14 gennaio 2012

La vita oltre la vita

di Giorgio Gasperoni
Rielaborato dall'Iniziativa sull'Educazione del Carattere dell'UPF

La fede in una vita dopo la morte, dove sperimentiamo le conseguenze della nostra vita terrena, è condivisa da tutte le culture. Per coloro che credono in un Dio di amore, di bontà e di giustizia, è inconcepibile che le persone amate da Dio non debbano condividere l’eternità di Dio. Se Dio è eterno e noi siamo i suoi amati, allora anche noi dobbiamo essere eterni.
Certo, a volte si contesta che credere nell’aldilà diminuisce la necessità di un pieno impegno nella vita terrena ma non è necessariamente così. Come affermò lo storico Arnold Toynbee, ci sono tre alternative: (1) credere nell’esistenza solo di questo mondo (2) credere nell’esistenza solo dell’altro mondo e (3) vedere questo mondo solo come una provincia del Regno di Dio che include un altro mondo.
Credere soltanto alla realtà di questo mondo tende a promuovere l’etica del piacere e del potere. D’altra parte, coloro che prendono seriamente solo il mondo dell’aldilà tendono a provare disprezzo per le responsabilità e le istituzioni di questo mondo. Quando la religione promuove un insegnamento del genere, agisce veramente come un oppio.
Le tradizioni Ebree-Cristiane-Islamiche hanno la visione di uno sfondo delle vicende umane più ampio di quello fornito dall’analisi scientifica. Questa visione getta un ponte al di là delle limitazioni del tempo e dello spazio. La vita dell’aldilà è coerente con questa vita, anche se qualche volta è evidente una tensione dialettica. Quello che è fatto qui ha la sua realizzazione là, quello che è fatto adesso ha la sua conclusione dopo.
Anche se le concezioni della vita dopo la morte variano da una fede all’altra, la maggior parte sostiene che ci sono conseguenze dirette delle nostre azioni sulla terra nella vita dell’aldilà e che un Cielo o un paradiso attende i buoni mentre la punizione attende i cattivi. Il “Cielo” è descritto in varie maniere come un luogo di amore, gioia e amicizia infinita con Dio e con il prossimo. D’altra parte, l’ “inferno” è caratterizzato dall’assenza di amore e dal dominio dell’egoismo, della meschinità, della colpevolezza e della vendetta. Sia la promessa che la minaccia di una vita ultraterrena possono fornire una valida motivazione per condurre una vita morale.

