2 febbraio 2007

Le Religioni e la Pace Mondiale

Messaggio del Lama Tashi alla sezione italiana della Federazione per la Pace Universale

del Lama Tashi


Tutte le principali religioni del mondo - il Buddismo, il ristianesimo, il Confucianesimo, l’Induismo, l’Islam, il Giansenismo, l’Ebraismo, la religione Sikh, il Taoismo, lo Zoroastrismo - hanno idee simili sull’amore, hanno lo stesso scopo di portare beneficio all’umanità attraverso la pratica spirituale e vogliono rendere i propri seguaci degli esseri umani migliori. Tutte le religioni insegnano precetti morali per perfezionare le funzioni della mente, del corpo e dell’espressione verbale. Tutte ci insegnano a non mentire, a non uccidere e così via. Scopo comune di tutti i precetti morali insegnati dai grandi maestri dell’umanità è l’altruismo. Loro volevano condurre i loro seguaci lontano dai sentieri delle azioni malvagie causate dall’ignoranza per introdurli ai sentieri del bene.

Esistono molte religioni diverse per portare conforto e felicità all’umanità allo stesso modo in cui ci sono trattamenti specifici per malattie diverse. Tutte le religioni cercano a loro modo di aiutare gli esseri viventi a evitare la miseria e la sofferenza per arrivare invece alla felicità. E sebbene si possano trovare giustificazioni a particolari interpretazioni delle verità religiose, ci sono molte più ragioni di unità fra le religioni, ragioni che nascono dal cuore umano. Ciascuna religione lavora a suo modo per alleviare la sofferenza umana e contribuire alla civilizzazione del mondo.

La conversione non è il punto. Per esempio, io non penso di convertire gli altri al Buddismo o semplicemente di perorare la causa del Buddismo. Piuttosto cerco di pensare come attraverso la mia fede religiosa posso contribuire alla felicità umana.

Ci sono due compiti principali davanti alle persone di fede che si preoccupano della pace mondiale. Per prima cosa dobbiamo promuovere una migliore comprensione interreligiosa al fine di creare un livello di unità fra tutte le religioni su cui poter lavorare. Questo si può ottenere in primo luogo rispettando i punti di fede degli altri ed enfatizzando la nostra preoccupazione comune per il benessere dell’umanità. In secondo luogo dobbiamo arrivare a stabilire un livello di consenso comune su dei valori spirituali basilari che tocchino ogni cuore umano e accrescano la generale felicità umana. Ciò significa che dobbiamo porre in risalto il comune denominatore di tutte le religioni del mondo: gli ideali umanitari. Questi due passi ci permetteranno di agire sia individualmente che insieme verso lo scopo di creare le necessarie condizioni spirituali per la pace nel mondo.

Il potere individuale e le istituzioni

La rabbia gioca un ruolo non piccolo negli attuali conflitti come quelli in Medio Oriente, nel Sud-Est Asiatico, nei problemi fra il Nord e il Sud del mondo e così via. Questi conflitti sorgono dalla mancata comprensione del valore degli altri come esseri umani. La risposta non è lo sviluppo e l’uso di una forza militare più grande e neppure una corsa agli armamenti. E non è neppure semplicemente politica o tecnologica. Fondamentalmente la risposta è spirituale nel senso che ciò che è richiesto è una sentita comprensione della nostra comune condizione umana. L’odio e il conflitto non possono portare felicità a nessuno, neppure ai vincitori delle battaglie. La violenza ha sempre prodotto sofferenza e perciò è essenzialmente contro-produttiva. E’ pertanto giunto il tempo per i leaders mondiali di imparare a trascendere le differenze di razza, cultura e ideologia e di guardarsi invece l’un l’altro con gli occhi che vedono la comune condizione umana. Fare questo porterà benefici agli individui, alle comunità, alle nazioni e al mondo intero.

Nella realtà attuale c’è decisamente un crescente bisogno di comprensione umana e di senso di responsabilità universale. Per acquisire queste idee dobbiamo generare un cuore di bontà e gentilezza perché senza di questo non possiamo raggiungere né la felicità universale, né una pace mondiale duratura. Non possiamo creare la pace sulla carta. Mentre invochiamo la responsabilità universale e la fratellanza universale, la realtà a cui siamo di fronte è un’umanità organizzata in entità separate sotto forma di nazioni. Perciò, in senso realistico, sento che sono queste società nazionali che debbono agire da fondamenta per la pace mondiale. Nel passato sono stati fatti tentativi di creare società più giuste dove regnasse l’uguaglianza. Sono state stabilite delle istituzioni con nobili statuti per combattere le forze antisociali. Sfortunatamente quelle idee sono state tradite dall’egoismo.

Più che mai prima, stiamo testimoniando oggi di come principi etici e nobili sono oscurati dall’ombra dell’interesse egoistico, particolarmente nella sfera politica. C’è una scuola di pensiero che ci mette in guardia dall’interesse politico, come se la politica fosse diventata sinonimo di amoralità. La politica priva dell’etica non favorisce il benessere umano e la vita senza moralità riduce gli esseri umani al livello di bestie. Tuttavia la politica non è assiomaticamente ‘sporca’. Piuttosto gli strumenti della nostra cultura politica hanno distorto gli alti ideali e i nobili concetti intesi a promuovere il benessere umano. Naturalmente le persone spirituali esprimono la loro preoccupazione per i leaders religiosi che si interessano di politica poiché temono la contaminazione della religione da parte della politica sporca.

Per rinnovare i valori umani e raggiungere una felicità duratura dobbiamo guardare alla comune eredità umana di tutte le nazioni del mondo. Possano queste righe servire come urgente promemoria per non dimenticare più i valori umani che ci uniscono tutti come un’unica famiglia su questo pianeta.

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