15 marzo 2012

I bambini comprendono il catechismo?

Si può migliorare e renderlo più comprensibile?
In un momento di crisi sociale, economica e politica, la nostra fede ne ha risentito?
Ai nostri figli, cosa accadrà?

di Antonio Imeneo,

Come si può trasmettere Dio e il suo Amore a dei bambini?
Il problema non risiede tanto nell’età, ma nel linguaggio che deve essere calibrato affinché i piccoli o grandi ascoltatori siano in grado di gustarne il contenuto e di essere stimolati la loro fantasia.
La difficoltà che spesso si incontra, e che emerge dal confronto con altri catechisti, sta nella possibilità di condividere anche con gli stessi genitori il prezioso dono che viene offerto nell’accostamento alla Prima Comunione. I numerosi impegni che attorniano e riempiono la vita di questi bambini e ragazzi sembrano non lasciar spazio, purtroppo, all’incontro con il silenzio e con Dio.
Gli incontri di catechismo e le iniziative ad esso connesse, finiscono frequentemente e facilmente disertati, in quanto i bambini non stimolano (perché a loro volta non stimolati) la curiosità ed il coinvolgimento dei propri genitori e a loro volta questi non li spingono ad intraprendere questo percorso di pace, di amore, di fede.
Tra i bambini che vengono affidati ai catechisti vi sono mondi meravigliosi e sentimenti profondi.
Essi esprimono il bisogno di trovare un terreno fertile, terreno il quale viene “seminato” solo in quell’ora settimanale di catechismo.
Mi piace usare ad esempio con mia figlia l’immagine di una piccola piantina che affonda le sue radici nel terreno che gli dona nutrimento, vita che è Dio stesso. Le piantine soprattutto quelle che daranno molto frutto o molti fiori hanno bisogno di essere sostenute da dei bastoni.
Ecco che il sostegno dei genitori (specie in questo momento in cui vi è un’ascesa dei disvalori), aiuto prezioso e necessario, darà la possibilità a questi bambini di maturare ciò che in germe è già presente. L’età non diverrà un limite perché in ogni momento della loro crescita il seme gettato nei sacramenti avrà modo di crescere, maturare e fruttificare.

Di solito i ragazzi, quando si arriva a parlare e a spiegare l’Eucarestia, comprendono subito questo mistero?
La possibilità che all’interno dell’Eucarestia vi sia Gesù vivo e presente è fonte di serenità.
I bambini hanno necessità di sentirsi costantemente, accompagnati amati e accolti.
Percepire che questo Amico possa essere così vicino tanto da abitare con loro dona sicurezza e conforto. Ovviamente questo amico, per essere ancora più vicino, dovrebbe essere condiviso anche  dai pensieri dei genitori  al loro rientro a casa.

Come riesce un catechista a spiegare e a rendere veramente chiaro alla mente dei ragazzi questo mistero così profondo?
Prima di trasmetterlo ci si dovrebbe chiedere sempre cosa veramente si desidera che rimanga a questi bambini. Il tempo che si ha a disposizione è veramente poco. Alcuni  dopo aver ricevuto il sacramento si allontanano dalla Chiesa.
E’ fondamentale ricercare  allora l’essenza profonda, affinché possa rimanere nel loro cuore e possa ancorarsi tra le loro certezze con la speranza che anche una sola parola possa essere ciò che richiama questi bambini all’incontro con Dio. Presentare allora la figura di un Dio Papà.
Un Dio che non è orgoglioso di noi per ciò che facciamo o per come lo facciamo, ma che semplicemente Ama.

Si può comprendere con il solo uso della ragione, specie quando si è nell’infanzia, il grande mistero dell’Eucaristia?
Benigni in una delle sue prime performance su Dante (mi pare proprio la prima televisiva) parlava della facilità di capire il concetto di Trinità nei bambini. Concetto che, diceva, diventato adulto gli stonava e lo metteva in crisi. I bambini vivono di istinto e non di ragione, ma quell’istinto li porta a vette di spiritualità molto più alte e più vere delle nostre. No, non con la ragione, ma con il cuore loro comprendono l’Eucaristia.

