24 gennaio 2009

Lettera aperta al Presidente del Parlamento Europeo da parte del dr. Previte

Gentile Signor Direttore dr. Gasperoni
in merito a quanto è successo in Belgio, e per lo specifico problema, invio in allegato la risposta della "Corte Europea per i Diritti dell'Uomo" presentata nel dicembre 2006..
La sentenza ( se la vogliamo così chiamare) è deludente e nel contempo grave.
Spetta al Parlamento Europeo prendere dei provvedimenti legislativi comunitari e per tutti i 27 Stati UE, che da tempo ho richiesto al Parlamento Europeo per avere una Direttiva Comunitaria uguale e con la stessa valenza ed efficacaia per questo grave ed urgente disagio sociale costituito dalla malattia mentale
Ecco la motivazione per cui invio la mia lettera al Presidente del Parlamento Europeo e rinnovo la richiesta di una Direttiva Comunitaria.
Certo di un Suo cortese interessamento porgo un cordiale saluto.
Previte
previtefelice@alice.it

Cristiani per servire
http://digilander.libero.it/cristianiperservire
e-mail previtefelice@alice.it

Al Signor Presidente del Parlamento Europeo
Dr.Hans-Gert Pottering
Rue Wiertz
B- 1047 Bruxelles

Oggetto : Sul Ricorso n.44330/06 di “Cristiani per servire” c.Italia e c.Stati membri dell’Unione Europea.
V/prot. N.316456 del 1 ottobre 2008.

Signor Presidente del Parlamento Europeo,

apprendo, oggi 3 gennaio 2009, che in data 27 novembre 2008, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ( CEDH-LIT 1.OR [CD%] PC/ENI/ahu) ha dichiarato irricevibile il mio Ricorso rubricato al n.44330/06 del 2 novembre 2006, inoltrato contro la decisione della “Commissione Europea per le Petizioni”, inerente la “incompetenza legislativa della UE nel settore della sanità pubblica compresa l’ambito della infermità mentale”( lettera prot.PS/rq [02COM.PETI (2005)D/1087] del 10 gennaio 2005 Commissione per le Petizioni UE)

Praticamente si invocava una serie di misure precise volte a rimediare ai gravi disagi consequenziali prodotti dalla malattia mentale, nel pieno rispetto dei diritti e della dignità degli handicappati mentali, specie quelli affetti da gravi psicosi ed a aiutare le famiglie.

L’argomentazione indotta, per la quale non rileviamo alcunché, ci induce a citare e riportare letteralmente quanto afferma la Corte “di un diritto invocato”, ma ci appare inusuale la motivazione che quanto abbiamo rilevato “non figura tra i diritti e le libertà garantiti dalla Convenzione. Ne consegue che il ricorso è incompatibile ratione materiae con le disposizioni della Convenzione ai sensi dell’articolo 35/3.”.

La decisione, adotta dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” è definitiva

La motivazione di fondo è costituita dalla carenza della Costituzione Europea, da noi rilevata, che non ha specificatamente riconosciuta, quale persona, quella relativa ai portatori di handicap psichici, che in Italia come in Europa, sono in continua evoluzione e costituiscono un peso sociale e sanitario non indifferente e richiedente una specifica Normativa, Risoluzione o Direttiva Comunitaria uguale per tutti gli Stati membri della UE. Mi permetto allegare copia del Ricorso inoltrato a suo tempo alla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo”.

Signor Presidente,
Mi permetto riproporre, “anche se nel settore della sanità pubblica ed in particolare quella inerente la salute mentale, l’azione comunitaria può essere solo complementare alle politiche nazionali” come Lei mi comunica il 1 ottobre 2008 con prot. n.316456, tuttavia è necessario ed impellente migliorare la salute mentale della popolazione UE, soprattutto costituire una strategia comunitaria che rileviamo carente nell’applicazione, malgrado la Risoluzione /2006/2058 (INI) ) del Parlamento Europeo.

I timori giustificati della gente richiedono coraggio e risposte concrete dai politici, sia a livello nazionale che europeo, soprattutto, quando è in gioco la salute e la sicurezza dei cittadini, messa in disanima dalle conseguenze prodotte dalla malattia mentale, perché l’autentico progresso si persegue, mi permetta Signor Presidente, attraverso l’assoluto rispetto del bene della persona e di ogni persona in qualsiasi situazione si trova.

Questo principio in cui deve credere il genere umano deve far riflettere che non è una semplice affermazione che può far riferimento ad una dottrina, ad un principio dottrinale, o ad una valutazione giuridica, ma un concetto di diritto alla salute, anche psichica, un valore intrinseco della vita umana.

Il diritto alla tutela alla salute, quindi, ha una sua priorità e come tale esige sia in Italia che nella Unione Europea l’intervento di tutela in modo coordinato, coerente e di validità in tutti i 27 Stati.

Per questo le persone svantaggiate, “compresi i più deboli e più bisognosi” come si afferma nel Preambolo del Trattato che adotta la Costituzione Europea, hanno diritto a non vedere negati provvedimenti legislativi che il Consesso deve assumere nello svolgere un ruolo attivo nel settore della sanità pubblica in uguale validità in tutti gli Stati membri della UE, anche se in separata organizzazione.

Signor Presidente,
per il conseguimento del bene comune, è auspicabile che si possa realizzare omogeneità mirata a concetti di solidarietà, perché il malato psichico è anche un cittadino europeo.

Ancora una volta faccio appello alla Sua solidarietà nonché di tutto l’Europarlamento, affinché il Consesso possa approvare una normativa d’adeguamento comunitario, ritenuta necessaria, urgente e di uguale validità in tutti, ripeto, Stati membri della UE e soprattutto attesa dall’opinione pubblica.

Grazie.

Con deferenti ossequi.

Previte Francesco

1 commento:

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    Carmine Granato - Padova

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