2 febbraio 2011

L’importanza delle Istituzioni:

Quale relazione esiste in una Società tra Religione, Politica e Scienza?

Di Giorgio Gasperoni

In questo articolo vogliamo esaminare brevemente il ruolo che hanno religione, politica, scienza e come possono contribuire - in questo particolare momento, quando sembra che la nostra società abbia perso il bandolo della matassa - alla creazione, mantenimento e miglioramento della società. Si analizzerà perché rivestono diverse, anche se contemporaneamente essenziali, funzioni. La religione crea l'unità della società, la politica crea la giustizia della società, e la scienza crea la verità della società.
Ogni società è la creazione di molte istituzioni, individuali, e di modelli simbolici. Questa unità è vissuta come un vincolo comune, che consente ai membri della società di avere una base comune. Questa identificazione non è, in linea di principio, la conoscenza immediata e l'amore degli uni per gli altri. Si tratta, piuttosto, del riconoscimento comune che identifica tutti con qualcosa che li trascende. In virtù della loro comune appartenenza o amore, per questa realtà superiore che tutti identificano, i membri della società confermano la loro unione con gli altri.
Questo riconoscimento che la società è un’unità mediata, tramite comportamenti sociali e articolata attraverso simboli, si può definire una società con una visione di "religione civile". Che ogni società abbia una propria religione (cioè, qualcosa che lega la sua gente insieme) è un luogo comune della sociologia contemporanea.
Dal punto di vista sociale e funzionale, anche una società atea ha una religione civile, perché questo termine si riferisce semplicemente ai valori, riti e simboli che regolano le relazioni fra la gente in ogni società e stabilisce il senso di unità. Da questo punto di vista funzionale, il simbolo dell'unità di una società è il concetto di “Dio”. La domanda importante, quindi, non è se una società chiama il suo concetto di Dio "Dio" o se lo chiama con un altro nome. La controversia Teismo vs Ateismo è irrilevante dal punto di vista funzionale di quella società.
Ciò che è importante rilevare, è se i valori di una società sono universali ed inclusivi, o se sono soggettivi ed esclusivi. Se una società ha valori esclusivi, quindi l'identificazione dei suoi membri richiede la loro non identificazione con persone al di fuori del loro gruppo. In questa situazione, guerra e concorrenza con gli altri possono essere visti come essenziali per l'identità e l'esistenza di una società. Il nazionalismo moderno, che afferma che un particolare stato-nazione è l’obiettivo a cui far riferimento per la propria lealtà, è una religione civile non universale. Per questo motivo, il nazionalismo moderno vive di guerra e concorrenza economica.
Il mondo ha bisogno di valori universali condivisi, in modo che tutte le persone siano in grado di identificarsi come parte di un’unica famiglia umana. Una società mondiale potrebbe mitigare la concorrenza e la guerra tra gruppi sociali e fornire un quadro di riferimento per risolvere i conflitti in maniera giusta.
In conclusione, il contributo dei valori religiosi alla società è quello di creare la sua unità, la società non si basa su rapporti immediati, ma su una identificazione condivisa e mediata con qualcosa di più elevato, questa identificazione condivisa dovrebbe essere universale, piuttosto che non universale; tale identificazione può essere universale, senza rappresentare una minaccia per l'integrità di gruppi particolari, solo se si tratta di una identificazione con valori universali condivisi.
La religione non è la politica. La politica ha il suo compito speciale. La responsabilità della politica è quella di creare la giustizia della società.
La giustizia non è la stessa cosa dell’unità. Nella tradizionale teoria sociale cristiana, questo è riconosciuto, distinguendo la giustizia dall’amore. Limitarsi a dire che ci amiamo l’un l’altro e riconoscere che siamo tutti fratelli, non risolve i problemi del mondo. Il problema è che, anche dove le persone si amano, il loro amore non indica in modo specifico come agire.
La giustizia si occupa di come interagire nelle relazioni. Dovunque ci sia una società, c'è un bisogno di giustizia. Dal momento che una società non è solo un’unità, ma un'unità di molti individui, istituzioni, e obiettivi, è necessario che il bene di tutte queste parti della società sia ordinato e mantenuto. Il bene di tutti questi componenti della società può essere concepito solo come un loro bene nel rispetto di quello degli altri.
Bilanciare il bene di ogni parte della società in relazione al bene della altre parti della società è giustizia. La giustizia è un confronto, bilanciamento e armonizzazione delle diverse rivendicazioni in relazione degli uni verso gli altri e viceversa, per mantenere una giusta unità della società. La creazione della giustizia nella società è soprattutto il compito della politica.
