2 febbraio 2011

IMMIGRAZIONE ED INTEGRAZIONE

INTERVISTA AD ALEX E EUDOXIE

Copia camerunense, responsabili dell’associazione Camerunense dei Volontari del Progresso, molti attivi a Filago, provincia di Bergamo


Come vi siete conosciuti e poi formato famiglia in Italia(ed in
particolare a Filago)?
Ci siamo conosciuti in Camerun nel 1991 e dopo un fidanzamento di ben quattro anni, nel 1995 ci siamo sposati nel comune di Bafoussam, parte della provincia dei nostri genitori e lontana da quella della nostra residenza di allora. Nel frattempo mia moglie Eudoxie (Edy) continuava a studiare in Italia ed io oltre ad essere un nazionale della squadra di calcio del Camerun, ero un impiegato dell’istituto camerunense per la previdenza sociale.
Nel 2002, per fondare una vera famiglia, decisi di raggiungere mia moglie che si era laureata ed aveva iniziato a lavorare come ingegnere delle telecomunicazioni nella multinazionale Alcatel a Vimercate. Pertanto, decidemmo di stabilirci a Burago di Molgora vicino al suo posto di lavoro. Pensando ad avere figli, trovammo dopo una attenta ricerca nella zona di Filago, una casa abbastanza grande con giardino per offrire ai nostri figli i grandi spazi cui siamo stati abituati noi nella nostra infanzia.
Quali sono stati i motivi che vi hanno motivato ad investire ed
impegnarvi nella comunità (insieme come coppia)?
C’era stato sempre in noi una vera necessità di metterci in gioco, di dare qualcosa ad ogni comunità di cui abbiamo fatto parte fin dall’inizio della nostra integrazione. Abbiamo sempre pensato di poter scambiare e fare condividere la reciproca ricchezza spirituale e intellettuale, e convinti, sentivamo che per arrivarci bisognava soltanto adottare un approccio culturale diverso. Ci sentivamo parte di questa Società di accoglienza dove il modello di vita è simile al nostro. Prima di avere i figli ci siamo impegnati nella parrocchia di Burago come traduttori e animatori e mia moglie prima di me, ha fatto tanto per i bisognosi che si rivolgevano alle Caritas a Pisa, Perugia dove lavorava benevolmente. Abbiamo accolto ragazzi senza dimora a casa nostra, trovato una sistemazione ad altri.
In Camerun oltre al fatto che ero presidente dell’associazione degli sportivi contro l’aids, con mia moglie avevamo quasi cento bambini orfani a carico ai quali abbiamo sempre dato tutto per il buon perseguimento della loro crescita.
Vorrei ricordare che mia nonna aveva già negli anni 40/50 dopo la guerra iniziato un lavoro del genere predisponendo davanti a casa sua un secchio d’acqua e un casco di banane per gli altri contadini che avevano un lungo viaggio da fare a piedi per raggiungere i propri campi.
A Filago abbiamo trovato una nuova famiglia, una comunità aperta che ha voluto accoglierci e lasciarci esprimere nel modo più libero possibile dando a noi un’occasione vera di scambiare e di specchiarci sulla vera realtà che ci circonda. Il merito va alla comunità intera ma specialmente nella persona che la rappresenta e quindi al sindaco Zonca che ha saputo cogliere ogni occasione per renderci partecipi nel processo di mutamento sociale della nostra comunità.
Voglio qui dare alcuni esempi concreti, citare alcune iniziative oggi ricorrenti ma che hanno fortemente modificato il paradigma socio culturale e politico di Filago. Quest’anno organizzeremo:
- il 5° anno e 5° edizione della festa multiculturale e multietnica denominata FILAFRICA, che deriva dall’unità Filago-Africa, un momento di scambio artistico culturale che vede come protagonista lo straniero in generale e l’Africa in particolare al suo posto a Filago.
- il 2° anno e 2° edizione dell’AFRICA DAY, festa dell’unità africana lanciata in via sperimentale il 25 giugno 2010 a Filago con la collaborazione dell’UPF di Bergamo e che verrà riproposta lo stesso giorno quest’anno. L’iniziativa nasce per promuovere e rivalorizzare la storia, la cultura e l’arte di vivere la solidarietà, l’unione che fa la forza ed il senso dell’amicizia. Il nostro augurio è di fare sì che questa data sia un giorno memorabile per tutti quanti.
- il 3° anno e 8° edizione del CORSO GRATUITO D’INFORMATICA rivolto e dedicato specialmente alle persone anziane della comunità. Corso che abbiamo ideato al fine di promuovere e migliorare sempre di più il rapporto nonno-nipote che vediamo “subire una frantumazione” a causa delle barriere informatiche ed elettroniche
- il 3° anno e 3° edizione del CORSO GRATUITO DI LINGUA ITALIANA che rivolgiamo alle donne straniere con lo scopo di alfabetizzarle per migliorarne l’integrazione: un diverso modo di aiutare i nuovi cittadini nel loro percorso di inserimento
- il 3° anno e 3° edizione del CORSO GRATUITO D’INGLESE E FRANCESE che rivolgiamo a tutta la comunità. Mettiamo a disposizioni le nostre conoscenze linguistiche al fine di promuovere e facilitare una comunicazione globale.
- il 1° anno e 1° edizione dell’AIUTO COMPITI, uno spazio “dopo scuola” che viene dedicato agli alunni della scuola media per permettere loro di studiare e farsi aiutare nella preparazione dei compiti in classe. Una garanzia per i genitori che hanno la certezza che i figli sono seguiti e possono nello stesso tempo dedicarsi al proprio lavoro senza preoccuparsi della sorte dei propri figli, sapendoli in mano a giovani universitari responsabili.
Il nostro leitmotiv è sempre stato “Dare ancor prima di prendere” o ancora “cercare di dare e non solo prendere”. Cerchiamo di dare un contributo anche minimo a chi ha bisogno, insomma cerchiamo sempre di non chiederci cosa l’Italia ci dà ma cosa diamo o possiamo dare all’Italia.
Come avete visto modificarsi l'atteggiamento e la relazione con i vostri compaesani?
Il paese Filago ha avuto un cambiamento notevole sul piano strutturale e sociale. Sul piano sociale, gli autoctoni ci hanno accettato, ci siamo inseriti bene perché ci siamo dati da fare contribuendo e partecipando al raggiungimento del bene comune.
Il lavoro sul territorio ci ha dato una visibilità e il rispetto degli altri. Oggi non siamo più visti come un problema ma come una risorsa sul territorio. Infatti, il nostro esempio aiuta da una parte gli altri allogeni nel loro percorso di integrazione e dall’altra da agli autoctoni un modello di come confrontarsi con il diverso.
Nelle ultime elezioni comunali, il panorama politico strutturale del comune è cambiato con l’entrata di Edy nel consiglio comunale.
Ci auguriamo di non essere soltanto “noi” (Alex e Eudoxie) ad essere considerati bene ma “noi” chiunque diversamente filaghesi ad essere accettati e considerati come risorse

