4 febbraio 2009

Convegno per la Celebrazione del Sessantesimo Anniversario

Collaborazione Interconfessionale, Protezione dei Diritti Umani e Dignità

Discorso alla Sede Centrale delle Nazioni Unite, New York, USA il 2 Dicembre 2008

del Dr. Hyun Jin Moon

Vostre eccellenze, signori e signore. E’ senza dubbio un privilegio e un grande onore parlare qui oggi alle Nazioni Unite. Vorrei ringraziare le delegazioni della Guinea, del Kenya, dell’Etiopia e del Nepal per il loro sostegno a questa iniziativa disposta in precedenza.

Nell’ultimo mese gli occhi del mondo sono stati puntati su Barack Obama, il neo Presidente eletto degli Stati Uniti, e i suoi preparativi per iniziare il suo mandato. Ogni nuova nomina della squadra del suo consiglio di governo viene esaminata minuziosamente per evidenziare che siamo intenti a testimoniare una nuova era in questo paese con una nuova politica che può portare pace e prosperità per tutti.

“Change, yes we can!” è diventato lo slogan non soltanto di una campagna di successo ma anche un messaggio di speranza in un momento di crisi nazionale e globale. Naturalmente, cambiare per il piacere di cambiare non è abbastanza. L’obiettivo e la direzione di quel cambiamento è ancora più importante.

Questo è soprattutto un buon momento per le Nazioni Unite per riflettere sulle proprie strategie e politiche per creare la pace, e considerare opzioni che aiuteranno le Nazioni Unite a raggiungere il sostegno più grande da tutte le nazioni e le persone nel mondo.

Otto anni fa, mio padre, il Reverendo Dr. Sun Myung Moon, parlò proprio in questa stanza, annunciando che la sfida più grande per la pace nel 21esimo secolo sarebbe venuta dal conflitto tra religioni e i loro seguaci.

Per quella ragione, spinse le Nazioni Unite a creare velocemente un “Consiglio Interreligioso” che avrebbe unito i leaders delle più grandi fedi del mondo.
Ci sono molte ragioni perché questo è così importante. Prima di tutto, le Nazioni Unite hanno certamente bisogno di prestare molta attenzione alle voci delle comunità di fede nel mondo. Più del 90% del mondo è religioso, e le passioni spirituali sono una fonte fondamentale di significato e scopo per la maggior parte delle persone su questo pianeta. Le religioni, nel loro meglio, devono portare la loro saggezza per fronteggiare i grandi problemi che l’umanità deve affrontare.

La seconda ragione, ugualmente importante, è che la creazione di questo Consiglio Interreligioso permetterà alle Nazioni Unite di giocare un ruolo di coordinamento e di mediazione quando sorge il conflitto e la disputa. Inoltre, i leaders religiosi e le comunità religiose che loro rappresentano potrebbero meglio giustificare le loro azioni quando diventano parte dell’organismo ufficiale delle Nazioni Unite.

Quando mio padre fece queste raccomandazioni nel 2000, ci fu un incredibile scetticismo sul fatto che la religione e le questioni religiose avessero veramente quel significato. L’ 11 settembre ha cambiato tutto ciò.

I recenti fatti a Mumbai, in India, provano che aver avuto un motivo sia politico che religioso, serve per sottolineare che la religione è diventata una delle questioni più importanti per la pace nel nostro tempo.

Naturalmente le religioni del mondo non dovrebbero soltanto aspettare che le Nazioni Unite agiscano. Tutti loro devono urgentemente trovare i modi per entrare in buoni rapporti con gli altri. Abbiamo bisogno di focalizzarci sulle vaste aree di interesse comune, piuttosto che ossessionarsi su aree di interesse minore e diverse.

Abbiamo bisogno di una visione di pace nuova e spirituale per il 21esimo secolo che possa portare tutte le persone di fede ad unirsi sotto un unico tetto. Quella visione, credo, è “Una famiglia sotto Dio.”

Le relazioni tra le tradizioni di fede riguardano molto di più che la semplice tolleranza nei confronti delle preghiere e dei riti dell’altro. Una vera esperienza interconfessionale è una celebrazione dei principi più profondi che legano tutte le persone che credono in Dio insieme come un’unica famiglia.

