4 maggio 2012

Si può essere veramente felici?


di Giorgio Gasperoni,
Materiale ripreso ed elaborato dall’Iniziativa sull’Educazione del Carattere dell’Universal Peace Federation

Il desiderio fondamentale di tutti gli esseri umani è la felicità. Per migliaia di anni, le lotte per il cibo e la casa hanno dominato l’esistenza umana. Man mano che le civiltà si sono sviluppate, le persone hanno cominciato a cercare livelli più alti di realizzazione piuttosto che la semplice sopravvivenza. Il filosofo olandese Baruch Spinoza espresse questo desiderio umano universale quando scrisse: “Ciò che ognuno vuole nella vita è la felicità continua ed autentica”.

Tuttavia, la felicità non compare da sola; si realizza quando veniamo a contatto con degli oggetti che stimolano i nostri desideri e consentiamo a questi desideri di essere soddisfatti. Possiamo identificare due tipi fondamentali di desideri umani che cercano degli oggetti:
Il desiderio di soddisfare i nostri bisogni ed appetiti fisici è collegato ai valori materiali. Cerchiamo da mangiare, da bere, da vestire e una casa. Vogliamo vivere in un ambiente confortevole e godere sensazioni piacevoli.
Il desiderio di soddisfare i nostri bisogni e le nostre aspirazioni spirituali è collegato ai valori spirituali. Così la verità stimola i nostri desideri intellettuali, la bellezza stimola i nostri desideri estetici e la bontà stimola i nostri desideri morali.
La felicità completa sarà sperimentata attraverso l’unione armoniosa fra il benessere fisico, che deriva dalla soddisfazione dei nostri desideri fisici, e l’appagamento spirituale che viene dalla realizzazione dei nostri desideri spirituali.
La Confusione sui Valori
Nell’era moderna, il pragmatismo e il materialismo sono diventati la strada principale attraverso la quale tante persone cercano la felicità. Portato all’estremo questo può condurre all’individualismo egoista e alla ricerca di una gratificazione immediata. Il relativismo morale, che promuove l’idea che nessun insieme di valori è giusto o sbagliato, ha pervaso tante società moderne. Quando tutti i valori sono soggettivi, relativi e personali, le persone sono disorientate e perdono di vista il quadro più grande.
Ad esempio, tanti possono non aver chiara la distinzione fra gli animali e gli esseri umani. Gli animali sono guidati dagli istinti a cercare un piacere fisico immediato, perciò non possono sfuggire al determinismo naturale. Per contro, gli esseri umani aspirano ad una felicità duratura e sono capaci di guardare oltre i loro desideri del momento. Il grande filosofo greco Aristotele collegò la felicità alla ricerca della bontà. Il filosofo tedesco Immanuel Kant definì il bene supremo come una sintesi di felicità e virtù. La bontà appartiene alla sfera dei valori e, nella loro essenza, gli esseri umani sono orientati verso i valori.
A volte le persone permettono ai desideri egocentrici di stabilire lo standard della vita. Anziché focalizzarsi a promuovere gli interessi personali immediati, è più saggio perseguire desideri nell’interesse degli altri, rappresentati in valori duraturi che sostengono il bene più grande.
Nel proporre una nuova visione del valore, il Dott. Sun Myung Moon, fondatore dell’UPF, ha affermato: “Il valore centrale è il vero amore, che può essere descritto come l’insegnamento: “Vivete per il bene degli altri”.*
* Sun Myung Moon, “Absolute Values and the New World Order”, 19° Convegno Internazionale sull’Unità delle Scienze, 20 agosto 1992.

Nessun commento:

Posta un commento