Che cosa a favorito la cooperazione con le istituzioni locali?
Secondo me, sono state l’intelligenza, il coraggio, e l’apertura verso l’altro del sindaco Zonca a fare scaturire tutto.
Come amministratore e come uomo, sono sicuro che sapesse già che una società che non vuole mescolarsi con l ’altro è chiamata a scomparire. Lui ha recepito e insieme abbiamo colto al volo l’occasione di collaborare.
Come vivete il legame con la vostra terra di origine ad oggi?
Come un legame molto forte, ombelicale nonostante la distanza. La nostra terra di origine è il posto dove siamo nati e dove vi sono ancora la mia mamma, la mia nonna di quasi 100 anni e altri fratelli. Qua in Italia, i miei figli hanno la fortuna di avere vicini a loro i nonni (la mamma e il papa di Edy) legame di cui sono felice perché a me non è mancato nella mia infanzia.
E’ sempre difficile essere lontani da casa propria, ma paradossalmente nella nostra visione di “casa”, ci sentiamo a “casa nostra” a Filago.
Sulla base della vostra esperienza qual è il messaggio che vorreste
trasmettere a chi come voi ha vissuto l'"immigrazione" e cerca "integrazione" qui in Italia?
Non è facile poter trasmettere messaggi con 2 frasi ma ci viene solo da invitare chi si sta incamminando in questo processo di integrazione, di impegnarsi “attivamente” e di rendersi partecipe prima di tutto facendo uno sforzo per capire la lingua di chi l’accoglie, di rispettare le regole del posto dove si è scelto di vivere e di far sì che la propria volontà e disponibilità faccia innescare nell’altro una curiosità positiva, una crescente voglia di apertura. Solo quando si arriva ad un certo grado di intendimento e di fiducia, s’istaura un vero scambio nel rapporto.
E’ vero che non è facile per nessuno, cioè né per voi né per noi, ma la solidarietà, il mutuo aiuto, il “dare” dopo il “prendere” o viceversa può essere una risposta a tutte le forme di pregiudizi e discriminazione.

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