3 gennaio 2012

Ospedali psichiatrici giudiziari e disagio psichico nelle carceri italiane

Di Franco Previte.

Alcun i personaggi politici, oggi, rivolgono il loro sguardo alla “ri-scoperta” degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, altri alla “dura vita” nelle carceri italiane : nulla da eccepire, siamo in un Paese libero e nelle libere scelte di espressione del n/s pensiero o del n/s modus vivendi.

Gli ospedali psichiatrici Giudiziari ( OPG ) in numero di 6, sono strutture che dopo la riforma del 1975 hanno sostituito i “manicomi criminali”, tutt’ora dipendenti dall’Amministrazione Penitenziaria e fino al giugno 2010 contenevano circa 1500 detenuti. Severa è stata la Relazione del dr. Alvaro Gil-Robles “Commissario Europeo per i diritti umani” (12 marzo 2001)

Alcuni detenuti sono riusciti a passare dall’internamento in OPG all’inserimento in luoghi di cura, grazie alla Sentenza della Corte Costituzionale n.253 del 2003 in cui viene dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 222 del Codice Penale, nella parte in cui non consente al Giudice di adottare in luogo di ricovero in OPG una diversa misura di sicurezza prevista dalla legge, idonea ad assicurare adeguate cure dell’infermo di mente e a far fronte ai rischi derivanti dalla sua pericolosità.

Secondo quanto previsto dal D.L 22 giugno 1999 n. 230 da tempo era previsto una serie d’interventi nelle carceri e secondo le dichiarazioni del Presidente della Soc. SIMSPE “le patologie psichiatriche sono in crescita esponenziale con 51.548 di solo disagio mentale tra i reclusi nelle carceri italiane ed un tasso di suicidi dieci volte superiori al mondo del liberi” (Quotidiano Il Tempo di Roma del 27/9/2004 ).

Comunque si ha un quadro disarmante di persone ospitate in strutture carcerarie, ma ancor più desolante in quelle definibili manicomiali, una situazione psichiatrica seconda nel mondo come comunica l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ma per essere più vicini al problema psichico, il 28 luglio 2011 gli OPG venivano posti agli onori della cronaca in quanto il Servizio Sanitario Nazionale ha disposto un accertamento della loro “vitalità”, mentre Domenica 20 marzo 2011 il programma RAI 3 nella rubrica “Presa diretta” ha mandato in onda le terribili immagini a seguito del lavoro compiuto dalla “Commissione Parlamentare per il SSN “.
La “Commissione Parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale”, ( formalizzata anche ai sensi dell’art.82 della Costituzione che in campo sanitario ha lo stesso potere dell’Amministrazione Giudiziaria ) presieduta dal Senatore Ignazio Marino, è stata costituita dal Senato della Repubblica nel 2010 per conoscere la situazione in cui “dimorano” gli “internati” sottoposti alla detenzione, ivi compreso i detenuti ai quali devono essere ancora accertate le infermità psichiche.
Sono questioni assai complesse e delicate che avvolgono la qualità giuridica, etica o squisitamente politica non risolvibili da una “Commissione Parlamentare d’Inchiesta”, ma solo di competenza delle Camere Legislative.
Dall’ “Indagine Parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale” del Senatore Marino condotta sui sei ospedali giudiziari localizzati in diverse parti d'Italia emerge un quadro tanto inquietante quanto quello da recepire il degrado vergognoso di queste realtà e che vengono solo ora “ ri-scoperte” dopo ben 33 anni della loro sopravvivenza, in quanto la legislazione sulla tematica mentale non ha distinto il malato mentale responsabile di atti criminosi da quelli relativamente innocui, come stabilito da Codice Rocco ( ricovero in manicomio criminale).

Il “Documento Marino”, come al solito, non è l’ ultimo e non strettamente vincolante sulla situazione della malattia mentale in Italia, ma per gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari “ è iniziato da alcuni anni un processo di progressiva dimissione”.  ( Documento conclusivo della Commissione Parlamentare di Inchiesta “Sullo stato dell’assistenza psichiatrica in Italia”. Legislatura 14° Resoconto Sommario - Senato della Repubblica n.312 del 1.2.2006).