“Il Cielo” nelle Religioni del Mondo
Ci sono numerosi cieli, disposti gerarchicamente e abitati da esseri felici, che vivono a lungo ma alla fine mortali, conosciuti come “dei e “semidei”. Esistono anche regni simili al cielo, chiamati generalmente Terre Pure, dove risiede il Corpo della Gioia – un corpo elevato composto di luce – di un essere illuminato. Questo cielo è fatto esso stesso di luce, che sorge dalla saggezza illuminata di quell’essere: non ha nessuna esistenza indipendente senza la sua presenza lì. Buddismo
Il Cielo è un luogo dove i redenti vanno a ricevere la ricompensa di una compagnia eterna con Dio. Ė dipinto come pieno di palazzi e di strade dorate. Dopo il giudizio finale si formeranno un nuovo cielo ed una nuova terra (visione Battista). Il Cielo è dimorare in perfetta santità e gioia con Dio; è detto poco sulla natura del mondo dell’al di là perché sia il cielo che l’inferno sono indescrivibili (visione Presbiteriana). Il “Cielo” designa una condizione piuttosto che un luogo: l’eterna pienezza della vita, la suprema felicità che viene dall’intimità con Dio (visione Cattolica Romana). Cristianesimo
I testi sacri più antichi degli Indù, i Veda, parlano di un viaggio dell’ “anima” nel regno celeste degli antenati. Scritti posteriori descrivono due strade che l’anima dipartita può prendere: la strada degli antenati, che conduce alla rinascita, e la strada degli dei, che conduce alla liberazione dalla rinascita. Per quelli che prendono la strada degli antenati, il cielo è un luogo temporaneo dove l’anima può godere i frutti delle buone azioni che ha compiuto mentre era sulla terra. Quando il merito di queste persone è esaurito, i loro desideri li trascinano indietro sulla terra a rinascere. Induismo
Il Cielo è descritto come un “Giardino” che ha diversi livelli (di solito sette) con gli esseri più alti direttamente sotto il trono di Dio. Le anime lì sono contente e possono fissare lo sguardo nel volto di Dio. Islamismo
Il Cielo è un luogo dove l’ansietà e il travaglio sono finiti. Alcuni saggi hanno detto che lì si svolge un’attività calma e pacifica e che i misteri della vita sono risolti. Per gli ebrei vivere una vita degna di lode è più importante che cercare il Cielo. Giudaismo
Il Cielo è chiamato garo-demana (“la casa del canto”) o wahisht (“il luogo migliore”). Il Cielo è considerato come un giardino di delizie dove le anime dimorano nella pace e nella gioia, godendo calore e piacere fino alla resurrezione. Zoroastrismo
Credere in una vita nell’aldilà può accrescere lo sviluppo morale perché porta a considerare le conseguenze a lungo termine delle nostre azioni e influenza i nostri orientamenti. Quelli che si aspettano un’esistenza anche dopo la morte fisica tendono ad essere meno attaccati al corpo e alle cose materiali. Invece di focalizzarsi sulle realizzazioni esteriori, danno la priorità alle relazioni d’amore e al servizio per l’umanità. Indipendentemente da come saranno assegnate le ricompense o le punizioni, credere nella vita dell’aldilà dà un significato morale alle nostre azioni. Questo punto si trova nelle scritture delle più importanti religioni del mondo. Come la letteratura Sikh afferma, “Il Paradiso non si raggiunge senza buone azioni.” Il Bhagavad Gita dichiara: “Nessuno che compie azioni buone farà mai una brutta fine, né qui né nel mondo dell’aldilà.” Perciò c’è un incoraggiamento per il credente a vivere una vita morale.
Naturalmente l’impatto della fede sul comportamento morale dipende dalla profondità e dall’intensità di questa fede. Quando le persone si trovano faccia a faccia con la loro mortalità, la loro reazione istintiva è avere a cuore le persone che amano e le semplici gioie della vita sulla terra. Contemplare la vita dell’aldilà porta in pieno risalto il significato della vita terrena. Una prova decisiva di questo punto si trova studiando le persone che riferiscono esperienze di pre-morte.
Un considerevole numero di persone ha riportato in modo curioso esperienze di pre-morte
simili. Un rapporto sulla rivista di medicina inglese Lancet conclude che questi racconti sono attendibili. I ricercatori hanno studiato 344 pazienti in dieci ospedali dell’Olanda che erano stati rianimati con successo dopo un arresto cardiaco. Il 12% di questi pazienti ha riportato esperienze di “pre-morte” dove vedevano luci alla fine di un tunnel o erano in grado di parlare con parenti o amici defunti. La maggior parte di loro aveva una eccellente memoria degli eventi, facendo così cadere la teoria che questi ricordi sono falsi.
Il responsabile della ricerca Pim van Lommel ha detto che lo studio di questi casi suggerisce che i ricercatori, investigando sullo stato di coscienza, dovrebbero guardare oltre le cellule e le molecole. Persino quando il cervello non mostra segni di attività elettrica, è possibile che una persona sia ancora cosciente. Molte persone descrivono di aver visto i loro corpi da lontano come se guardassero un film. Altri dicono che si sentivano trascinati verso una luce brillante.
L’idea che la coscienza possa in qualche modo esistere indipendentemente dalla materia, è significativa. Tradizionalmente uno degli argomenti più forti contro la vita dopo la morte è stata l’osservazione che lo spirito è alla mercé della materia. Le funzioni mentali sembrano cessare quando il cervello muore. Il corpo e il suo sistema nervoso sembrano essere il carburante o la causa, mentre la coscienza, come funzione non-materiale, sembra essere l’effetto. Se si rimuove la causa, l’effetto se ne va. Tuttavia lo studio olandese concluse che la coscienza può continuare ad esistere anche dopo la morte del cervello; così la coscienza piuttosto che materia sembra essere la causa. Alcune delle testimonianze significative di pazienti che hanno vissuto esperienze di pre-morte (come il racconto che riportiamo qui sotto) sono state confermate dal team di ricerca.

