4 febbraio 2009

FESTIVAL MONDIALE DELLA PACE

L’UPF Europea promuove i valori della pacifica convivenza

di Franco Gambirasio

Più di tremila persone hanno partecipato al GLOBAL PEACE FESTIVAL (Festival della Pace) che si è svolto da Giovedì 20 Novembre a Sabato 22 a Londra, in occasione del 60° Anniversario della Proclamazione della carta dei Diritti Umani. In particolare sono stati i giovani ad animare la manifestazione; ragazzi per lo più provenienti dall’Inghilterra e dal resto dell’Europa. Il Festival è stato organizzato dall’UPF (Federazione per la Pace Universale) con la collaborazione di Associazioni operanti a livello mondiale per la Pace: Green Solution – Ecovillage 2000 Hackney – European Year of Intercultural Dialogue – Hindu Heritage and cultural Society – Islamic Society
Of Britain – Philippine Nurses Association – Religious Youth Service – Sikh Education Forum – The Loomba Trust – Trinity Fellowship Trust – Washington AIDS – International Teens UK – Women Federation for World Peace. Una tre giorni veramente intensa nell’affascinante cornice londinese. Il primo appuntamento è stato giovedì 20, presso la Camera dei Comuni con “INTERNATIONAL LEADERSHIP CONFERENCE” (conferenza Internazionale sulla Leadership), che ha visto la presenza di oltre 200 persone, tra politici, accademici, giornalisti e rappresentanti delle varie Associazioni di cui sopra. Ricordiamo 12 ex capi di governo, 32 diplomatici in rappresentanza di 21 nazioni, 5 ministri di governo in carica e 4 speakers del parlamento inglese. Il tema trattato: “Towards a New Paradigm of Leadership and Good Governance at a time of Global Crisis” (Verso Nuovi modelli di Leadership e di Buona Governance nel tempo della crisi globale). La conferenza è proseguita venerdi 21 con altri incontri al Waldorf Hilton Hotel. Sabato mattina, nelle splendide stanze del “Tower Hotel un altro importante momento con “Il Consiglio Interreligioso Internazionale per la Pace” come modello per la promozione dei diritti umani e delle dignità della persona”. Giovani di varie confessioni religiose hanno rivestito il ruolo di rappresentanti delle rispettive fedi, stilando una dichiarazione comune, con spirito interreligioso, per la promozione dei diritti umani e della dignità. Nelle varie sessioni della conferenza i relatori hanno trattato i vari argomenti nell’ambito del tema centrale “L’Anno europeo del dialogo interculturale, alla ricerca di valori comuni”. Nel primo pomeriggio di sabato, presso le sale conferenza dell’ExCel Center si sono tenute le sei sessioni: La coesione nelle Comunità – La cooperazione Interreligiosa – Una rete per la pace e lo sviluppo – Iniziative delle Donne – L’Ambiente – Matrimonio e Famiglia -. All’interno della manifestazione sono stati allestiti diversi stand riguardanti “La Cultura della Pace”. Spazi espositivi curati da diverse associazioni con quadri, libri, filmati, immagini su progetti ed attività per realizzare la cultura della non violenza. Il Festival ha raggiunto il culmine il sabato pomeriggio con il momento celebrativo di conclusione. Una vera e propria festa, con una folla oceanica che ha assistito a spettacoli musicali di alto valore artistico, tra note “classiche” (Il coro di Vienna, la Royal Philarmonic Ensemble) e risonanze tribali, rock, melodiche e di break dance.

Il messaggio di apertura è stato di Sir James Richard Mancham fondatore e primo presidente della Rep.ca delle Seychelles. Uno dei momenti di più forte significato simbolico è stata la “cerimonia dell’acqua”. Quattordici rappresentanti di varie religioni hanno versato l’acqua dei loro calici (acqua come simbolo di vita) in una bacinella a rappresentare l’unione delle fedi. Il messaggio centrale della celebrazione è stato pronunciato nientemeno che dal Dr. Hyun Jin Moon (copresidente dell’UPF mondiale) e presidente della Fondazione Washington Times. Nel suo discorso non sul podio ma passeggiando tra il pubblico il Dr. Hyun Jin Moon tra l’altro ha dichiarato “Change, yes we can” è diventato lo slogan non soltanto di una campagna di successo, ma anche un messaggio di speranza di fronte alla crisi sia nazionale che globale…Per articolare una visione significativa per la pace noi dobbiamo avere coraggio e aprire nuove strade se vogliamo andare oltre gli errori del passato. Basta guardare indietro all’ultimo secolo per rendersi conto di quanto è inutile cercare di affrontare i problemi del mondo attraverso le solite vecchie soluzioni militari, economiche, politiche o diplomatiche…Senza una fondazione spirituale non vi può essere vera pace, diritti umani universali oppure una unione duratura…ecco perché io credo che la visione “ONE FAMILY UNDER GOD” sia così importante per il tempo e l’era in cui viviamo” Il Dr. Moon ha elettrizzato il pubblico con il suo trascinante discorso.

Oltre a parlare ha anche cantato accompagnato dagli applausi e dal calore dei presenti. Al termine della manifestazione la nomina degli ambasciatori di pace.

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