4 febbraio 2009

Giovani Israeliani e Palestinesi in Italia

di Franco Gambirasio
1-10 settembre 2008

Ambasciatori di pace da una terra che cerca la pace. Un viaggio in Italia nel nome del dialogo e della tolleranza puntando sulle nuove generazioni. Una delegazione di 24 persone, metà israeliani e metà palestinesi, giunta la sera dell'1 settembre, ha visitato l’antica città di Bergamo nelle giornate di martedì 2 e mercoledì 3 settembre. Il 4 il 5, il 6 e il 7 sono stati a San Marino e Rimini, e l’8, il 9 e il 10 a Pesaro ed Urbino. Il giorno 11 sono ripartiti da Roma per Tel Aviv. Il gruppo era formato da 21 studenti universitari, ragazze e ragazzi di età compresa tra i venti e i venticinque anni, accompagnati da tre docenti: Suki Ben Ami, professore israeliano di teologia, Ben Zvi Hod segretario generale dell’Upf Israele e Abu Suood Azmi Bha Eldein, docente universitario palestinese su Islam e Politica. La visita della delegazione Palestinese Israeliana è stata organizzata dall’Upf, dalla Federazione dei giovani per la pace in Medio Oriente, dal Service for Peace Italia, dal Jerusalem Center for Peace e dall’Amministrazione comunale di Bergamo, Ufficio pace e cooperazione internazionale, organismo di cui è responsabile il consigliere delegato Vanni Maggioni. Hanno inoltre aderito al progetto l’Assemblea Legislativa della Regione Marche, la Provincia di Pesaro ed Urbino e il Comune di Pesaro. L’assessore alla cooperazione Internazionale del Comune di Pesaro, Sabrina Pecchia è stata la principale organizzatrice dell’evento nelle Marche, mentre a San Marino hanno partecipato ad una Tavola Rotonda con i giovani delle varie forze politiche.
Le due giornate di visita a Bergamo della delegazione israeliana palestinese si sono inserite non soltanto nell’ambito del progetto del tavolo della pace ma anche all’interno del percorso sui diritti umani. Ricordiamo che a dicembre ricorrerà il sessantesimo anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo da parte dell’Onu.
L’aspetto più straordinario di queste due indimenticabili giornate è stato il fatto che, per la prima volta, si sono incontrati sia giovani israeliani che palestinesi. Un gruppo di ragazzi ha vissuto un’esperienza fondamentale da un punto di vista umano e culturale. Amicizia, amore per la pace, voglia di conoscersi e di scambiarsi opinioni, per questi giovani è stato un passo importante per cominciare a costruire una società basata sul dialogo e la non violenza. I ragazzi, pur abitando nella stessa terra, non si sono mai incontrati in precedenza. Per loro è stata davvero la prima volta, un occasione di confronto tra religioni, culture e lingue diverse. Durante la visita a Bergamo i ragazzi sono stati accompagnati anche da Hassan Marzaki, mediatore del Gamec (Museo d’arte contemporanea di Bergamo), che si è occupato delle traduzioni per la parte araba, e da Anahi Gendler, anch’ella mediatrice Gamec e traduttrice per la lingua ebraica.
Le due giornate a Bergamo sono state davvero fitte di appuntamenti, dalla mattina fino alla notte. Già da martedì i giovani palestinesi e israeliani si sono immersi nelle bellezze artistiche di Bergamo, visitando Il Gamec, il museo d’arte contemporanea che tra l’altro raccoglie capolavori di Morandi, De Chirico, Savinio e altri maestri italiani. Quindi la visita e il pranzo presso la sede della Cgil di Bergamo, accolti da Marcello Gibellini ed Eugenia Valtulina, rappresentanti dei locali sindacati.
Nel pomeriggio la delegazione israelo-palestinese si è divisa in due. Le ragazze e i ragazzi sono andati in visita all’Eco di Bergamo, il più importante giornale della città. I giovani sono rimasti particolarmente colpiti dall’organizzazione all’interno del quotidiano. I tre docenti sono stati invece ospiti dell’Università di Bergamo, facoltà di scienze della formazione, sede di Sant’Agostino. A fare gli onori di casa il preside Ivo Lizzola. Ricordiamo che sempre a Sant’Agostino si trova il centro di ateneo sulla cooperazione internazionale e Cattedra dell’Unesco di cui è responsabile Felice Rizzi. “I temi dell’educazione e delle relazioni tra le persone – ha evidenziato Lizzola – sono fondamentali per la nostra università. E’ importante incontrarsi sui temi della diversità e del conflitto facendo in modo però che questo confronto sia generativo, propositivo e non distruttivo”.
