e soprattutto  Dottore della Chiesa (grazie al valore e al contenuto dei suoi scritti e della sua esperienza con il Padre Celeste e con Gesù): Prima donna insieme a Teresa d’Avila a ricevere questo Alto titolo onorifico nel 1970,  ma unica persona laica. Questi ed altri riconoscimenti ottenuti ad un prezzo durissimo composto da penitenze e rinunce fatte a rischio della vita: tanto sangue, tanto sudore, tante lacrime e tante preghiere, intrise della passione di Cristo e dell’immenso amore di Dio per tutti noi. Questa è Caterina da Siena.

 Giaculatoria
Caterina da Siena

Eterno Dio,
mi hai creata, sapendo
di me, tutto, nel momento stesso
della mia creazione,

e mi volesti a tua immagine
e fatta della tua luce.

Con tutto il Tuo Amore
mi hai creata,
e in me Ti sei compiaciuto;

Tu così mi creasti.

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