Secondo quanto riportato dal “Documento” per alcune unità è stata prevista una proroga della pena, per solo 5 sono stati ritenuti socialmente pericolosi, altri non sono stati liberati perché non hanno un progetto terapeutico, non hanno famiglia che li accolga, o un ASL che li possa assistere. ( Non è eccessivo pensare che per gli stranieri l’assistenza sanitaria è molto “positiva”, mentre per i cittadini italiani è molto “arida”.)

“Gli ospedali psichiatrici giudiziari, pur ospitando e seguendo psicologicamente gli internati, sono malgrado tutto dei centri penitenziari, gestiti dall’amministrazione giudiziaria. E’ pertanto inconcepibile e inaccettabile, a mio avviso, che delle persone siano costrette a restare in una struttura carceraria perché mancano posti all’esterno, ( punto 117 del Rapporto dr.Alvaro Gil-Robles “Commissario Europeo per i Diritti Umani” sulla sua visita in Italia 10/17 giugno 2005, CommDH (2005) 9 Strasburgo 14 dicembre 2995. Una “lectio schola aliquem auditum ire” ( imparare la lezione) davvero esemplare !

Le condizioni igieniche vergognose, sempre secondo quel “Documento Marino”, ritenute inammissibili, tra altre, sono in breve ad esempio, “tre metri quadro” di spazio per ogni detenuto, “acqua ghiacciata da bere sotto il water” “ affollamento in stanze ridotte” ed altre “anomalie” irripetibili seppur vere, insomma una situazione disumana che il rispetto per cani e gatti resta ed è superiore a quello che avviene in questi lager, “cose!”, ripeto, conosciute da ben 33 anni, che ci fanno accapponare la pelle ri-conoscerle solo ora !

Ma dove sono stati i politici fin oggi ?
 E’ necessario, nonché impellente, ricordare che la legge 180/1978, la famosa legge Basaglia, ha voluto abolire i “manicomi” priva del Regolamento d’Applicazione, ha attivato poche strutture residenziali alternative previste dai vari “Progetti-Obiettivi di salute mentale”, ma non ha migliorato le condizioni dei malati, così come la legge 833 ( che garantisce l’universalità delle cure ai malati di mente), non ha “chiuso” questi Ospedali Psichiatrici Giudiziari in contrasto con il dettami costituzionali, contro la stessa legge, contro il Piano Sanitario 2003-2005 contro i vari Provvedimenti Legislativi e che non ha adeguato la normativa penale a quella civile per i 6 OPG.
Purtroppo oggi si continua a dare ampia rilevanza al superamento dei “manicomi”, rispetto alla gravità dei malati sul territorio ed alle priorità come nel caso in esame, mentre i “malati”, anche quelli in OPG, sono soli e questa situazione urgente ed irrevocabile ha una sua drammatica attualità e riscontri tragici.
Il problema, al di là di condizioni etico-giuridiche-sociali riscontrate da quella “Commissione”, ha ripeto, una priorità assoluta e la Comunità Civile, le Istituzioni, TUTTE, devono uscire dal silenzio, dall’indifferenza e dal disinteresse e non smarrire il senso del bene comune.
Il disinteresse è un insulto alla legalità, alla logica, all’etica civile, in quanto occorre ridare ai valori etico-sociali il loro primario significato.
Occorre ridare ai singoli dignità, umanità e fiducia, esigenze fondamentali della civiltà che una “Commissione Parlamentare” per i quanti poteri possa avere, come le Assemblee Legislative i Governi passati ed il Governo Monti in atto, non hanno saputo o voluto assumere le loro responsabilità ed evidenziare l’urgenza, ancora in atto oggi, perché ricordiamo che “i valori della vita possono essere dipendenti dalle mode e dalla politica” (Santo Padre Benedetto XVI° - Udienza Generale 17 ottobre 2007 in piazza S.Pietro ).

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