Ai nostri figli come rinnovare ogni giorno il senso di questa presenza?
Certamente al giorno d’oggi è più complicato trasmettere le proprie certezze ai figli specie se già grandi, ma se la comunicazione tra genitore e figli c’è, anche Dio è tra loro.   

Come continuate a casa il lavoro di catechesi dei nostri figli?
Si parla nei momenti di intimità con i figli dell’importanza che Dio ha nella nostra vita. Mentre sono piccoli non comprendono interamente questo grande mistero, ma con il tempo si rendono consapevoli che Dio li accompagna lungo il loro cammino. Dipende da come noi genitori riusciamo a decodificare i messaggi forvianti che provengono dai media, dalla scuola e dalla società, oggi ancor di più dobbiamo essere accorti e vigilare h24 sui nostri figli, la crisi economica porta inevitabilmente ad un crollo dei valori etici, morali, cristiani, favorendo l’anarchia e il modus vivendi e pensandi “tutti contro tutti”.

A quale verità mia figlia crederà? E’ giusto illuderla o disilluderla?
Una mattina mia figlia si alza e, tra la paura e la gioia, mi racconta di essersi svegliata durante la notte e di aver visto un angelo con uno smoking blu, con i capelli d’oro avvolto da una luce immensa. Io di riflesso manifesto la mia gioia e contentezza augurandole di poterlo rivedere ancora.
Qualche giorno dopo mia figlia riferisce con gioia l’accaduto alla catechista, questa (ignoro il motivo), raffredda subito l’entusiasmo di mia figlia rispondendole che gli angeli non si vedono e che sicuramente avrà visto un’ombra.
Qualche giorno dopo, mia figlia mi rivolge la seguente domanda: “papà, se gli angeli non si possono vedere, allora anche le persone che dicono di aver visto la Madonna di Medjugorje  (una sera io e i miei figli abbiamo visto in televisione uno speciale sulla Madonna di Medjugorje, io ho molto enfatizzato ed esaltato la possibilità che la Madonna possa apparire alle persone buone e meritevoli) hanno visto solamente delle ombre perché la Madonna non si può vedere……”

Come posso far capire a mio figlio che siamo tutti figli di Dio anche se di religione diversa? Attenzione ai messaggi “subliminali di intolleranza” da parte di chiunque sia preposto alla formazione religiosa dei giovani.
Mio figlio di 12 anni ha già ricevuto la prima comunione. Durante il periodo di preparazione al sacramento i catechisti (ovviamente e giustamente) hanno sempre accentrato i discorsi su Gesù Cristo Nostro Signore. Lui ha quindi recepito che l’unico Dio esistente è Gesù Cristo identificato con l’immagine di un uomo sulla croce. Nella sua classe di seconda media vi sono due bambini musulmani. Frequentemente si trovano a parlare delle loro diverse tradizioni e culture, anche di religione, da queste discussioni nascono diversi interrogativi e dubbi tra cui “Papà perché i miei amici arabi dicono che Allah è Dio e non Gesù Cristo? Allora Papà, per questo motivo esistono le guerre?”
Chiaramente ogni persona attinge agli insegnamenti della propria fede professando il proprio credo, ma considerato il fatto che le società odierne sono multirazziali, al fine di evitare equivoci, contrasti verbali e dispute religiose, sarebbe opportuno che all’interno del catechismo si dedichi qualche ora volta alla conoscenza delle altre religioni, alla tolleranza ed al rispetto delle stesse.
A Voi giovani volontari di Fede e a Voi/Noi genitori, fate/facciamo in modo che i nostri bambini vengano a Voi/Noi con speranza, curiosità fame e sete di amore e pace, amando e rispettando il Dio nostro e quello dei loro amici tutti.

1 commento:

  1. in una società che è in continua trasformazione spinta da motivazioni inizialmente economiche e finanziarie e successivamente, come conseguenza sofferta a queste motivazioni, spinta da esigenze politiche e sociali un discorso di didattica interculturale al'interno di un curriculum scolastico dell'insegnamento della religione è fondamentale se non estremamente urgente.

    Daniela

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