Durante l’incontro sono anche intervenute Paola Gandolfi, docente di politica educativa nei paesi arabo-islamici e Stefania Gandolfi che si occupa di Pedagogia dei diritti dell’uomo. “La cattedra Unesco – ha spiegato quest’ultima – non è un punto di arrivo ma di partenza per superare tutte le barriere, tutte le frontiere”. Non poteva ovviamente mancare l’intervento dei tre docenti palestinesi-israeliani. “Ringrazio per l’accoglienza in questo luogo meraviglioso – ha iniziato Hod Ben Zvi – stiamo lavorando per costruire la pace, un processo che ha visto la collaborazione tra israeliani e palestinesi. Un percorso, quello della pace, che dev’essere profondo e radicato. Dev’esserci dietro un progetto culturale. C’è un sincero interesse da parte dell’Italia per la pace in medioriente e per noi è significativo che questa collaborazione continui”. Gli ha fatto eco Abu Suood Azmi: “Occorre prevenire la radicalizzazione della violenza, fare in modo che il processo di pace abbia successo. C’è grande disperazione tra i giovani palestinesi e israeliani per quello che vedono, per la distruzione intorno a loro. Occorre rivolgersi a nuovi leader politici, distruggere i muri, le barriere culturali, politiche, religiose per creare invece il dialogo, dei nuovi ponti. Abbracciamoci come esseri umani non solo come israeliani e palestinesi”.
Infine Suki Ben Ami: “Io credo che il processo di pace tra Israele e Palestina sia uno dei più interessanti a livello di relazioni internazionali nel mondo. Purtroppo c’è un clima di sfiducia perché i due leader, palestinese ed israeliano, non godono dei consensi dell’opinione pubblica. Comunque sia palestinesi che israeliani hanno grande simpatia per l’Italia e questo è un punto di forza. Negli ultimi quarant’anni in medio oriente si è lavorato a livello politico e diplomatico ma non si sono creati luoghi o situazioni tali affinché tutte le persone potessero incontrarsi”.
Il viaggio in Italia del gruppo di giovani palestinesi ed israeliani è stato quindi un notevole passo avanti in questa direzione, un modo concreto per far incontrare e dialogare i ragazzi dell’una e dell’altra parte. E a proposito di amicizia lo sport, quello vero, può unire. Per questo l’Amministrazione comunale di Rota Imagna, insieme all’oratorio, nella serata di martedì, ha messo a disposizione il campo di calcio. Così i ragazzi della delegazione israelo-palestinese hanno disputato una partita con la squadra locale.
Per la traduzione in inglese l’infaticabile Giorgio Gasperoni, presidente dell’UPF San Marino, ha dato il meglio di sé. In seguito la delegazione palestinese israeliana si è recata alla sede della Cisl di Bergamo per un incontro, sempre sul tema della pace e del dialogo. “Questa esperienza – ha evidenziato Carlo Zonato dell’UPF di Bergamo – vede per la prima volta insieme dei ragazzi israeliani e palestinesi. E’ un investimento sui giovani. Abbiamo deciso di lavorare partendo dal basso, dal dialogo tra le persone. E’ una cosa difficile ma ci crediamo”. Ha continuato Francesco Breviario, responsabile del dipartimento internazionale Iscos e pace della Cisl di Bergamo. “Il dialogo – ha dichiarato – è l’unica soluzione rispetto al conflitto in atto, la pace è l’unica strada possibile”. La parola è poi passata a Hod Ben Zvi: “le notizie che arrivano dal medioriente sono molto deformate dal conflitto in atto. La nostra associazione, l’Upf, cerca di prendere in mano il problema. E’ un problema culturale, occorre passare dalla cultura del conflitto alla cultura della pace. Cerchiamo di andare aldilà delle categorie politiche per entrare nella cultura del cuore. Dobbiamo vedere le persone come unica famiglia umana di Dio”.
Gli ha fatto eco Abu Suood Azmi: “Siamo venuti qui per poter dialogare, per selezionare un certo numero di leader della nuova generazione palestinese ed israeliana”. A concludere l’incontro Ferdinando Piccinini, segretario della Cisl di Bergamo. “Siamo solidali con voi – ha dichiarato – sul futuro dei popoli del mondo la Cisl intende continuare ad impegnarsi per il futuro”. Particolarmente importanti le iniziative di mercoledì pomeriggio. Presso il Comune di Bergamo c’è stato un incontro tra la delegazione Israelo palestinese e diverse associazioni bergamasche che fanno parte del tavolo della pace tra cui il gruppo Italia-Israele, sezione di Bergamo, i boy scout, i giovani dell’Acli, l’associazione Mosaico (ente di gestione per il servizio civile) e altre realtà. I ragazzi palestinesi e israeliani hanno raccontato la loro esperienza italiana, mettendo in evidenza come siano finalmente riusciti a dialogare tra loro. “L’unica possibilità di conoscersi per noi è fuori d’Israele – ha raccontato una ragazza della delegazione – qui ho conosciuto una mia coetanea che da noi abita a soli dieci minuti di strada da casa mia. Purtroppo non abbiamo mai potuto incontrarci”. Questo a dimostrazione di come palestinesi ed israeliani vivano, sullo stesso territorio, una realtà di profonda divisione. Ma grazie a questo viaggio è stato costruito un primo ponte di collegamento tra le nuove generazioni dei rispettivi popoli. Del resto i giovani della delegazione contano molto sui risultati concreti di questa loro esperienza. “E’ importante mettere a frutto quanto vissuto in questi giorni – ha spiegato una ragazza del gruppo israelo-palestinese – se poi torniamo indietro e nell’ambiente di prima torniamo a litigare che senso ha quello che abbiamo fatto?”. Ma sui risultati di questo progetto in diversi si sono mostrati ottimisti. “Abbiamo tutti condiviso – ha sottolineato Suki Ben Ami – una bella esperienza, possiamo superare tante difficoltà”.
