2 febbraio 2011

I segni dei tempi e la nostra responsabilità


Di Giuseppe Calì

Sono appena tornato da un grande convegno, presieduto dal figlio del Rev. Sun Myung Moon, fondatore della Universal Peace Federation, Hyong Jin Moon,su “Interfaith Cooperation and Universal Peace” svoltosi a Seul in Corea del Sud nella seconda settimana di febbraio, in occasione della “World Interfaith Harmony week” delle Nazioni Unite. Ispirati dalla grande e qualificata partecipazione mondiale, riprendiamo il lavoro di costruzione dell’organismo dell’UPF che proprio a questo tema si rivolge: il Consiglio Interreligioso per la Pace.
A questo proposito, con l’intento di rendere partecipi i nostri lettori, ne comunico i punti fondanti. È un documento che sarà elaborato ulteriormente a seguito degli incontri che proprio in questi giorni si stanno realizzando tra esponenti delle varie fedi, raccogliendo così le ispirazioni e le istanze di tutte le componenti, al fine di costruire una vera e propria dichiarazione di intenti che servirà da base per l’operato dell’organismo.

Noi fedeli e rappresentanti delle religioni del mondo, constatando nella nostra società la crescente disattenzione ai Principi fondamentali dell’esistenza umana e la perdita dei valori che ne consegue, riteniamo di dovere prendere responsabilità, di fronte alla nostra gente e soprattutto alle nuove generazioni, nel ripristinare i Principi sacri ed universali donatici dal Creatore per la nostra felicità e promuovere strade nuove per la costruzione di un mondo di pace, amore e giustizia.
La crisi attuale, sicuramente drammatica, se affrontata con speranza e consapevolezza, può portare ad una svolta positiva senza precedenti nella storia dell’umanità. L’uomo di oggi, soprattutto grazie ai grandi personaggi che hanno fondato le varie religioni ed alle tradizioni che ne sono derivate, ha maturato un grande potenziale di spiritualità ed amore ed è pronto ad cambiamento epocale. È con grande senso di responsabilità ed idealismo quindi che affrontiamo questa impresa, che potrà compiersi attraverso la costruzione di un modello di convivenza, dialogo e collaborazione proprio tra coloro che raccolgono con sincerità e devozione l’eredità dei Grandi Santi della Storia.

Dichiariamo quindi che:

1. Riconosciamo che esiste un unico Creatore a cui tutti noi facciamo riferimento. E' grazie a Lui che siamo qui e nel Suo Nome noi operiamo per essere un canale puro della Sua Pace.
2. L'uomo è essenzialmente Spirito ed ha bisogno della "Religione" e della "Spiritualità" per essere giusto, predisposto al bene e felice. Il Consiglio Interreligioso per la Pace non vuole essere un'alternativa alle religioni esistenti, ma un sostegno per tutte loro, grandi e piccole , in un momento in cui l'umanità ha assoluto bisogno di ritrovare la vera fede, la vera speranza ed un amore vero.
3. Il dialogo aperto, libero ed amorevole, è la base per un mondo di pace. In un momento in cui il conflitto domina nella vita della nostra società come metodo politico, strumento di arrivismi egoistici ed insegnamento distruttivo per le nuove generazioni, noi proponiamo la fratellanza universale basata sul servizio altruistico, il dialogo sincero e la collaborazione al bene comune. Le religioni hanno il dovere di dimostrare che chi crede può essere buono, costruttivo e capace di vivere in armonia andando oltre le barriere di qualsiasi tipo: religioso, culturale, etnico, tra i sessi e generazionale.
4. Il nostro scopo è mirare alla costruzione, in collaborazione con il nostro Unico Creatore, di una unica famiglia mondiale sotto un unico Dio. È nella famiglia che l'uomo forma primariamente la propria spiritualità, la propria psicologia e la propria capacità relazionale. I valori che reggono il sistema familiare ed i Principi Universali da cui provengono, sono la base della prosperità sociale, delle relazioni tra persone, comunità, etnie e nazioni. La base per la formazione di un grande Consiglio Mondiale per la Pace e la sua efficacia ed autorità provengono dall'unica istituzione naturale creata dal Dio Onnipotente: la famiglia.

Gli strumenti per l'opera del Consiglio Interreligioso per la Pace saranno:
Dialogo costante all'interno del Consiglio, tra le varie fedi rappresentate.
Dialogo costante con le componenti laiche del Consiglio: Accademici, politici, giornalisti, artisti, sportivi, rappresentanti della società civile ecc…
Organizzazione di eventi interreligiosi ed interculturali.
Compilazione di documenti e dichiarazioni pubbliche che servano da orientamento a cittadini, associazioni ed istituzioni, nella direzione della costruzione di una società migliore.
Articoli e pubblicazioni che esprimano gli intenti del Consiglio e promuovano la pace.
Collaborazioni con entità della società civile che servano scopi compatibili con gli scopi del Consiglio.

Il Consiglio Interreligioso per la Pace, opera in collaborazione con governi, istituzioni, entità educative, associazioni per fornire loro sostegno, solidarietà, impulso verso la costruzione di una società più giusta, amorevole e capace di formare soprattutto le nuove generazioni alla cultura della vera pace.
Il Consiglio Interreligioso per la Pace vuole essere un modello di convivenza pacifica, costruttiva ed amorevole con al centro l’Unico Dio: "Un'unica famiglia sotto un unico Dio", anche allo scopo di dare speranza e fornire una concreta alternativa ai modelli sociali deleteri che imperversano oggi nella nostra società, togliendo "anima" e speranza alla vita dell'uomo.
Il Consiglio Interreligioso per la Pace, come parte del Consiglio Mondiale per la Pace, mira a contribuire all’opera di collaborazione e sostegno all’ Organizzazione delle Nazioni Unite, nella quale, tramite la Federazione madre UPF, ha lo status di organo consultivo presso l’ECOSOC.

È una speranza nuova che nasce con grandi propositi, ma credo, come tanti, che il tempo della grande svolta sia arrivato. Dopo il crollo della grandi ideologie che hanno dominato il secolo scorso, proprio mentre sembrava che non ci fosse via di uscita, che non potesse esistere più una visione di una vita migliore e la gente fosse demotivata dal lottare per essa, i recenti fatti di Egitto, Algeria, Tunisia ed ora anche Iran, riaccendono la fiamma e ci fanno capire che il tempo della vera libertà e della realizzazione delle più grandi aspirazioni è arrivato. È un’onda che non potrà essere fermata, che raggiungerà tutte le nazioni, anche se con modalità estremamente diverse e che porterà alla nascita di una nuova cultura di pace: siamo “all’inizio della rivoluzione del Cuore”, come diverse volte il Rev. Moon ha definito questa vera e propria svolta epocale, che sta avvenendo sotto i nostri occhi ed alla quale vogliamo dare il nostro contributo amorevole, pacifico e responsabile.

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