La famiglia è universale. Non importa la razza, l’etnia, la nazionalità e la religione, siamo tutti membri di famiglie. La famiglia rappresenta la più profonda delle relazioni. Quando ci sentiamo vicini a qualcuno, usiamo termini familiari come “quella persona è come mio padre, mia madre, mio fratello, mia sorella.” Nella famiglia siamo destinati ad imparare ad amare l’umanità in tutta la sua diversità e in tutta la sua ricchezza.

Anche se tutte le religioni concordano sul fatto che il matrimonio e la famiglia sono le fondamenta principali di qualsiasi società, la realtà è che gli Stati Uniti e tutte le altre nazioni sono in pericolo nel perdere queste tradizioni ed istituzioni preziose. Il divorzio e la rottura all’interno della famiglia sono sempre in aumento. Anche le malattie a trasmissione sessuale sono in aumento, anche tra gli adolescenti. La violenza e il crimine tra i giovani sono in crescita, e molti dicono che hanno poche probabilità di avere una certezza e un lavoro dignitoso che possa sostenere le loro famiglie in futuro.

Il costo sociale ed economico di questa rottura delle famiglie sta vacillando. La rottura della famiglia contribuisce direttamente alla povertà, alla malattia, alla mortalità infantile ed è possibile che sia l’unico ostacolo più significativo per la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite. Se dobbiamo realizzare “Una Famiglia Sotto Dio” dobbiamo investire, “una famiglia alla volta.”

Un altro immediato dovere pratico di tutte le religioni è quello di creare una cultura di servizio globale, o per meglio dire “vivere per il bene degli altri.” Immaginate se dei giovani da nazioni nemiche lavorassero fianco a fianco per fare un servizio! Qualsiasi incomprensione ed astio che esistevano sarebbero svaniti poiché loro sudano, piangono, e ridono insieme per uno scopo e una causa comune.

Vorrei vedere le Nazioni Unite incoraggiare ogni partners della comunità e della nazione basata sulla fede unirsi con quelli di altre nazioni per stabilire dei Corpi per la Pace Globale che saranno molto di più di un impegno Americano o Europeo.

In conclusione, voglio dire che il miglior modo di risolvere il problema in corso della violazione dei Diritti Umani è attraverso la creazione di “Una Famiglia Sotto Dio.”
Quando il Global Peace Festival si è tenuto ad Ottawa, in Canada, in Ottobre, ci siamo presi un pò di tempo per partecipare ad una semplice cerimonia per onorare John Humphries, lo statista canadese che fu il principale autore della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Il capo della Commissione dei Diritti Umani in Canada ci ha ricordato che la Dichiarazione dei Diritti Umani, come le stesse Nazioni Unite, non venne mai progettata per essere completamente secolare. Gli autori avevano in mente le affermazioni della Dichiarazione di Indipendenza Americana, che dichiara che tutte le persone hanno “diritti inalienabili, conferiti dal loro Creatore."

Sfortunatamente, la capacità delle Nazioni Unite di onorare questi interessi religiosi e spirituali venne largamente presa in ostaggio dalle tensioni della Guerra Fredda e il desiderio di tenere le nazioni comuniste al tavolo delle negoziazioni.

Il mondo oggi, comunque, è molto diverso. Dobbiamo ritornare all’ideale originale e al sogno dei fondatori delle Nazioni Unite, che è quello di creare una famiglia umana che non conoscerà di nuovo il flagello della guerra.

Per rendere questo possibile, dobbiamo riconoscere la necessità di percorrere nuove strade per stabilire un percorso di pace. Dovrebbe essere radicato in una visione spirituale che può portare le persone di fede ad unirsi come “Una Famiglia Sotto Dio.”

Immaginate il potere di una famiglia umana unita! Può reprimere l’inquietudine del conflitto nel mondo, dalle ostilità alla povertà in Africa, al conflitto nel Medio Oriente, e l’ultimo residuo della Guerra Fredda nella Penisola Coreana.

Come cittadini del mondo, facciamo una solenne promessa di sognare il più grande sogno di tutti, di condurre il mondo alla pace alla fine attraverso la visione di “Una Famiglia Sotto Dio.”

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