Una Storia Significativa Dopo la Rianimazione
La rivista medica inglese Lancet ha riportato la seguente testimonianza dell’esperienza extracorporea di un paziente sottoposto a rianimazione. Durante la notte un’ambulanza portò all’unità coronarica dell’ospedale un uomo di 44 anni che era stato rinvenuto su un prato da un passante circa un’ora prima. Era in coma e la sua pelle era diventata blu. Inizialmente fu sottoposto a respirazione artificiale, massaggio cardiaco e defibrillatore. L’uomo non rispondeva, così gli inserirono un tubo per respirare.
Un’infermiera dell’unità coronarica riportò quanto avvenne dopo: “Quando vogliamo intubare il paziente, mi accorgo che in bocca ha una dentiera. Gli tolgo la dentiera e la metto nel carrello. Intanto continuiamo la rianimazione cardio respiratoria. Dopo circa un’ora e mezza il paziente ha battito cardiaco e pressione del sangue sufficienti ma è sempre ventilato e intubato ed è ancora in coma. Viene trasferito all’unità di terapia intensiva per continuare la respirazione artificiale.”
Dopo più di una settimana la stessa infermiera stava distribuendo le medicazioni nel reparto di cardiologia quando incontra il paziente che era in via di guarigione. Quando l’uomo la vide disse: “Quell’infermiera sa dove sono i miei denti”. Con sua sorpresa affermò: “Sì, tu eri lì quando sono stato portato all’ospedale e mi hai tolto la dentiera dalla bocca e l’hai messa in quel carrello dove ci sono tutte quelle bottiglie e c’era quel cassetto scorrevole in basso e tu hai messo lì i miei denti.”
L’infermiera era stupita, perché si ricordava che questo era successo mentre l’uomo era in coma profondo. Fece delle ricerche e riportò: “Sembra che l’uomo abbia visto se stesso sdraiato su un letto e abbia percepito dall’alto come gli infermieri e i dottori erano stati occupati con la rianimazione cardio-respiratoria. Ė stato anche in grado di descrivere correttamente e nei dettagli la piccola stanza dove era stato rianimato, così come l’arrivo di quelli che erano presenti come me. Mentre osservava la situazione aveva avuto molta paura che avremmo smesso di fargli la rianimazione e che sarebbe morto. Ed è vero che noi eravamo stati molto negativi sulla prognosi del paziente a causa delle sue cattive condizioni cliniche quando era stato ricoverato. Il paziente mi ha raccontato che ha cercato disperatamente e senza successo di farci capire che lui era ancora vivo e che dovevamo continuare la rianimazione. Ė profondamente impressionato dalla sua esperienza e dice che non ha più paura della morte. Quattro settimane dopo ha lasciato l’ospedale in piena salute.”
Che crediamo o meno alla validità delle esperienze di pre-morte, è interessante notare che credere fortemente nella vita dell’aldilà ha implicazioni significative per le priorità e i comportamenti successivi di quelli che hanno avuto tale esperienza. I ricercatori olandesi hanno scoperto che le persone che hanno avuto questo tipo di esperienze hanno riportato cambiamenti decisivi nella loro personalità rispetto a quelle che si sono trovate in prossimità della morte ma senza avere queste esperienze. Sembravano aver perso la paura della morte ed essere diventate più compassionevoli, più sensibili. Secondo le ricerche svolte, le persone con esperienza di pre-morte “sono diventate più dotate di empatia e vulnerabili emotivamente e spesso c’è stato un aumento evidente di sentimenti intuitivi. La maggior parte di queste persone non mostrava nessuna paura della morte ma credeva fortemente nella vita dell’aldilà.” Finora abbiamo concluso che la religione può essere una forza potente per il bene nel nostro mondo. I credi che sono condivisi da tutte le religioni del mondo hanno un’influenza significativa sul comportamento morale, e il comportamento morale degli individui e delle comunità a sua volta offre un contributo vitale per il benessere della società nel suo insieme. Ma forse il contributo più grande della religione è nel modo in cui espande il nostro senso di collegamento al mondo più grande.

Nessun commento:

Posta un commento