8 dicembre 2011

“I MIEI PERCHÉ AMO L’ITALIA” 1861 – 2011

RICORRENZA DEL 150° ANNO DELL’UNITA’ D’ITALIA

di Renato Piccioni

Amo la mia Patria, perché questa è la terra per la quale hanno versato il loro sangue i suoi figli migliori che, con il loro martirio, poterono irrorare, benedicendole, le zolle dei nostri campi di battaglia per unificare in una terra sola, e un solo popolo, per farne una sola Patria.
Perché, in questa terra, sono sepolti i miei antenati che hanno operato, fin dal lontano passato, per migliorare la vita del popolo consegnandolo alla libertà conquistata.
Perché qui, sono nato ed ho visto la prima luce, ho succhiato il primo latte di mia madre, che mi ha regalato la vita, perché qui parliamo tutti la stessa lingua, perché qui amiamo la stessa bandiera che ci rappresenta nel mondo e nel contesto delle nazioni, perché qui ho le tracce lasciate dalla mia infanzia, dalla mia adolescenza, dalla mia gioventù.
Qui, ho appreso i rudimenti della scrittura, qui ho respirato la parola dei grandi poeti che questa terra hanno consacrato al futuro con le loro opere, qui artisti, pittori, scultori, scrittori, musicisti, hanno lasciato la traccia della loro conquistata arte e civiltà, ad insegnamento perenne per le future generazioni.
Qui, io mi sento addosso tutto l’onore di appartenere a questo infaticabile popolo che sa lottare, oggi, anche per la libertà di altri popoli, che vive la battaglia quotidiana per raggiungere una salda democrazia che renda il popolo l’unico padrone di se stesso.
Qui, sento la mia appartenenza, perché conosco le città ed i loro monumenti, che ne fanno gioiello di civiltà; conosco i campi, testimoni dell’operosità degli agricoltori che ne sanno trarre frutto copioso; qui, so di ogni albero forma e storia, di ogni strada il percorso, di ogni fiume le fresche acque, dei laghi l’atmosfera magica di favola, di ogni costa la bellezza di poter godere nella pace di un mare splendido; delle montagne, che mi parlano con il fresco vento, che dalle nevi eterne mi porta frescura e sentore, dei mille e mille fiori che per ogni dove abbelliscono e profumano l’aria; della musica sempre presente in ogni momento del giorno e della notte; del bel canto che ci aiuta ad accettare anche quei momenti di sconforto che nel corso di una vita non possono mancare, mai.
Perché è questa la terra dove riposeranno le mie ossa quando Dio mi chiamerà a se, perché vorrà che io riconsegni l’anima che mi ha donato al nascere.
Questi sono solo alcuni dei miei “perché”, ma potrei dirvene un tanto quanto una enciclopedia di molti tomi corposi, ed anche allora avrei ancora molte buone ragioni e tantissimi perché nuovi e significativi da esporre.
Ma voi, che leggete queste mie parole, con la vostra sensibilità saprete anche dare quelle risposte che non vi ho dette perché, anche voi, sapete amare la terra della vostra Patria con una passionalità che travalica ogni pensiero.
Ad ogni popolo straziato dalle ferite di una guerra, che, come ogni guerra è sempre ingiusta, auguro di trovare la vera ragione per una convivenza di pace che sarà il mezzo necessario, per uno sviluppo
di civiltà in progresso economico-sociale condiviso così come è, e deve essere nel diritto di ogni popolo pur nella diversità apparente.
Per raggiungere, questo difficile traguardo, si dovranno piegare le ragioni della politica tese per eliminare la contraddizione che nasce dall’odio sempre fomentato ad arte, e, soprattutto, di non fare mai della propria fede religiosa, di questi o di quelli, la causa delle incomprensioni, dei fondamentalismi e degli estremismi, che inducono a offendersi o, difendersi, con le armi, popoli fratelli in Abramo.
Capire che le Patrie del mondo sono solo “convenzioni”; che Dio non ha fatto “Il Creato” mettendo barriere, confini, e divisioni.

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