28 novembre 2009

Discorso della Senatrice Albertina Soliani - Roma, 01.04.2009

Vi ringrazio per questo invito che ci riporta nel cuore della ragione per cui facciamo politica e, vorrei dire, non importa da quale parte.

Io sono qui a darvi una testimonianza di incontro tra parlamentari di Senato e Camera della nostra Repubblica. Una iniziativa che abbiamo assunto tra tutti i gruppi politici: un intergruppo che si chiama “Italia-Birmania: Amici della Birmania”, nel pieno della nostra responsabilità politica ma andando anche oltre gli strumenti, gli atti con cui solitamente si svolge la vita politica.

Abbiamo avuto una comune visione, nonostante l’appartenenza a gruppi politici diversi. Ecco perché stando in questo luogo, penso che qui c’è la forza del futuro e noi, svolgendo ogni giorno il nostro compito politico, che è quello che ha a che fare con le cose difficili, anche noi sentiamo che vogliamo lavorare per un mondo nuovo, per un mondo futuro.

E qui, nell’incontro di oggi, promosso in questo modo, c’è la forza del futuro, di un mondo unito del quale ciascuno si sente responsabile.

Perché la Birmania? Perché lì sappiamo da molte voci, da molti segnali, che c’è come un abisso della condizione umana, della condizione sociale, della condizione politica.

Da molti anni una dittatura soffoca la vita del popolo: c’è una enorme sofferenza del popolo, e c’è una spinta verso la libertà e verso la democrazia che viene da una grande leader, premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari da molti anni, la quale conduce questo cammino del suo popolo in condizioni così difficili, con uno strumento che a noi è abbastanza sconosciuto, ed è la forza della spiritualità, cioè il tesoro della dignità delle persone.

Ecco io credo che anche in politica, in questo scambio noi dovremmo sentire che stiamo imparando gli uni dagli altri, e che la nostra politica dell’Occidente, quella che stiamo vivendo noi qui, ha molto da imparare nella forza dell’etica, della spiritualità, dei valori umani più profondi che sanno far vivere in dignità i popoli, anche nelle condizioni più difficili, e sanno dare loro la forza per essere protagonisti pieni, con tutti i diritti umani riconosciuti, del loro cammino, della loro storia.

Ecco, quando ci siamo trovati per ragionare intorno a questa iniziativa avevamo in mente proprio questa grande testimonianza, che ci spingeva ad essere noi testimoni con iniziative politiche, anche se forse è più quello che riceviamo noi di quello, credo, che riusciamo a dare in questo momento di testimonianza.

In fondo i parlamenti danno voce ai popoli e anche con questa iniziativa noi pensiamo che si debba crescere insieme, e si debba dare questo segnale. Abbiamo presentato sia alla Camera, sia al Senato, una mozione politica argomentata che spiega le condizioni della Birmania di oggi, e impegna il Parlamento e il Governo Italiano ad assumere ogni utile iniziativa sul piano internazionale per sostenere un futuro diverso per la Birmania.

Non ci fermeremo qui. Ascolteremo nelle sedi parlamentari gli interlocutori del popolo della Birmania e del Parlamento Birmano che è in esilio, ma invitiamo non solo il Governo, ma l’Unione Europea a svolgere anch’essa con maggiore incisività il ruolo di spinta per la democrazia in Birmania, per la transizione verso la democrazia, per un dialogo aperto in Birmania, perché si vada oltre l’attuale stato delle cose.

Stiamo sperando molto nelle Nazioni Unite. Ecco, questa è la testimonianza che io voglio darvi, per dirvi che in quello che noi stiamo facendo sentiamo la forza della spiritualità, perché Aung San Suu Kyi e il popolo birmano sono quello che sono grazie anche alla grande forza spirituale che anima la loro storia e la loro cultura. Soltanto attraverso questo e soltanto attraverso un grande investimento sulla scuola, sull’educazione delle nuove generazioni, noi possiamo dare forza a quello strumento politico, lasciatemi dire, che è il dialogo: non solo tra gli Stati, non solo tra le realtà economiche e sociali, non solo tra le organizzazioni di vario genere di volontariato, ma il dialogo molto importante, per raggiungere la pace e la giustizia nel mondo, è quello che avviene tra le religioni.

Le religioni hanno un compito fondamentale oggi: quello di fare in modo che tutti gli uomini possano sentirsi degnamente uomini, e allora noi abbiamo bisogno di fare di questo tempo, di questo nuovo secolo che è iniziato con questa grande speranza, il tempo del dialogo.
Le religioni sono uno strumento potentissimo per questo. Penso soltanto al Medio Oriente, per esempio, dove le religioni fondamentali sono lì con le loro radici comuni, da Abramo, ed è il luogo dove c’è il conflitto permanente.

Noi dobbiamo darci questa ambizione fortissima. Soltanto se scopriamo dentro di noi, dentro l’umanità che siamo, queste ragioni profonde che devono vincere sui condizionamenti della storia, sugli interessi presenti.

Noi abbiamo bisogno di imparare gli uni dagli altri. Per quanto riguarda noi, l’Occidente penso, lasciatemi dire, nella nostra politica italiana, per come siamo, abbiamo molto bisogno di imparare dagli altri quale è il senso vero della dignità e del modo di stare insieme, nella democrazia, lo dico sommessamente ma, insomma, forse è lo strumento migliore che abbiamo trovato fin qui, per impedire che le relazioni vengano regolate con la forza. Abbiamo bisogno invece di regolarle con la forza della non violenza e dello spirito, e credo che sia molto importante allora che anche da un incontro come questo si dia forza alla politica, perché la politica coincida con la crescita della coscienza universale nonostante le difficoltà di tutti i giorni, che vorrebbero anche appiattirci sull’esistente.

Noi dobbiamo sapere, facendo politica, che abbiamo una storia alle spalle, delle radici profondissime, e che abbiamo davanti un futuro tutto da costruire per le nuove generazioni ,e che questo futuro è già cominciato adesso.

Ma la politica come la conosciamo, da sola non ce la fa se non attinge alla forza più profonda che viene appunto dallo spirito, dallo spirito che parla diverse lingue, dalla varietà dello spirito. E quindi sono qui per dire grazie a tutti voi che rappresentate non solo la politica, ma anche la grande ricchezza umana che sta ovunque, e che è bene che si mobiliti perché penso che noi possiamo sognare davvero i prossimi anni, i prossimi decenni, poi non importa se noi non ci saremo, ma con una dimensione davvero nuova del mondo.

Io penso che i primi segni da molti punti di vista si stanno già vedendo, bisogna coglierli e investire su questi. Grazie.

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