2 febbraio 2011

La Storia di Nikola si fa poesia


A Padova una terza media sceglie di portare agli Esami le poesie della poetessa serba-vicentina Rada Rajic tra le quali una dedicata ad un loro compagno di scuola che a 4 anni è stato 80 giorni rinchiuso in una cantina per salvarsi dai bombardamenti Nato

Padova: La classe Terza B della scuola media Briosco è rimasta in silenzio, ad ascoltare le parole della poetessa serba-vicentina Rada Rajic Ristic, mentre leggeva le sue poesie. L'interesse era davvero grande, soprattutto quando le poesie hanno parlato di una storia che aveva segnato la vita di un loro compagno neo arrivato in classe, Nikola, a quattro anni prigioniero per ottanta giorni in una cantina, sotto il bombardamento della Nato. Solo grazie alla mediazione di Rada, la storia di Nikola, ha potuto diventare un patrimonio comune della classe, una sofferenza comune anche ai compagni, che - solo perché si trovavano qualche chilometro più in là - avevano invece vissuto per quegli stessi ottanta giorni partite di gioco nel cortile di casa, e che di certo hanno sentito i cupi rumori di aerei che sorvolavano anche il nostro territorio, senza in quel momento comprenderne il significato.
I ragazzi hanno scelto di imparare a memoria, fra quelle che hanno portato all'esame di Terza Media, proprio Primavera 1999, la poesia che parla di "missili che cadevano più veloci delle piogge primaverili", e di "nuvole mandate via dalla paura", "scappate".
Nel secondo incontro, la poetessa ha portato un libro bianco con immagini dello stesso bombardamento che li aveva tanto colpiti. Al silenzio, si è sostituito il fermento intorno al libro, e successivamente la costernazione per l'immagine più triste di tutti: un treno squarciato dalle bombe mentre stava correndo. Quella fotografia ha destato una grande impressione nei ragazzi, perché si è intrecciata di nuovo con la storia del loro compagno, Nikola, che abitava molto vicino a quei binari colpiti dalle bombe, chiuso nella sua cantina.
La storia di Nikola, illuminata dalle parole di Rada, che è anche la sua mediatrice culturale, è diventata storia di tutti, ma soprattutto è diventata Storia. Un'esperienza unica per molti ragazzi che hanno molto apprezzato le poesie della poetessa serba, versi che parlano di vissuto, di emozioni, di storia.
A Nikola Ivkovi è andato un premio speciale, il riconoscimento "Merito al merito" per essere portatore di valori umani profondi e poi una dedica speciale scritta dai compagni di classe. «Nikola, tu ci hai insegnato che, a quattro anni, si può rimanere chiusi in una cantina, per ottanta giorni e ottanta notti. Ce l'hai fatta respirare quella cantina, così tanto bombardata perché vicina alla ferrovia. Siamo stati anche noi, laggiù, con te, per un soffio. Ma con il tuo arrivo nella nostra classe ci hai dato una lezione molto più grande. Imprigionato in un involucro senza parole, dove le nostre parole non potevano raggiungerti, fin dal primo giorno, ci hai insegnato che le parole non erano necessarie per testimoniare l'accoglienza, la collaborazione, il dialogo fra le diversità. Capivi benissimo oltre le parole e senza le parole. Ti bastava uno sguardo per capire i bisogni degli altri. Hai aiutato con dedizione anche persone che non conoscevi, per dinamiche che non capivi, ad esempio accogliendo i ragazzi di Prima. E chi doveva essere accolto più di te, che eri appena caduto qui da un altro mondo? Ma tu non badavi a te. Pensavi ai ragazzi di Prima. Hai sempre avuto gli occhi vivi, attenti a percepire la minima necessità in cui tu potessi renderti utile. Hai insegnato che l'umanità esiste, al di là delle parole. Hai insegnato la sensibilità, l'accoglienza, l'importanza di partecipare. Grazie, Nikola».

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