7 marzo 2012

8 Marzo 2012 “Giornata della Donna”


La celebrazione ufficiale della Giornata della donna in Italia, decisa dal Governo Andreotti nel 1979, la cui rievocazione è avvenuta a Roma al Palazzetto Venezia con il tema “Le donne nell’Europa per una uguaglianza reale” dall’ On.le Ines Boffardi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri “per la condizione femminile” con l’incarico specifico di coordinare il servizio istituzionale, è stato l’inizio della valorizzazione del cambiamento in continua evoluzione della nostra società che passa attraverso il superare ruoli tradizionali, differenziati e specifici per i due sessi.

 di Franco Previte,

Non sono molto certe le origini della “Festa dell’8 marzo”, forse la più attendibile è quella che risale al marzo 1908 quando le operaie dell’industria tessile Cotton di New York scioperarono per contestare le condizioni in cui erano costrette a lavorare.

Quel giorno il proprietario Mr.Johnson bloccò le porte della fabbrica, ma subito scoppiò un incendio e le 129 operaie, tra cui molte italiane, persero la vita mentre cercavano di difendere il loro diritto di lavoro, per un minimo di tutela e rispetto della loro dignità di persona umana e di lavoratrici.
Assumendo una importanza mondiale divenne, in seguito, denominata la “Giornata della Donna”, ulteriore occasione per far conoscere all’opinione pubblica ed alle Istituzioni i problemi della donna.

La celebrazione ufficiale della Giornata della donna in Italia, decisa dal Governo Andreotti nel 1979, la cui rievocazione è avvenuta a Roma al Palazzetto Venezia con il tema “Le donne nell’Europa per una uguaglianza reale” dall’ On.le Ines Boffardi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri “per la condizione femminile” con l’incarico specifico di coordinare il servizio istituzionale, è stato l’inizio della valorizzazione del cambiamento in continua evoluzione della nostra società che passa attraverso il superare ruoli tradizionali, differenziati e specifici per i due sessi.

Mi rincresce dover dire che nessun riferimento e da nessun Governo sia stata ricordata l’Onorevole Ines Boffardi già Sottosegretario di Stato “per la condizione femminile”(ex- Ministero per le Pari Opportunità), la quale per prima ufficialmente in Italia ha iniziato con appassionata e responsabile dedizione quel lavoro importante, silenzioso e necessario a valorizzare la donna quale anche persona nella società e nelle Istituzioni.

L’iniziativa era finalizzata al precipuo ed incondizionato obiettivo del riconoscimento dei diritti della condizione femminile e della difesa della dignità della donna per quella che era considerata dimenticanza, emarginazione, abuso ed insensibilità.
Desidero ricordare quel Deputato, che ho sempre ammirato per la instancabile pazienza nella Sua azione, in questa ricorrenza dell’8 marzo, diventata il simbolo del ricordo, ma anche quello della “rinascita” sociale.

Soprattutto di non vedere cadere taluni fondamentali valori etici e sociali che possono produrre un profondo divario tra situazioni legislative nel “problema donna” che resta, pur sempre, protagonista privilegiata del cambiamento in continua evoluzione della nostra società, dove si tenta, ancora, di distruggere l’opera di questo “angelo della casa”, principio fondamentale della famiglia cellula prioritaria della n/s società.

Anche se si assiste ad una fragilità della famiglia, ad una comunità civile “bersagliata” da nuovi disagi sociali, la donna, la madre, la sposa “piene” e compartecipi di responsabilità, sono sempre in grado di rispondere alle debolezze dell’etica rispetto alle situazioni del quotidiano, tendenti alla diminuzione del valore e delle modalità educative dirette alle giovani generazioni.

Comunque la famiglia ancora “tiene” e la donna merita il rispetto che sa dare al “focolare domestico”.

Ma non si deve ignorare che esistono altre famiglie, e sono tantissime, dove insiste un malato in stato vegetativo, un malato psichico in cerca di una giustizia legislativa (da ben 34 anni), un disabile fisico che trova ancora “intralci architettonici” nelle strade delle n/s città e dei n/s paesi e dove tutti “vivono”(mediamente) con euro 267,57 al mese, dove scarseggiano provvedimenti legislativi finalizzati ad alleviare le sofferenze anche quelle del fine vita.

E’ opportuno ricordare madri, sorelle, giovani anche adolescenti vittime indifese quasi quotidianamente di violenze d’ogni genere, specialmente di stupri ricorrenti, anche di gruppo, che lasciano nella “vittima” profondi solchi di natura psichica.

L’8 marzo lo si deve festeggiare nella consapevolezza e nell’auspicio di una nuova società che attribuisca più valori umani ed etici nel “viaggio della vita” per un apporto profondo e ricco di solidarietà fra il genere umano.

Questo è il significativo ricordo della “Giornata della Donna” nella consapevolezza e nell’augurio di un rinnovamento continuo della società verso valori umani e per il bene comune.

Nessun commento:

Posta un commento