Il compito della politica è minacciato sia dall’individualismo antireligioso sia da un comunitarismo iper-religioso. Una società molto individualista, come gli Stati Uniti, non riesce a dare adeguato riconoscimento a questa esperienza di unità, che la preoccupazione della politica per la giustizia presuppone. (Da qui, negli Stati Uniti, ci si preoccupa troppo per i diritti individuali e non abbastanza per la giustizia sociale.) D'altro canto, l'enfasi esagerata sulla religione e il principio di unità ("amore") può portare alla svalutazione della giustizia. In ogni società l'amore e la giustizia devono essere distinti. Perciò, la religione e la politica devono dare il loro contributo in maniera distinta, entrambe necessarie, al bene sociale.
Ora, che cos’è la giustizia? La prima cosa da dire è che la giustizia non è una sola cosa. Ci sono diversi tipi di giustizia, e l'osservanza di ogni tipo di giustizia è altrettanto necessaria.Vi può essere una politica razionalistica che riduce la giustizia della società ad un tipo di giustizia, e in tal modo non presta attenzione a molte altre richieste di giustizia. Ad esempio, vi è una democrazia totalitaria, che riduce ogni giustizia alla parità (una sorta di giustizia) e non ascolta le giuste pretese di eccellenza e di ordine. La giustizia richiede, pertanto, che vi sia un giusto bilanciamento e armonizzazione dei diversi livelli di giuste richieste.
Questi diversi livelli di giustizia non sono racchiusi sotto un unico modello razionale. Ogni livello di giustizia ha un proprio valore sociale. I conflitti tra i vari livelli di giustizia non possono essere risolti razionalmente dalla scienza. Il conflitto tra le diverse esigenze richiede un’armonizzazione, o compromesso, attraverso un atto politico. La politica, dunque, è un'arte. Il tentativo di far passare la politica come scientifica evidenzia un malinteso che tutte le giuste richieste possono essere racchiuse in un unico genere.
In conclusione, i compiti della religione e della politica sono diversi, la prima crea l'unità sociale, la seconda la giustizia sociale. Ci sono diversi tipi di giustizia e, quindi, la politica non è una scienza, ma un'arte, un’attività pratica che mira a bilanciare molti tipi di richieste; la sua funzione essenziale è quella di creare una maggiore armonia sociale e cooperazione; piuttosto che limitarsi a reprimere il male, la politica sarà sempre necessaria anche in un mondo giusto.
La scienza mantiene e aumenta la libertà umana. Il contributo della scienza alla società è quello di aumentare la libertà umana. Ma che cos'è la libertà? La libertà è la capacità di poter controllare la propria situazione futura o effettivamente influenzare il mondo in modo che le cose si muovano in accordo con i propri desideri. La libertà non è una mera spontaneità del volere, o semplice voglia di ciò che si vuole. La libertà è piuttosto la capacità di agire in modo tale che si può controllare il proprio futuro. La libertà è la capacità dell'uomo di controllare il suo futuro attraverso la sua attività. Ha un carattere oggettivo e non soggettivo.
Una vera scienza cerca di aumentare la libertà umana, cioè, perfezionare la nostra capacità di controllare la nostra situazione futura, le attività della scienza servono per aumentare la nostra conoscenza delle implicazioni e delle conseguenze dei nostri atti, una scienza che non tiene questi due compiti in equilibrio, non solo non aumenta la libertà umana, ma può effettivamente ridurre la libertà umana, creando un mondo sempre più irrazionale. La scienza deve riscoprire il suo scopo morale e istituzionalmente ristrutturarsi in modo da servire a tale scopo.
Fino a questo punto, la discussione si è incentrata sul contributo essenziale della religione, della politica e della scienza alla società, ma non sulla loro relazione reciproca. L'argomento fin qui trattato implica chiaramente che non solo la società ha bisogno del beneficio di tutte e tre ma che ognunadi esse ha bisogno delle altre due. Pertanto, nessuna di queste tre dovrebbe essere ridotta a uno strumento degli altri. Quando, ad esempio, la religione si confonde con la politica o la politica con la scienza, non solo è la società ad essere danneggiata, ma queste tre istituzioni vengono distorte. Ad esempio, la scienza diventa politicizzata o la religione diventa nazionalista.
Abbiamo considerato le conseguenze sociali della riduzione della scienza o della politica o della religione a qualcosa d’altro da sé. Ciascuna di queste istituzioni ha un proprio contributo da dare alla società, e quindi ognuna deve rispettare l'integrità e il diritto delle altre istituzioni a svolgere il proprio ruolo corretto. Naturalmente, la società è un sistema, e queste attività istituzionali devono essere coordinate, ma sono tutte ugualmente essenziali e devono essere tutte rispettate e mantenute. Inoltre, le altre istituzioni, soprattutto la famiglia, l’economia, le arti, i mezzi di comunicazione - hanno i loro importanti contributi, e altrettanto significativi, da dare alla società. I principi sopra elencati si applicano anche a loro. Anche se non abbiamo esaminato altre sfere istituzionali non significa che non siano altrettanto importanti.

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