25 luglio 2011

Sono troppi gli episodi di violenza verso cittadini inermi. E’ in gioco la sicurezza dei cittadini ?

Di Franco Previte

Gentile Signor Direttore,
non vi è mai stata da parte di nessuna Istituzione, e sussiste tutt'ora, la "volontà politica", cioè una programmazione seria atta alla risoluzione di questo grave ed urgente disagio mentale, per una piena soluzione d'interventi di natura legislativa, finanziaria e sanitaria.
Non è sufficiente mettersi da parte di chi soffre di salute, come a volte constatiamo specie in coloro che dovrebbero difendere e difenderci.
Nella sua quotidiana realtà il cittadino vorrebbe sapere qualche cosa di più su questa "problematica", su cosa s'intenda fare per affrontare la grande emergenza che tutti constatiamo quasi ogni giorno.
Quella evidente inferiorità psichica può portare gravi conseguenze alla famiglia, alla società ed anche alla sicurezza dei cittadini, esigenze da considerare assolutamente prioritarie.
Il "malato" deve uscire da quel lungo tunnel della disperazione e della sofferenza con aggiornate strategie d'intervento, perché non si intravvede nessun spiraglio di luce.
Che il Signore illumini i nostri politici !
Un cordiale saluto.


Sono troppi gli episodi di violenza verso cittadini inermi. E’ in gioco la sicurezza dei cittadini ?
Domanda alle Istituzioni: non è il caso di una concreta presa di coscienza?

Se è una prassi consolidata considerare persone psichicamente instabili liberi e con la gratuita “licenza di uccidere”, assai meno lo è per tutti i cittadini che non vogliono subire queste infauste conseguenze.

Ancora una volta la rituale “mattanza” dettata da menti psichicamente instabili si ripete, come l'eccidio sanguinoso a Utoya (Oslo) in Norvegia, un massacro di giovani innocenti che celebravano un loro incontro di carattere politico, da parte di un squilibrato che intendeva colpire, anche il Papa e l'Italia, annuncio, pare apparso sul suo web, "situazioni" di minor portata che in piccolo avvengono molto spesso in questi giorni in Italia, specie nelle famiglie .

Ma non ci insegnano proprio nulla questi avvenimenti ?

Questi “fattacci”, non ultimi di una lunga serie passata e purtroppo che si ripete con infauste conseguenze, ribadiscono la necessità di una urgente integrazione socio-legislativa sullo “status” del malato mentale, che una legge in Italia chiudendo i manicomi ha cosparso la strada, con la sua applicazione, di morti e violenze spesso inaudite.

La inadeguatezza della normativa esistente, la cui defezione la constatiamo quasi giornalmente, necessita di quella invocata legislazione adeguata ed efficace che una “burocratica lentezza”, della durata di ben 33 anni, ne impedisce il rispetto della dignità del malato e dei suoi legali diritti.

Non servono parole altisonanti!

Chi di dovere se ne faccia carico e se ne assuma le responsabilità ! Ma continuiamo a domandare a quante stragi di innocenti dobbiamo ancora assistere ? Ma le invocate riforme dove sono, cari amici della politica ?

Siamo una ‘Associazione “libera” che non ha né chiede contributi a nessuno, che non appartiene a nessuna politica, se non quella della difesa della dignità e ricerca della sicurezza dei buoni cittadini, soprattutto della famiglia, ma abbiamo la convinzione, condivisa dall’opinione pubblica, che nessuno deve rimanere insensibile a fronte di queste vicissitudini che offendono la civiltà e l’etica di un popolo, perché si ritarda a risolvere questa autentica “piaga sociale”.

Ora è in gioco ( da tempo, da troppo tempo ) anche la sicurezza dei cittadini !.

Gli eventi delittuosi dovrebbero far riflettere e sperare che di fronte ai duri temi della vita dovrebbe emergere sempre più il rispetto della dignità della persona, mentre una cultura falsa e trasgressiva sta cercando di svuotare il vero significato del valore della vita.

I cittadini, gli onesti cittadini, non possono compiere chiassose rimostranze (come purtroppo và di moda), ma in questa rapida trasformazione della società non possono non pretendere il rispetto della loro incolumità, dato che il pericolo si annida non solo in questa o quella persona, ma nella malattia che in Italia è coperta da molti silenzi, mentre in molti Paesi Europei ogni 3 anni viene rivista la legge sulla assistenza psichiatrica.