11 gennaio 2012

Possiamo Essere Buoni Senza la Religione?

di Giorgio Gasperoni
Rielaborato dall'Iniziativa dell'Educazione del Carattere dell'UPF

Solo le persone religiose possono condurre una vita morale? La risposta ovviamente è no. Persone che sono religiose solo di nome o persino persone non religiose possono essere morali tanto quanto i credenti e qualche volta dimostrano di avere una sensibilità morale più elevata. Molte persone laiche rispettano la dignità di ogni essere umano. Le garanzie dei diritti umani sono basate sul rispetto della dignità umana.
Le persone possono essere religiose senza essere buone? Il credo religioso non sempre conduce a un comportamento morale. Le religioni insegnano codici morali, inspirano le persone ad essere buone e stabiliscono le conseguenze per le trasgressioni. Tuttavia, a volte, le religioni ostacolano o persino impediscono il progresso, chiudendo le porte all’illuminazione e alle riforme. Le storie delle grandi religioni del mondo illuminano sia i livelli di conquista dell’uomo che le profondità della degenerazione.

Tuttavia, solo il pregiudizio potrebbe non far vedere alle persone il profondo contributo delle grandi religioni al progresso morale e spirituale dei popoli di questo mondo. Tutte le comunità dipendono dalla volontà dei loro membri di prendersi cura degli altri e di condividere le responsabilità. La ricerca conferma l’impatto prezioso che gli individui e i gruppi religiosi hanno sulla salute morale delle società.
In “Key Factors Influencing Caring, Involvement and Community”(I fattori chiave che influenzano la cura, il coinvolgimento e la comunità), Virginia A. Hodgkinson, artefice e direttore esecutivo del Centro Nazionale delle Statistiche sulla Beneficenza degli Stati Uniti, ha concluso che “I risultati dalle indagini sul volontariato e la beneficenza hanno costantemente mostrato che l’appartenenza a istituzioni religiose e in particolare la frequenza di partecipazione ai servizi religiosi è un forte fattore per predire il volontariato e la beneficenza.” I risultati sono validi per tutti i gruppi di età, inclusi i giovani. Gli adolescenti che hanno dichiarato di partecipare alle funzioni religiose, fanno volontariato quasi ogni settimana con una frequenza tre volte superiore a quella di chi non ha mai
partecipato. Gli adulti che hanno partecipato a funzioni religiose, fanno volontariato quattro volte di più rispetto a quelli non hanno mai partecipato.
La Hodgkinson ha scoperto che le persone che fanno parte di un gruppo religioso condividono tradizioni comuni, dedicano tempo e risorse per sostenersi vicendevolmente e partecipano con il gruppo a soddisfare i bisogni della società più grande. “In questo modo,” lei conclude, “le congregazioni offrono un’esperienza fondamentale e a lungo termine per un gran numero di cittadini per imparare a prendersi cura e condividere le responsabilità all’interno di una comunità.” La sua ricerca ha inoltre indicato che è molto più probabile che i membri di organizzazioni religiose partecipino ad altre organizzazioni di volontariato, di servizio e professionali.
Così il comportamento morale non è solamente un ideale promosso dalle religioni ma è anche il frutto della pratica religiosa.

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