Gli ha dato ragione Vanni Maggioni, consigliere delegato del tavolo della pace del Comune. “Come città di Bergamo – ha affermato Maggioni – vogliamo sostenere le nuove leadership palestinesi e israeliane, i giovani che guideranno il futuro. In passato si è costruito un ambiente per tenere le persone divise ora è necessario superare queste divisioni, lavorare per la pace”. E da parte sua l’Amministrazione comunale di Bergamo ha preso un impegno concreto invitando i ragazzi palestinesi e israeliani a tornare in Italia anche l’anno prossimo. Anzi si vorrebbe favorire uno scambio, attraverso l’UPFe le altre associazioni del tavolo della pace, tra delegazioni. In pratica gruppi di italiani in medioriente e israelo palestinesi in Italia. La solenne promessa di favorire il progetto è stata quindi presa in presenza dello stesso sindaco di Bergamo Roberto Bruni. Infatti, intorno alle 17,30 di mercoledì, il primo cittadino ha incontrato i ragazzi palestinesi ed israeliani nella splendida sala del Consiglio comunale.
Nell’affascinante cornice di affreschi e stucchi Bruni, pur ricordando le difficoltà del dialogo, ha auspicato che l’esperienza del viaggio a Bergamo si ripeta anche l’anno prossimo. “Spero che questa visita – ha spiegato il sindaco di Bergamo – serva a favorire davvero il dialogo tra Israeliani e palestinesi”. Soddisfazione per la calorosa accoglienza bergamasca è stata espressa da Suki Ben Ami: “Qui a Bergamo abbiamo trovato cuori aperti e occhi aperti per accogliere le nostre richieste. Vogliamo ringraziare la città di Bergamo e i suoi cittadini. Questa piccola città è molto importante per il nostro percorso di pace". Del resto lo stesso Hod Ben Zvi ha ribadito il ruolo fondamentale dell’Italia nelle relazioni in medioriente. “Gli Stati Uniti certe volte sbagliano – ha spiegato il segretario generale dell’UPF Israele – perché prendono posizione per una delle due parti. Serve invece un atteggiamento genitoriale. Un padre deve prendere le difese di tutti i figli, proteggere e aiutare tutti i figli. Il mediatore deve avere la fiducia di entrambe le parti e non solo di una. Abbiamo un progetto a lungo termine e qui ci sono persone molto capaci che ci aiuteranno per creare un coordinamento tra i diversi leader che lavorano in vari campi”.
Insomma una ventata di ottimismo di cui c’è molto bisogno in questi tempi. Dopo tante parole una serata, anzi si può dire nottata, visto che le iniziative si sono protratte fino alla mezzanotte, all’insegna della musica e della cucina multietnica. Il tutto accompagnato dalle note di due ottimi gruppi giovanili. La band Jack Rief ha proposto del libero rock, con sequenze anche melodiche. Invece il gruppo Kriek si è scatenato con il progressiv rock, con famosi pezzi degli anni sessanta-settanta. Ma i ragazzi israeliani e palestinesi non sono stati da meno. Infatti al termine della performance delle due band, alcuni giovani della delegazione, ragazzi e ragazze, sono saliti sul palco suonando tamburi ed eseguendo danze tipiche della cultura mediorientale.
Ma l’iniziativa non è certo finita qui. Infatti giovedì mattina i ragazzi israeliani e palestinesi sono partiti alla volta della Repubblica di San Marino, di Rimini, di Pesaro e Urbino ed infine Roma. Nel complesso l’esperienza è durata una decina di giorni. Coinvolta non solo l’Amministrazione di Bergamo ma anche quelle delle altre città toccate dal “tour”. Per la parte relativa a San Marino e dintorni come accompagnatore si è dato da fare Giorgio Gasperoni, appunto presidente dell’UPF di San Marino e coordinatore per la Regione Marche e la Romagna.
Per i ragazzi palestinesi e israeliani, si è trattato di un’esperienza unica. Anche se si tratta solo del primo passo, del primo tassello di un progetto che dovrà continuare e soprattutto rafforzarsi nei prossimi anni.

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